Può essere prematuro affrontare
problemi di genetica del piumaggio che saranno comprensibili solo dopo aver
letto alcune parti del terzo volume. Ma il titolo di questo sottocapitolo è
pertinente alla trattazione del colore e del bianco, per cui riporto per
intero il mio articolo - dallo stesso nome - apparso in Rivista di
Avicoltura, 9/1997.
Il piumaggio completamente bianco del pollo domestico è una caratteristica che non è presente in nessuna delle quattro specie di Galli della giungla considerati come suoi possibili antenati. Anche ammettendo che il Gallo grigio della giungla - Gallus sonnerati - possa in qualche modo aver contribuito alla nascita del pollo domestico, il bianco del suo mantello non raggiunge mai, sia nel maschio che nella femmina, un’estensione tale da rendere i soggetti facile preda dei naturali nemici.
La riprova che il bianco, combinato con altri colori,
possa ottenere effetti mimetici, viene offerto dalla zebra: un mantello dal
disegno prepotente di giorno, rende l’animale quasi invisibile di sera e di
notte, quando strisce bianche e nere ottengono l’effetto di spezzarne la
sagoma. I cacciatori sanno che durante un luminoso chiar di luna la zebra è
invisibile a 50 passi, e che alla luce delle stelle si può mancarla a poco
più di 4 metri e mezzo.
Pertanto, il bianco esteso a tutto il piumaggio è la
conseguenza di una mutazione che non rispetta le esigenze mimetiche del genere
Gallus, capaci di garantirne la
sopravvivenza in condizioni naturali. Si tratta di una mutazione genica che,
nelle mani dell’uomo, ha potuto conservarsi attraverso i millenni,
diventando, ad un tempo, motivo sia estetico che commerciale di quella
selezione che egli ha intrapreso sulla discendenza dei primi soggetti
caratterizzati da questa livrea.
Dal punto di vista genetico non bisogna fare di ogni
bianco un fascio. Un Brahma bianco columbia, un Nagasaki bianco coda nera, una
Livorno bianca, una Silky bianca , una
Nana
Olandese varietà argento , sono tutti soggetti che presentano il colore
bianco in modo più o meno esteso, talora così esteso da aver cancellato
qualsiasi traccia di pigmento dalle piume. Anche un buon soggetto splash
può presentarsi totalmente bianco, o quasi. I geni coinvolti nell’eliminare
il rosso o il nero - o ambedue i pigmenti caratteristici delle piume del
genere Gallus - cambiano di volta in
volta, e, nel soggetto splash, si
tratta addirittura del gene del blu.
Per meglio intenderci, analizzeremo le varietà che
abbiamo citato, e vedremo almeno un gene responsabile di una particolare
distribuzione del rosso e del nero, nonché alcuni geni capaci di eliminare il
rosso o il nero o ambedue i pigmenti.
Brahma
bianco columbia o ermellinato
Il gene columbia - Co
- non fa parte del patrimonio genetico dei soggetti selvatici, e pertanto è
anch’esso una mutazione, come lo sono i geni responsabili del piumaggio
totalmente bianco. In un soggetto rosso-nero il gene columbia costringe il
nero a venir relegato al collo, alla coda, alle remiganti e alle piume dei
piedi, quando essi sono calzati. Il resto del mantello rimane pigmentato in
rosso. In termini scientifici il pigmento nero è detto eumelanina,
e quello rosso feomelanina.
Con l’introduzione del gene dell’argento nel patrimonio genetico del soggetto rosso columbia - termine non del tutto corretto, ma che usiamo per meglio intenderci - ecco che la feomelanina viene annullata e otteniamo il soggetto bianco columbia. Le aree nere rimangono indenni, in quanto il gene dell’argento è antagonista solo del gene dell’oro, ambedue legati al sesso in quanto risiedono sui cromosomi sessuali. Il gallo possiede due cromosomi sessuali identici (Z/Z); la gallina possiede un solo cromosoma Z come il maschio, mentre l’altro cromosoma sessuale è differente da Z, ed è detto W. Pertanto, sotto questo profilo, la gallina è rappresentabile come Z/W.
Ne deriva che il gallo può possedere due geni dell’argento,
mentre la femmina può possederne sempre e solamente uno, perché sul
cromosoma W non risiedono gli alleli dei geni presenti sul cromosoma Z. Ma,
anche se la gallina ha un solo gene dell’argento, questa colorazione può
estrinsecarsi appieno, in quanto la sua azione non viene controbilanciata o
antagonizzata da nessun altro gene omologo legato al sesso.
Oro e argento sono due alleli, in quanto si tratta di geni
ognuno dei quali occupa la stessa identica posizione sul cromosoma sessuale.
Nel soggetto selvatico è presente il gene dell’oro che viene indicato con s+
(s = silver = argento), dove il
segno + vuol dire che si tratta di un gene che non è mutato; la lettera
minuscola sta a indicare che viene sopraffatto dalla sua mutazione apparsa ad
un certo punto della storia naturale del pollo domestico. Tale mutazione è l’argento,
indicato allora con la S maiuscola e
senza segno +, e la maiuscola vuole indicare che l’argento è dominante sull’oro.
