Lessico
Giapeto
In greco Iapetós; in latino Iapetus. Nella mitologia greca, uno dei Titani, figlio di Urano e di Gaia, considerato dai Greci il padre del genere umano. Proverbiale per indicare un'era anteriore e diversa dall'attuale, governata da Zeus, Giapeto è un antagonista di Zeus, come gli altri Titani, e con essi viene dal dio precipitato nel Tartaro avendo partecipato alla rivolta dei Titani contro Zeus.
Il suo antagonismo con Zeus sarà continuato dai Giapetidi, che nella mitologia greca sono i figli di Giapeto e di Asia (forse conosciuta anche come Climene): Atlante, Menezio, Prometeo, Epimeteo.
Prometeo
figlio di Giapeto viene incatenato da Vulcano – 1623
Mercurio
sullo sfondo se la gode
Theodor van Baburen detto Dirck (Utrecht ca. 1595-1624)
Amsterdam - Rijksmuseum
Ucciso un bue, Prometeo lo suddivide in due parti: una parte comprende le carni disossate e l'altra le ossa ricoperte di grasso. Quindi invita Zeus a scegliere. Questi sceglie la parte immangiabile, ma più bella a vedersi, cioè le ossa ricoperte di grasso. In seguito a questa scelta gli uomini mangeranno le carni del sacrificio e gli dei avranno le ossa e il grasso, ma gli uomini, i quali mangiano, sono per ciò stesso “mortali”, mentre gli dei, che vivono senza mangiare, sono “immortali”. Zeus, comunque, irato per l'inganno di Prometeo, toglie agli uomini il fuoco, ma Prometeo lo restituisce loro rubandolo a Zeus. Il dio punisce gli uomini, sovraccaricandoli di tutti i mali della condizione umana e fa incatenare Prometeo a una roccia del Caucaso; qui un'aquila gli divora il fegato che ricresce continuamente. Da questo supplizio lo libererà Ercole, con il beneplacito di Zeus, il quale si riappacifica con lui per averne avuto un consiglio circa il modo di mantenere la sovranità sugli dei e gli uomini.
Interno
di kylix – coppa per bere – laconica
con Prometeo, l'aquila e il fratello
Atlante
Cerveteri 560/550 aC
Giapeto
VIII satellite di Saturno
Giapeto, detto anche Japetus, è l'ottavo satellite di Saturno nella serie telescopica. Fu scoperto nel 1671 da Giovanni Domenico Cassini (Perinaldo, Imperia, 1625 - Parigi 1712) e fotografato nel 1981 dalla sonda Voyager 2 alla distanza di 1,1 milioni di km. Rivoluisce in 79,33 giorni lungo un'orbita di 3.560.000 km di raggio, inclinata di ca. 15º rispetto al piano equatoriale del pianeta madre. Dopo Titano, è il secondo componente del sistema saturniano, insieme a Rhea, per l'entità del volume (ca. 1500 km di diametro). Possiede una rotazione assiale sincrona con la rivoluzione e la singolarità di avere un emisfero (quello rivolto nella direzione di avanzamento orbitale) nettamente più scuro dell'altro. Il suolo di Giapeto appare notevolmente craterizzato, mentre la densità complessiva dell'astro è appena superiore a quella dell'acqua.