Vol. 2° -  XXV.6.

IL BIANCO

Giunti alla fine del capitolo dedicato ai colori strutturali dobbiamo prendere in considerazione la presenza di tutti i colori dello spettro, cioè il bianco. La neve è bianca in seguito alla rifrazione e alla riflessione della luce bianca da parte delle innumerevoli superfici poste tra due sostanze con diverso indice di rifrazione: ghiaccio e aria.

Il bianco di una polvere viene attenuato quando l’aria presente negli interstizi è spiazzata da un liquido con indice di rifrazione prossimo a quello del solido. Così il gesso, quando viene bagnato, diventa grigio, e un foglio di carta unto d’olio diventa traslucido. La schiuma è bianca a causa del differente indice di rifrazione esistente fra aria e liquido, sia esso acqua incolore o birra gialla.

Anche il latte e altre emulsioni sono bianchi. In tutti i casi citati la luce bianca incidente viene riflessa da innumerevoli superfici, viene diffusa senza che le superfici o le particelle siano piccole quanto basti a generare un colore dello spettro.

Siccome anche in questo caso è in causa la diffusione, il termine diffusione di Tyndall è limitato alla produzione dell’azzurro o del verde. Il bianco è dovuto alla struttura fisica, ma nel suo determinismo può intervenire anche la natura chimica della sostanza: i cristalli di solfato di rame sono blu e man mano che vengono assottigliati diventano pallidi e quindi bianchi, mentre un colore di anilina non è mai bianco anche se la polvere viene stesa in strato molto sottile. L’anilina assorbe più intensamente certe lunghezze d’onda rispetto al solfato di rame.

Il bianco dei capelli, come quello della neve o del giglio , è causato da spazi d’aria contenuti in una sostanza solida traslucida. Il bianco delle piume è dovuto alle barbe e alle barbule prive di pigmenti, così numerose da causare un’imponente e diffusa riflessione della luce, come accade per la neve, il cotone o la carta.

Quando una piuma bianca è immersa nel balsamo del Canada, con indice di rifrazione praticamente uguale a quello della cheratina, il bianco svanisce come quando si unge un foglio di carta. Nelle piume la riflessione si verifica sulla superficie degli innumerevole spazi aerei microscopici tappezzati da cheratina, la quale riveste l’infinita quantità di barbe e barbule prive di melanina. Anche il cresolo - dotato di indice di rifrazione 1,5 - può spiazzare l’aria da tali spazi, rendendo la struttura traslucida.

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