Ovviamente, non è questa la sede per addentarci nei meandri della genetica
dell’oro e dell’argento, che talora è molto complessa.
La segregazione legata al sesso degli alleli S
e s+ può servire a scopi commerciali, essendo alla base degli
incroci più diffusi volti a ottenere femmine che depongono uova dal guscio
marrone. In pratica si incrociano maschi rossi coda nera, come i Rhode Island,
con femmine bianco columbia come le Sussex: ne risultano maschi argento e
femmine oro che, appena nati e lasciati asciugare, possono agevolmente essere
separati in base alla colorazione del rispettivo piumino.
Nana
Olandese varietà argento
Questo paragrafo può essere dedicato a tutti quei soggetti che nello standard vengono classificati come argentati derivanti dalla colorazione dorata; paradigmatico, oltre a quello della Nana Olandese , è anche il caso della Livorno. Negli argentati, la distribuzione delle aree bianche corrisponde esattamente a quella delle aree che erano rosse prima che nel patrimonio genetico venisse introdotto il gene dell’argento, il cui acronimo, come abbiamo appena detto, è S, che sta per silver.
Una particolarità che gli
allevatori amatoriali debbono conoscere, è il fatto che il petto salmone
delle femmine dorate non viene tramutato in argento, in quanto questo gene non
è in grado di determinare la scomparsa della feomelanina dal petto femminile,
che, probabilmente, ha caratteristiche chimiche diverse dalla feomelanina
presente nelle restanti aree del mantello sia del gallo che della gallina.
Questa peculiarità d’azione del gene dell’argento permette di distinguere
se una femmina argentata, etichettata come derivante dal dorato, lo sia
veramente, oppure se essa derivi dal perniciato. Le femmine derivate dal
perniciato e che abbiano nel loro corredo il gene dell’argento, non hanno
petto salmone, bensì un petto le cui piume sono puntinate di nero e di
argento, come accade per il resto del loro piumaggio.
Bianco
splash o bianco spruzzato di nero e blu
Col termine splash,
che in inglese significa spruzzo, si
intende quella particolare colorazione del piumaggio comunemente denominata bianco sporco. I classici soggetti splash sono neri in partenza. Con
l’aggiunta di un solo gene del blu - Bl
- l’eumelanina viene diluita, conferendo alle piume, che dovevano essere
nere, un colore per lo più grigio ardesia, ma che talora può essere quasi
nero, oppure avere una tonalità pastello, tanto da essere chiamato blu
tortora.
Con l’aggiunta di due geni del blu - Bl/Bl - l’eumelanina
viene diluita a tal punto da scomparire, o quasi, in tutti i distretti del
mantello. Soggetti splash che si presentino bianco candidi sono eccezionali,
in quanto il gene del blu è un gene un po’ bizzarro, talora fiacco, per
cui, anche se presente in doppia dose nel patrimonio genetico, solo raramente
riesce ad inibire la formazione di eumelanina a carico di tutte le piume. Si
tratta per lo più di un gene la cui espressione, oltre ad essere talora
fiacca, è pure incostante.
Però, se si ha la fortuna di imbattersi in un gene a dovere, ecco che una Wyandotte oro orlo nero può tramutarsi in un bel soggetto oro orlo bianco se dotato di due geni del blu di prima qualità. Apparentemente siamo saltati di palo in frasca, cioè da un soggetto nero a un soggetto rosso-nero, ma si tratta di un salto logico, in quanto il gene del blu può essere introdotto in soggetti rosso-neri per ottenere variazioni cromatiche sul tema.
Attenzione: i suddetti soggetti oro
orlo bianco possono denominarsi in questo modo in quanto il gene del blu,
anche in doppia dose - Bl/Bl
- è inattivo sull’oro, per cui l’intensità e la tonalità oro della
parte centrale della piuma non vengono diluite e slavate come quando, al posto
del blu, è stato impiegato il gene del bianco dominante, che è attivo sia
sul nero che sul rosso. In questo caso i soggetti vanno denominati giallo orlo
bianco, o fulvo orlo bianco, e ne vedremo tra poco il perché.
Livorno
bianca
Ecco un classico esempio di
piumaggio bianco dovuto al gene del bianco dominante, il cui acronimo è I,
che sta per inhibitor. Teoricamente saremmo indotti a pensare che un gene il
quale ha ricevuto l’aggettivo di dominante e il cui simbolo è scritto con
la lettera maiuscola, sia un gene che in singola dose sia capace di cancellare
dalle piume qualsiasi pigmento, quasi si servisse di un potente candeggiante.
Le cose non stanno così, in quanto chiunque avrà già sperimentato l’incrocio
fra una Livorno dorata e una Livorno bianca. Al primo giro di boa otteniamo
soggetti pyle - si scrive anche pile
- che sono bianco-rossi (o,
meglio, bianco-gialli, come abbiamo puntualizzato a proposito della Wyandotte
giallo orlo bianco) dotati di un fascino del tutto particolare. Le aree nere
diventano bianche e il rosso viene diluito con un’intensità che è
variabile.
