L'animale transgenico è un
animale il cui patrimonio genetico è stato modificato mediante introduzione
nella sua linea germinale di transgeni,
cioè di geni omologhi ma estranei o artificialmente modificati.
La procedura per produrre animali transgenici è la
seguente: i geni da trasferire vengono inseriti direttamente nel pronucleo
maschile di una cellula uovo appena fecondata in vitro o in vivo, in
quest'ultimo caso ottenuta mediante lavaggio uterino. Più precisamente, si
inoculano 1-2 picolitri di DNA, pari a circa 100-200 copie del gene da
inserire.
Il gene inserito può essere integrato nel genoma della cellula uovo, e
questa, se l’inserimento del nuovo gene ha avuto successo, quando verrà
trapiantata in una femmina ricevente darà origine allo sviluppo e alla
nascita di un animale transgenico.
Il primo esperimento di transgenia, coronato da successo,
è stato condotto da Palmiter e coll. che hanno inserito in oociti fecondati
di topo il gene che codifica per l’ormone della crescita di ratto. Per
ottenere polli transgenici si preleva l’uovo dall'ovidutto, prima della
fusione dei pronuclei, e si inocula il gene prescelto come già descritto;
quindi, si coltiva l’embrione in guscio artificiale. Ma nel pollo, come
vedremo, la metodica è alquanto indaginosa.
Alcuni biotecnologi hanno pensato di sfruttare bovini e
ovini transgenici trasformandoli in veri e propri laboratori chimici viventi,
in grado di secernere proteine e prodotti farmaceutici nel loro latte. Sono
già state fondate diverse società per l’applicazione della transgenetica
e, fra queste, una società del Texas è riuscita ad allestire un costrutto
genetico caratterizzato, oltre che dal gene umano da esprimere (ad esempio, a-tripsina, interferoni, ormone
della crescita, fattore IX), anche da un gene promotore della b-caseina, in modo che l’espressione
genica si verifichi solo nelle cellule della ghiandola mammaria. In Canada,
all'Università di Calgary, esiste già un bovino transgenico che contiene il
gene che codifica per il b-interferone
umano.
Il traguardo più ambìto è quello di ottenere tessuti e organi animali da usare per trapianti umani. Il rigetto di un trapianto avviene inizialmente per i danni vascolari causati dagli anticorpi naturali del ricevente verso le proteine delle cellule endoteliali del trapianto stesso. Tale reattività degli anticorpi naturali pare essere bloccata negli endoteli umani dalla presenza di residui di fucosio sulle proteine endoteliali, mentre nelle altre specie animali manca il fucosio.
Pertanto, al
fine di rendere meno estraneo per l’uomo un organo trapiantato di origine
animale (ad esempio suino), si stanno producendo animali transgenici. Il gene
umano della fucosio-transferasi è già stato inserito in alcune linee di
suini, nelle quali le proteine delle cellule endoteliali, presentando ora i
residui di fucosio come quelli dell'uomo, dovrebbero impedire la reattività
anticorpale dell'ospite, evitando o ritardando sensibilmente il temuto
rigetto.