A partire dalla superficie
cutanea l’epidermide è costituita dai seguenti strati:
corneo
o desquamante
lucido
granuloso
spinoso
basale
spinoso
+ basale = strato malpighiano
L’epidermide è un tipo particolare di epitelio
pavimentoso stratificato che è detto cheratinizzato
perché attraverso il processo di cheratinizzazione
[1]
le sue cellule si trasformano in lamelle cornee desquamanti prive di vita. Le
lamelle costituiscono una barriera che protegge i tessuti sottostanti dall’invasione
batterica e da offese di natura chimica, fisica e meccanica, ostacolando
inoltre l’eventuale evaporazione dei liquidi tissutali.
Come avviene in tutti gli epiteli, anche le cellule basali
dell’epidermide hanno i caratteri di cellule staminali
[2]
,
in quanto si moltiplicano attivamente dando origine a nuove cellule che si
differenziano nella struttura e nella funzione man mano che si muovono verso
la superficie. Portandosi in superficie, le cellule elaborano una particolare
proteina, la cheratina, che si accumula all’interno del citoplasma, mentre
gli organuli cellulari scompaiono. Successivamente viene perso anche il nucleo
e le cellule muoiono.
Fig.
XXVI.
1. – Epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato
di
epidermide umana
A
partire dal sottostante derma si susseguono:
A
strato basale
B
strato spinoso
C
strato granuloso
D
strato lucido
E
strato corneo o desquamante
Il meccanismo che porta una cellula basale a progredire
attraverso i vari strati dell’epidermide, e a trasformarsi in una lamella
cornea, prende il nome di citomorfosi
cornea. Si ritiene che l’intero processo, cioè il periodo di
tempo necessario perché una cellula si porti dallo strato basale a quello
corneo, duri in media 30
giorni. Nel ratto questo periodo può essere anche inferiore ai
20 giorni. È comunque in relazione a vari fattori in quanto, se si sottopone
l’epitelio a offese di varia natura, il tempo di cheratinizzazione
diminuisce notevolmente. Bisogna inoltre osservare che l’attività mitotica
delle cellule basali è molto più attiva durante la notte. Va infine
sottolineato che esiste un costante equilibrio tra la moltiplicazione delle
cellule basali e la desquamazione delle lamelle cornee, in quanto il numero
delle cellule in mitosi è proporzionale al grado di desquamazione.
L’epidermide risulta costituita da due strati
principali, a loro volta suddivisibili in altri strati secondari:
·
strato
germinativo, profondo, denominato anche corpo mucoso di
Malpighi, composto da cellule viventi che appaiono basofile per la grande
quantità di ribosomi liberi e, oltre a contenere fasci di tonofilamenti,
contengono granuli di melanina
prodotta dai melanociti; lo strato germinativo è composto da due strati:
·
strato
basale: così
denominato in quanto su di esso poggiano tutti gli altri strati; le sue
cellule danno origine alle cellule degli strati sovrastanti; il microscopio
elettronico ha messo in evidenza tonofilamenti di 7,5 nm di spessore che
rappresentano i precursori della cheratina, proteina fibrosa elaborata dai
numerosi ribosomi liberi; le cellule sono unite tra loro da piccoli desmosomi
disposti nelle facce laterali e nella faccia basale della cellula a contatto
con il connettivo sottostante, dove presentano piccoli prolungamenti, o
radichette, che hanno la funzione di fissare meglio la cellula alla membrana
basale e di aumentare la superficie assorbente a contatto del connettivo dove
si trovano i capillari sanguigni
·
strato
spinoso:
formato da 2-3 ordini di cellule; delle due cellule figlie che derivano dalla
divisione di una cellula dello strato basale, una conserva i caratteri di
cellula staminale e rimane nello strato germinativo, mentre l’altra si
sposta verso lo strato spinoso acquisendone i caratteri distintivi, che
consistono in una forma poliedrica, leggermente appiattita, con il diametro
maggiore disposto parallelamente alla superficie della cute; le cellule dello
strato spinoso sono fornite di brevi prolungamenti, o spine,
che al microscopio luce furono denominati ponti intercellulari, ma il
microscopio elettronico ha dimostrato che non esiste continuità
citoplasmatica fra cellule adiacenti
Fig. XXVI.
2. – Ultrastruttura di cellula epidermica dello strato basale
In alto – a destra e a sinistra
– le frecce indicano i desmosomi,
mentre in basso esse indicano i
semidesmosomi o emidesmosomi.
·
strato
corneo, superficiale, comprendente gli strati delle cellule che
hanno subìto il processo di cheratinizzazione, e precisamente:
·
strato
granuloso: le
cellule dello strato spinoso, migrando verso la superficie dell’epitelio
stratificato, si fanno sempre più appiattite e allungate e raggiungono lo
strato granuloso, costituito da 2-6 ordini di cellule; i nuclei cominciano a
presentare evidenti segni di alterazione; il citoplasma contiene granuli di
forma irregolare, più o meno voluminosi, che si colorano intensamente con
coloranti basici, i granuli di cheratoialina, costituiti da materiale denso e omogeneo,
non avvolto da membrana, del diametro di 1-5 mm
·
strato
lucido: può
mancare quando l’epidermide è sottile; si trova sovrapposto allo strato
granuloso e appare come un’esile linea omogenea chiara e rifrangente,
risultanza di uno o più ordini di cellule estremamente appiattite e
allungate, in cui è presente l’eleidina
·
strato
corneo: è
formato da pochi ordini di cellule fino a qualche centinaio, a seconda del suo
spessore; le cellule dello strato granuloso e dello strato lucido si sono
progressivamente modificate in elementi lamellari estremamente appiattiti,
completamente cheratinizzati e contenenti solo una bassissima percentuale di
acqua; le lamelle non contengono nucleo né organuli cellulari, ma solo
filamenti impacchettati di cheratina, derivati dai tonofilamenti, inclusi in
una matrice opaca agli elettroni probabilmente originata dalla cheratoialina.
Lo spessore dell’epidermide varia nei diversi vertebrati
e nella stessa specie varia nelle diverse regioni del corpo. Nell’uomo lo
spessore dell’epidermide è compreso fra 30 mm
e 1,5-2 mm, essendo più spessa al palmo della mano e alla pianta del piede.
Fig. XXVI. 3. – Ultrastruttura di cellula epidermica dello strato spinoso
Fig. XXVI. 4. – Ultrastruttura di cellula epidermica dello strato granuloso
Fig. XXVI. 5. – Ultrastruttura di una lamella cornea dell’epidermide