Abbiamo così sintetizzato l’azione del gene del bianco
dominante, che, in dose singola, inibisce il nero - ma non sempre - e inoltre
diluisce il rosso. In dose doppia, cioè nei soggetti omozigoti, dovremmo
assistere alla scomparsa totale del nero e del rosso. Ma ciò non accade se
non attraverso un’accanita selezione, capace di accumulare nella progenie
probabilmente tutta una serie di geni modificatori capaci di cooperare col
gene I nell’ottenere un soggetto
candido. La stessa affermazione è valida anche per i soggetti blu e splash.
Infatti, e cerchiamo di ricordarlo molto bene, in genetica
è fondamentalmente un errore parlare dell’azione di un solo gene, in
quanto, anche se non si riesce a identificarli e a localizzarli sui cromosomi,
esistono dei geni che aiutano altri geni a ottenere la vittoria finale, come
fanno i tifosi quando incitano la squadra del cuore.
Questa mutazione è caratteristica della Livorno bianca,
ma è posseduta anche dalla Cornish rossa orlo bianco (sic!) e giubileo,
Polish fulva orlo bianco, Wyandotte fulva orlo bianco, dai due Combattenti
Inglesi Antico e Moderno pile, dal
Collo Nudo del Forez. Quei pulcini che da adulti saranno completamente
bianchi, quando nascono sono di colore giallo chiaro.
Veramente dominante e vittorioso è il bianco recessivo, ma solo se posseduto
in dose doppia, quindi, negli omozigoti. Potete star certi che un soggetto che
possegga due geni del bianco recessivo non presenterà tracce di pigmenti nel
suo piumaggio, anche se talora qualche deroga a questo postulato è
osservabile.
Il gene che permette la colorazione è stato siglato con C+,
che vuol dire color, posseduto senz’altro
dai soggetti selvatici, che nel nostro caso sono i Galli della giungla, i
quali sono fondamentalmente colorati in nero e in rosso. Essendo il bianco
recessivo una mutazione ed essendo incapace di contrastare un singolo gene C+,
la sua sigla è c.
Cosa succede incrociando una Silky nera e una Silky
bianca? Ovviamente dobbiamo partire con una Silky nera omozigote per C+,
e non dobbiamo preoccuparci da dove derivi la Silky bianca, in quanto essa è
perentoriamente omozigote per il bianco recessivo. Ordunque, la progenie del
suddetto incrocio è tutta quanta nera, ma è eterozigote, in quanto possiede
un gene del bianco recessivo nonché il suo allele selvatico C+. Questa situazione viene
rappresentata così: C+/c.
Se incrociamo fra loro i figli neri eterozigoti, allora la
discendenza si presenterà sia bianca che nera secondo precise proporzioni e
secondo precise composizioni geniche:
25% bianchi c/c
75% neri, dei quali 2/3 eterozigoti c/C+
e 1/3 omozigoti C+/C+.
Il bianco recessivo è presente in Cocincina, Cocincina nana, Dorking, Nagasaki, Langshan, Orpington, Moroseta, Sultano, Wyandotte, Bresse, Gatinaise, Plymouth Rock, Minorca, Jersey Giants, Langshan, e altre razze ancora. Il piumino del pulcino bianco recessivo è molto variabile: può essere chiaro, oppure può essere scuro quasi come nei maschi di Plymouth Rock barrata. In altri casi i pulcini c/c hanno un piumino amelanotico.
Non è ancora stato chiarito quali sono i genotipi che
fanno da sfondo a queste variazioni cromatiche del piumino, e si può solo
affermare che il gene E del nero
esteso è presente quanto il piumino
si presenta grigiastro. L’intensità del grigio sembra dovuto a geni
modificatori, anche se le femmine in media si presentano più scure dei
maschi.
Usando il gene del bianco recessivo non sarà mai
possibile ottenere il pyle, in
quanto un solo gene c è inattivo,
oltre che sul rosso, anche sul nero, ed è proprio la soppressione del nero
che caratterizza la livrea del pyle.
Epilogo
Ed eccoci alla promessa fatta
con il titolo di questo articolo. Come possiamo ottenere soggetti di un
candore ineguagliabile? Il procedimento è alquanto laborioso, ma potrebbe
valerne la pena.
Partire con soggetti nero integrale, come, per esempio,
una Livorno nera, introdurre due geni del bianco recessivo che già da soli
assicurano la scomparsa dalle piume di qualsiasi pigmento, aggiungere due geni
del blu per sopraffare eventuali residui di nero, finire con il gene dell’argento,
che darà il colpo di spugna ad eventuali residui di rosso che volessero fare
capolino. È consigliabile partire dal nero esteso per evitare il più
possibile i fastidiosi riflessi paglia che sono la dannazione dell’allevatore
che si è messo in testa di vincere una competizione con i suoi soggetti
bianchi. È un dato ormai acquisito che in molte linee commerciali di Livorno
bianca è presente il blu, scoperto anche in due linee di polli da carne.
Quindi, per essere
Allevatori, bisogna saper combinare
scienza e pazienza.