La possibilità di sintetizzare
sequenze nucleotidiche specifiche, di legarle a gruppi diversi o di
modificarne la struttura, ha dato origine a una vasta serie di prodotti
oligonucleotidici complementari a RNA messaggeri. Tali composti sono in grado
di inibire la traduzione di tali RNA e, di conseguenza, l’attività del gene
dal quale vengono trascritti.
Attualmente rivestono grande interesse, e sono in continua
espansione, le tecnologie che si prefiggono di utilizzare oligonucleotidi che inibiscono specificamente l’RNA
messaggero. Lo scopo è quello di sconfiggere alcune malattie
virali, in primis l’AIDS, nonché
un altro flagello che ci portiamo appresso da secoli, le neoplasie.
Se la sequenza nucleotidica di un gene è nota, è
possibile sintetizzare l’altro filamento di DNA o filamento antisense. Se la copia duplicata di un gene viene inserita in un
cromosoma secondo un orientamento inverso rispetto al gene normale, il
filamento antisense di tale gene
viene trascritto. Ne deriva la comparsa di un mRNA antisense, complementare al filamento di mRNA dovuto al gene
normale. Essendo i due mRNA complementari, si uniscono tra loro, impedendo
così la traduzione del filamento di mRNA normale e la sintesi di proteine
responsabili di alcune condizioni patologiche.
Inoltre, simili filamenti antisense possono venir introdotti nelle cellule, dove aderiscono ai
filamenti complementari di DNA, riuscendo in tal modo a deprimere la
trascrizione dei geni. In colture di cellule tutto ciò ha avuto esito
positivo per il gene del carcinoma
squamoso laringeo dell’uomo.
L’RNA antisense è stato usato nel pomodoro per bloccare la traduzione dell’mRNA
implicato nella sintesi della poligalatturonasi,
enzima responsabile del rammollimento del frutto. I pomodori poveri di questo
enzima possono essere trasportati senza refrigerazione e senza che perdano in
sapore e consistenza.