In una memoria pubblicata nel 1915 Ghigi fece un’ampia relazione sulle varie generazioni ibride, sui reincroci e sui caratteri somatici di esemplari discendenti dal Gallus sonnerati.
I risultati degli allevamenti fatti in Olanda da Houwink, a Meppel, dal 1915 in poi, pubblicati fra il 1922 e il 1924, hanno confermato le conclusioni di Ghigi.
Il Gallus gallus e il Gallus sonnerati hanno in comune la fase d’eclissi, e in questo si differenziano dai galli domestici. Houwink accertò la fecondità dei maschi ibridi nati da varius e polli bantam. Nel 1926 e nel 1927, sia Delacour in Francia che Ghigi a Bologna, ottennero ibridi fra varius e polli bantam.
Gli indigeni di Giava sanno da tempo che incrociando il varius col gallus e col domesticus si ottengono degli ibridi detti bekisar, come d’altronde sono a conoscenza del fatto che incrociando un maschio bekisar con una gallina domestica o con la femmina di gallus si ottiene un reincrocio detto kekok.
Le varie combinazioni ibride ottenute da Ghigi fra varius e galline bantam Old Game [1] sono le seguenti:
Bekisar
maschi e femmine, ibridi diretti fra varius
e galline bantam |
Kekok
maschi e femmine, reincrocio di bekisar
con galline bantam |
Varikok
maschi e femmine da varius e
galline kekok |
Bekikok
da maschi bekisar e galline kekok |
Varikovar
da maschio varikok e gallina
varius pura. |
Il bekisar è un animale vigoroso, battagliero, intollerante di qualsiasi altro gallo. Anch’egli è resistente al freddo come le razze domestiche, ma è parasterile in quanto solo 1/3 circa delle uova risulta fertile. Ghigi tenne solo una gallina di bekisar, che depose molte uova, circa un centinaio in due anni, ma nessuno è mai stato fecondato né dal gallo ibrido né dal gallo bantam. Quindi, anche la femmina era parasterile, se non del tutto sterile.
Hagedorn ci fornisce notizie interessanti: gli indigeni di Giava asseriscono che le galline bekisar, prive di valore commerciale, sono fertili se accoppiate con maschi selvatici; inoltre è dell’avviso che un certo numero di galli varius apparentemente puri, e offerti in vendita a Giava, siano certamente ottenuti attraverso un processo graduale di reincrocio con maschi di varius. Secondo Ghigi, il segreto starebbe nel reincrociare galli ibridi con femmine di varius pure. Per finire, aggiungiamo che Ghigi ha ottenuto numerosi kekok fecondi incrociando il bekisar con galline bantam.
I risultati delle esperienze di ibridazione del lafayettei con galline domestiche condotte da Ghigi concordavano con quelle compiute a Ceylon nello stesso periodo, tanto da giustificare l’ormai difficile reperimento in Ceylon di soggetti puri come quelli lasciati vivere nella giungla.
In base ai suoi esperimenti, il Bolognese giungeva ad interessanti conclusioni. Infatti, a confortare l’origine polifiletica si potrebbe segnalare che, sia la presenza di tre bargigli nel bekisar (uno centrale dovuto al varius e i due laterali al gallus) sia l’assenza di bargigli nel Sumatra, possono derivare dal varius. Concetto un po’ difficile, ma che non è tale se consideriamo la possibilità di un annullamento genetico del bargiglio unico. Si fa prima a passare da uno a zero che da tre a due, in quanto nel secondo caso i geni in causa sono perlomeno doppi.
Sono illazioni che vogliono significare una cosa sola: l’origine monofiletica del pollo domestico è facile da adottare, forse comoda, ma risulta oltremodo scomoda di fronte a certe evidenze che attendono solo una spiegazione plausibile diversa dalla monofilogenesi.
Un’ultima osservazione di Ghigi contro i darwinisti è la seguente: nelle razze Asiatiche (che egli preferisce denominare Cinesi) il piumino infantile persiste a lungo e ciò contrasta con le razze indoeuropee.
Ghigi non si lascia intimorire dagli assiomi di Darwin, tant’è che alla fine del capitolo dedicato ai suoi esperimenti sulle specie selvatiche egli asserisce:
Intendo affermare a questo
punto
che anche gli incroci fra specie selvagge e razze domestiche
hanno potuto avere una grande importanza sulla produzione di nuove forme.
[1] Ghigi non dà altra indicazione sul nome della razza impiegata. Si può tuttavia supporre che si tratti della Old English Game varietà nana.