Un individuo normale è
diploide, in quanto dotato di due assetti cromosomici, mentre un organismo
monoploide possiede un solo assetto. Quest’anomalia si verifica raramente e
per lo più non viene rilevata in quanto, essendo i geni letali frequenti,
essi non vengono controbilanciati dagli alleli mancanti. Alcune vespe,
formiche e le api maschio, o fuchi, sono normalmente monoploidi.
La poliploidia si verifica
quando una cellula possiede un numero di assetti cromosomici superiori al
normale. Negli Animali l’evoluzione vuole che le conseguenze di assetti
cromosomici superiori a 2 siano generalmente molto gravi o letali; pertanto lo
studio della poliploidia deriva abitualmente da feti. È la causa più
frequente degli aborti spontanei
nell’uomo e negli animali.
Uno studio di Bloom relativo al pollo (1966) attribuisce quest’alterazione dell’assetto cromosomico ad anomalie della fertilizzazione piuttosto che a partenogenesi. La selezione può aver giocato un ruolo importante nella modulazione di queste anomalie dovute a modificazione dell’intero assetto cromosomico, che in un ceppo possono andare dallo 0,8% al 14,5%. Molte aberrazioni cromosomiche sono causa di seri difetti fisici e comportano anche un’elevata mortalità durante l’incubazione.