Prendiamo nuovamente l’emoglobina
della falcemia come esempio ben definito di eterozigote con le caratteristiche di entrambi gli
omozigoti. Un omozigote normale HbAHbA sintetizza solo emoglobina normale, mentre un omozigote
per la falcemia HbSHbS possiede solo l’emoglobina S. L’eterozigote, che
presenta il tratto falcemico, di solito innocuo, produce entrambi i tipi di
emoglobina, e quella anormale costituisce da un quarto a circa la metà del
totale.
Un altro esempio di codominanza mostra una diversa relazione tra i prodotti derivati da due alleli codominanti.
Il gene
I
dei gruppi sanguigni è un gene di cui non si conoscono solo i due alleli IA
e I0,
in quanto oltre a IA
che determina la presenza dell’antigene A nei globuli rossi, esiste un altro
allele, IB, che determina la presenza dell’antigene B. In
combinazione fra loro, IA e IB presentano una nuova relazione. Infatti l’eterozigote IAIB
non mostra dominanza di nessuno dei due alleli, né mostra eredità
intermedia, in quanto gli antigeni A e B si trovano ambedue sui globuli rossi
degli individui IAIB.
È degno di nota il fatto che da una miscela in provetta delle sostanze A e B
prese da individui A e da individui B, si possono separare due tipi di
macromolecole, che portano l’una o l’altra delle specificità A e B;
mentre un individuo AB non porta macromolecole separate A e B; si forma invece
un terzo tipo di macromolecola, che porta unitamente le due specificità.
La differenza fra gli effetti di codominanza negli
eterozigoti HbAHbS
e negli eterozigoti IAIB, riflette la differenza dei livelli ai quali si osservano
gli effetti dei geni. Le molecole di emoglobina sono polimeri di catene
polipeptidiche, la cui sintesi è strettamente vicina all’azione primaria
del gene, e così gli effetti separati dei due alleli Hb si esprimono in tipi
separati di emoglobina. Gli antigeni A e B sono il risultato dell’azione di
enzimi su un precursore macromolecolare, essi stessi controllati dai due
alleli I.
Abbiamo visto che un gene partecipa allo sviluppo potendo
influenzare l’espressione di più di un carattere. Assegnando un nome ai
geni in base al loro effetto più cospicuo, dimentichiamo spesso la varietà
delle loro espressioni, in quanto la
maggioranza dei geni sembra avere effetti molteplici.
Se ci ricorderemo di questo postulato non ci sorprenderemo del fatto che lo
stesso gene può dimostrarsi dominante per un fenotipo, e recessivo, o con
azione intermedia, per quanto riguarda un’altra sua espressione.
Per esempio, lo Xeroderma pigmentosum,
malattia della pelle caratterizzata dalla presenza di un particolare tipo di
aree pigmentate in degenerazione e da una crescita tumorale che porta
invariabilmente a morte prematura, è ereditata come anomalia recessiva per
quanto riguarda gli effetti patologici gravi; cioè: gli eterozigoti sono
persone normali, ma in molti di essi si manifestano le lentiggini, che così
costituiscono un’espressione dominante del gene.