L’introduzione del pollo nell’Europa a nord del Mediterraneo si è svolta secondo modalità ancora non del tutto chiarite.
Edward Brown (Poultry breeding and production, 1929) affermò che il pollo raggiunse l’Europa seguendo due itinerari:
§ dall’India, attraverso Iran e Mediterraneo, documentabile attraverso letteratura e archeologia
§ dalla Cina, attraverso Asia Centrale, Siberia e Russia: il cosiddetto percorso nordico.
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Fig. VIII. 28 - Spilli in bronzo rinvenuti in
Khakasia |
La relazione di R. Nikolayev (1957) su una spedizione scientifica in Siberia organizzata dall’Università di Mosca - con destinazione le steppe dell'Altai [1] in Khakasia, verso i confini con la Mongolia - parla di scavi di tombe che hanno messo in luce gusci di uovo di pollo risalenti al III-IV secolo dC. Non solo, furono rinvenuti anche due spilli in bronzo aventi il gallo per soggetto, databili intorno al II-I secolo aC. È da presumere che i polli di quest’area provenissero dalla Cina.
Anche West e Zhou (1988) hanno proposto l’itinerario nordico suggerito da Brown, in base alla constatazione che i polli provenivano da una domesticazione cinese e non da un ceppo della Valle dell’Indo.
Anche altri studiosi hanno proposto due percorsi, ma ambedue attraverso l’Iran, e quindi a partenza dalla Valle dell’Indo: una via era rappresentata dal Mar Egeo, che condusse ai Greci e ai Romani, l’altra era quella del Mar Nero e della Scizia, che raggiunse l’Europa centrale attraverso la Russia meridionale. Come abbiamo detto a proposito di Gorsium, si è stabilito che i polli furono introdotti in Pannonia dagli Sciti, il cui impero fiorì intorno al 500 aC.
Queste due ultime vie troverebbero conferma anche in argomentazioni linguistiche.
[1] Il territorio dell’Altai o Altaj russo fa parte della Siberia meridionale, ai confini con la Mongolia occidentale; si estende su gran parte del sistema montuoso omonimo e sulla regione steppica posta a nordovest, percorsa dai fiumi Katun e Bija, che poco a valle di Bijsk si uniscono a formare l'Ob.