Lessico
Sesto Placito Papiriense
In latino Sextus Placitus Papyriensis. Scrittore latino del IV secolo dC circa, autore di un libro in 34 capitoli sui rimedi contro le malattie che si possono contrarre dal regno animale: Liber medicinae ex animalibus. Concorda spesso con Marcello Empirico anche per l’uso di fonti comuni, fra le quali soprattutto i libri 28-30 della Naturalis historia di Plinio.
De medicamentis ex animalibus
Gli animali come medicina
L'Herbarium Apulei si continua nel De medicamentis ex animalibus di Sextus Placitus Papyriensis, in latino, manoscritto su pergamena, 57 ff., 220 x 165 mm. Probabile origine: Francia del Nord, ca. 1300.
L’erbario medicinale dello Pseudo Apuleio, preceduto da Antonius Musa, venne ben presto integrato con l'operetta, esposta in questa sede, di Sextus Placitus Papyriensis, un sintetico manuale sull’utilizzazione degli animali nella preparazione di medicine. Anche qui si tratta di un’opera minore della tarda antichità, di cui si conosce molto poco. In questo libretto, appartenuto all’abbazia di Berne nel Brabante e destinato a un uso pratico, le illustrazioni non sono necessarie ai fini del riconoscimento degli animali, contrariamente a quanto avviene per le piante. Secondo un’iscrizione sul folio 50v, il testo venne completato da un certo ‘Henricus dictus le Galoys de Wallia oriundus’.
Nelle pagine aperte, folia 56v-57r, sono descritti il leone, il toro, l’elefante ed il cane, animali conosciuti da tutti nel XIII secolo, se non per averli visti di persona, per lo meno da illustrazioni. La scimmietta, raffigurata in atteggiamento poco usuale, a rigore non fa parte della serie sopraccitata, in quanto il testo tratta qui esclusivamente del toro; ci si limita a notare che la bile di toro è un buon medicamento contro i morsi di scimmia. È possibile che la scimmietta, animale apprezzato al tempo per il gioco, per tale motivo sia stata inserita in un secondo momento nella serie. Ciò potrebbe anche spiegare l’atteggiamento inusuale in cui è raffigurata.
Interessante è il confronto tra questo elefante e quello raffigurato al numero 82. In entrambi i casi, la raffigurazione è poco realistica, cosa che non deve stupire: si tratta di un animale conosciuto solo attraverso i libri. Quale tratto naturale si evidenzia qui soprattutto l’articolazione della proboscide.
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traduzione di Stefano Bergamo – agosto 2007