Se, come spesso accade, numerose
caratteristiche anormali presenti nello stesso individuo si trasmettono alla
sua prole quasi si trattasse di un’unità, di solito si può ammettere che
dipendano tutte da un unico gene. In medicina, un gruppo di caratteri di
questo tipo riceve il nome di sindrome, che costituisce un insieme di sintomi
senza che venga specificata la causa. Così, di fronte a febbre e sintomi
correlati senza sapere se si tratta di un colpo di calore o di un’influenza
o di una polmonite in fase iniziale, si parla di sindrome febbrile.
Un esempio noto di sindrome genetica è costituito dalla sindrome di Marfan, o aracnodattilia, dita da ragno, cosiddetta a causa dell’eccessiva lunghezza delle ossa delle dita delle mani e dei piedi descritta in un altro capitolo.
Un altro esempio lo troviamo
nella sindrome di Laurence-Moon-Biedl, in cui si manifestano
deficienza mentale, obesità, dita soprannumerarie alle mani e ai piedi,
sviluppo subnormale degli organi genitali. Non è chiaro come un singolo gene
produca caratteri così diversi. Ma è certamente possibile che siano tutte
espressioni di qualche singola azione genica primaria, le cui conseguenze
siano molteplici. Per esempio, secondo McKusick, i differenti sintomi della
sindrome di Marfan possono essere la conseguenza di un difetto a carico del
tessuto connettivo.
Grüneberg è riuscito a fornire una spiegazione di
una
sindrome
ereditaria nel ratto che ha vaste implicazioni dal punto di vista dello
sviluppo. In un ceppo speciale, geneticamente atipico, vengono prodotti
individui che sembrano normali alla nascita, ma entro pochi giorni la crescita
è ritardata, la respirazione diventa anormale e presto interviene la morte.
Gli studi anatomici mostrano tutta una varietà di anomalie, come trachea
ristretta, coste ispessite, emorragie polmonari, posizione anormale degli
organi del torace, alto contenuto di emoglobina nel sangue; caratteristiche
tutte che dipendono in qualche modo da una formazione anormale delle
cartilagini. Nell’animale in via di sviluppo, dovunque la cartilagine si
formi, essa si differenzia in maniera anomala, e determina vari difetti che, a
loro volta, producono ulteriori anomalie in altri organi o in altre funzioni.
Queste anomalie, prese singolarmente, o tutte insieme, determinano la morte
dell’individuo.
Nell’uomo, una sindrome particolarmente ben compresa, è
l’anemia
falciforme. Come già descritto in precedenza, il gene per l’emoglobina
anormale, HbS,
ha il suo effetto primario sulla produzione di una catena polipeptidica b anomala, che differisce da
quella normale per un singolo aminoacido. Questa differenza può portare a un
nuovo punto isoelettrico, nuove proprietà ioniche, nuova solubilità per l’emoglobina,
nuova forma delle emazie, nuove proprietà della corrente sanguigna, emolisi,
ittero, diminuzione della pressione parziale di ossigeno nel sangue e così
via. Se non si prestano speciali cure mediche, molti pazienti affetti da
anemia falciforme muoiono prima di raggiungere l’età riproduttiva. Si
osservano numerose anomalie in molti distretti e in molti organi, e la morte
può essere causata da una qualsiasi delle complicanze della situazione
patologica, tutte riconducibili all’effetto primario dell’allele, che
comporta la sintesi dell’emoglobina S.