Non è raro nell’eterozigote il realizzarsi di caratteristiche intermedie tra quelle di due omozigoti, specialmente se analizziamo questa situazione da un punto di vista biochimico che, presumibilmente, presenta caratteristiche non troppo lontane dall’effetto primario del gene.
Se, per esempio, un allele A1 in condizione omozigote determina la presenza di un enzima attivo, e un allele A2 in condizione omozigote determina un enzima con attività bassa o nulla, allora l’attività enzimatica risultante dall’effetto combinato di A1 e A2 nell’eterozigote può avere valori intermedi tra le attività trovate negli omozigoti.
Si
tratta quindi di un effetto
quantitativo, espresso molto bene dal barrato legato al sesso:
il gallo omozigote presenta una fascia bianca di estensione doppia rispetto a
quella nera, mentre se è eterozigote ha una barratura femminile, con barra
nera e bianca di uguale ampiezza. L’assenza del gene del barrato lascia la
piuma nera.
Ovviamente, per ciascuno dei tre genotipi di solito esiste una certa variabilità negli effetti misurabili. Qualche volta, nonostante questa variabilità, non esiste sovrapposizione fra i dati di ciascun genotipo con quelli degli altri genotipi.
Così, per fare un esempio, un gene molto raro determina negli omozigoti l’assenza della catalasi ematica, enzima estremamente abbondante nella maggioranza degli individui. Il contenuto in catalasi negli eterozigoti è intermedio, senza sovrapposizione, tra i contenuti di catalasi dei due omozigoti dominanti e recessivi. In molte altre anomalie si verifica una certa sovrapposizione fra l’eterozigote e uno o entrambi gli omozigoti.
Tale situazione rende confusa la distinzione tra eredità
intermedia e dominanza o recessività.