Sono dette fluttuazioni statistiche
le discrepanze di valore che riguardano un evento qualsiasi constatato in un
campione casuale (valore osservato o
attuale) rispetto alla frequenza
teorica dell'evento considerato in una popolazione infinita. Potranno
verificarsi discrepanze tanto più sensibili da tale distribuzione teorica
quanto più piccolo è il gruppo di individui destinato a riprodursi.
I cambiamenti nelle frequenze dei geni si verificano
ovviamente al momento della fecondazione, e la misura matematica di tale
fenomeno è data dal fatto che gli N individui sessualmente maturi di una
popolazione, e destinati a lasciare una discendenza, provengono da 2N gameti
della generazione precedente, e rappresentano quindi un campione tratto dalla
massa di tutti i gameti prodotti.
Perciò, dal punto di vista statistico, la catena delle
generazioni è una catena di campionamenti, nel senso che ogni generazione è un campione più o meno casuale
della generazione precedente. Come conseguenza di questo
fenomeno, le variazioni o fluttuazioni casuali inerenti al campionamento
spostano i valori p(A) e q(a) di due geni alleli in senso positivo o negativo,
potendosi cancellare a vicenda come pure accumulare in una serie di
generazioni.
Tale fenomeno di spostamento dei valori di frequenza dei geni in popolazioni ristrette fu denominato drift da parte di Wright. Drift in inglese significa trasporto o deriva prodotti da una corrente. Wright ha contribuito in modo sostanziale alla trattazione matematica di questi problemi e di quelli relativi alla selezione e agli altri metodi di riproduzione.
Anche
Lush ha studiato a fondo gli interessanti problemi teorici nelle popolazioni
domestiche, tenendo conto di molte altre cause in gioco (scarso isolamento,
numero dei nati per coppia di genitori) e giungendo alla conclusione che le
variazioni casuali della frequenza dei geni da una generazione all'altra
assumono con molta probabilità un posto importante anche in campo zootecnico.
L’importanza del caso come sorgente della variazione genetica nelle
popolazioni ristrette non è trascurabile, specialmente se si riflette che il drift
genetico può favorire l’opera di selezione, e può anche costituirne un
ostacolo.
Si rendono necessarie due premesse di statistica. Si
intende per campione
il sottoinsieme utilizzato per ricavare informazioni su una popolazione. Per
poter fornire informazioni accurate circa la popolazione dalla quale viene
estratto, un campione deve essere sufficientemente grande e deve costituire un
sottoinsieme preso a caso di un gruppo più grande. L’errore di campionamento
si verifica quando avvengono scostamenti casuali dalle proporzioni attese,
soprattutto in campioni di piccole dimensioni.
Le variazioni genetiche dovute al caso e al numero
ristretto di individui costituenti le popolazioni animali sorgono dunque per
effetto del meccanismo statistico della fecondazione e si possono considerare
come veri e propri errori di campionamento.
Un caso limite di queste variazioni è rappresentato dall’estinzione di un
gene che presenti una frequenza molto piccola, e dalla fissazione del suo
allele nella totalità della popolazione. È facile comprendere che la
probabilità di estinzione di un gene raro a
è tanto più grande quanto maggiore è la frequenza p(A) e più piccolo il
numero di individui che si riproducono: così se A
possiede la frequenza di 0,99 e il gene a
quella di 0,01, la probabilità che quest'ultimo si estingua nel passaggio di
una generazione sarà di circa 0,98.
Per un gruppo esiguo, la probabilità che a
venga trasmesso ai discendenti potrà essere dello stesso ordine di grandezza;
e se supponiamo che la popolazione rimanga numericamente stazionaria e non
nascano nuovi geni a per mutazione dell’allele, è evidente che in un giro più o
meno lungo di generazioni questo gene finirà per scomparire, e il gene A
resterà fissato nella popolazione.
Vari genetisti ritengono che le fluttuazioni casuali della
frequenza dei geni e dei genotipi, e l’estinzione o perdita di geni in seno
a popolazioni poco numerose e isolate da altre della stessa specie, abbiano un’importanza
non trascurabile nel quadro dell’evoluzione delle razze e dei gruppi
subspecifici in generale, in quanto possono spiegare perché molte razze
geografiche differiscono nella loro costituzione genetica per geni ai quali
corrispondono caratteri (come i gruppi sanguigni) che non offrono alcun
particolare vantaggio nella lotta per l’esistenza. A quest’ipotesi fa
eccezione la resistenza al morbo di Marek e ad altre patologie dimostrata dai
polli appartenenti al gruppo sanguigno del sistema B (EaB).