Il sesso d’appartenenza è una
parte molto importante del background
genetico, cioè dello sfondo su cui si esprimono tutti gli altri geni.
Infatti, benché la penetranza e l’espressività di molti geni siano simili
nei due sessi, altri geni hanno un’azione profondamente diversa a seconda
del sesso, anche se i geni in questione di per sé non intervengono nella
determinazione del sesso. Si dice che questi geni sono limitati
dal sesso, in quanto si
esprimono fenotipicamente in un solo sesso.
Nel caso di rigida limitazione da parte del sesso, la situazione può essere descritta nel modo seguente: se A e a sono due alleli la cui espressione è limitata dal sesso, i tre genotipi AA, Aa e aa sono indistinguibili in un sesso mentre nell’altro si manifestano due o tre fenotipi distinti, a seconda che l’eterozigote assomigli o no a uno dei due omozigoti. La conoscenza di questo fenomeno è di notevole importanza negli incroci delle mucche da latte.
Infatti si sa che la quantità e la qualità del latte
sono sotto il controllo di numerosi geni, che derivano in parti uguali dai due
genitori. Dato che questi geni sono autosomici, tori e mucche possono avere
gli stessi geni. Naturalmente il fenotipo quantità
e qualità del latte si esprime limitatamente alle femmine, anche se,
sperimentalmente, si potrebbe indurlo anche nei maschi. Sui bovini non sono
stati fatti esperimenti di questo tipo; i maschi di Porcellino d’India hanno
invece secreto del latte in seguito all’asportazione dei testicoli e
successivo trattamento con ormoni sessuali femminili. Il tipo e la quantità
di questo latte ha fornito utili indicazioni sulle differenze su base
ereditaria.
Nell’uomo esistono esempi di coinvolgimento di geni la
cui espressione è limitata a un sesso: sono il cancro dell’utero e della
prostata. In base a considerazioni del tutto generali sembra pure che la
quantità di latte prodotto dalla donna sia influenzata da geni presenti in
entrambi i sessi. Molto probabilmente anche altri geni derivanti da ambedue i
genitori controllano varie proprietà anatomiche e fisiologiche del sesso
femminile, come l’ampiezza del bacino o l’età d’inizio delle
mestruazioni. Qualcosa di analogo accade per alcuni caratteri limitati al
sesso maschile, come la crescita della barba o la quantità e la distribuzione
dei peli sul corpo. Un’indicazione a questo proposito ci viene dagli incroci
fra razze umane. I maschi Caucasici sono in media più pelosi dei Mongolici e
i figli nati da rappresentanti delle due razze sono spesso di villosità
intermedia, e ciò sta ad indicare che la madre ha fornito dei geni che si
esprimono solo nei maschi.
Occorre notare che il fenomeno della limitazione da parte del sesso e dell’associazione al sesso non sono la
stessa cosa. Il secondo termine infatti fa riferimento alla localizzazione dei
geni sui cromosomi sessuali, mentre il primo sta ad indicare l’espressione
di alcuni geni in un solo sesso nel corso dello sviluppo dell’organismo. Per lo più i geni limitati dal sesso sono
autosomici.
Questi caratteri dovuti a geni autosomici e che si
esprimono solo in un sesso, hanno pertanto una penetranza uguale a zero nel sesso opposto.
Negli animali domestici vi sono caratteri limitati a un sesso che riguardano
solo il sesso femminile: produzione di latte e uova. Si tratta di capacità
variabili determinate da parecchi geni, detti poligéni o fattori multipli,
e possiamo anticipare dicendo che la selezione di caratteri tesi a un’elevata
produttività è abbastanza difficile, in quanto:
o
i geni implicati nel processo sono parecchi
o
l’ambiente può avere un ruolo importante nel
determinare le prestazioni, e quindi il fenotipo
o
le caratteristiche da selezionare non sono misurabili nei
maschi.