Vol. 1° -  VIII.12.2.
Le popolazioni precolombiane

Si ritiene che il Continente Americano, quando i primi uomini di Colombo ne calcarono la terraferma, fosse popolato da 50-100 milioni d’abitanti.

Infatti i primi Americani erano giunti a ondate successive da almeno 20.000 anni, provenendo in massima parte dalla Siberia attraverso l’Istmo di Bering [1] , allora terraferma e invaso ad intervalli dal mare a causa dei periodi interglaciali che si frapponevano ad ogni glaciazione.

Probabilmente vi giunsero cacciando grossi animali, e molti antropologi ritengono che tutti i popoli americani abbiano un’unica origine etnica: il ceppo mongolico.

Fig. VIII. 37 - Lo Stretto di Bering: a lungo e diverse volte fu istmo, attraversato da popoli di ceppo mongolico che colonizzarono l’America. Per essere stato tanto volte istmo, gli è valso il nome di Beringia.

Ricordiamo che la quinta e ultima glaciazione del Quaternario ebbe termine alle soglie dell’Olocene - il cui inizio viene fissato al 9000 aC - quando le coltri di ghiaccio del Würmiano cessarono di espandersi.

La glaciazione Wisconsin, corrispondente al Würmiano in Europa, durò approssimativamente dal 90.000, o dal 75.000, all’8000 aC. Si è teorizzato che varie volte, durante il Wisconsin, molta dell’acqua che ricopriva la superficie terrestre fosse ghiacciata, provocando notevoli abbassamenti del livello degli oceani e conseguenti emersioni di terre altrimenti sommerse. Dove adesso si trovano gli 85 km d’acqua profondi 50 metri dello stretto di Bering, vi sarebbe stata una striscia di terra ricoperta dalla tundra, larga forse 1.500 km, che univa Asia e America.

Pian piano e col crescere della popolazione insediata iniziarono le migrazioni verso sud, che in un primo tempo attraversarono trasversalmente l’attuale territorio del Canada, per raggiungere il Golfo del Messico in circa 350 anni. Ma qui, a causa della difficile conformazione del terreno, i popoli si fermarono per un lunghissimo periodo prima di espandersi verso meridione.

Non si possono escludere arrivi molto anteriori attraverso lo stesso Istmo e magari da zone completamente diverse: si pensa che ciò possa essere avvenuto 40.000 anni fa [2] . Queste popolazioni, dotate di caratteristiche che le rendono distinte dai primi Indiani d’America, sarebbero successivamente diventate Eskimo, Aleutini e forse altri gruppi di nativi americani.

Esistono 4 sottotipi di immunoglobulina umana della classe G. Uno studio recente di questi allotipi sta ad indicare, ad esempio, che si verificarono 3 grandi migrazioni anche dal Sudest Asiatico: la prima tra 40.000 e 16.000 anni fa, la seconda circa 12.000 anni fa, e la terza circa 9.000 anni orsono.

Ciascuna di queste migrazioni avrebbe dato luogo a una distinta popolazione: Paleoindiani, Na-Denè e Eskimo-Aleuti.

In base ai reperti archeologici e paleontologici le date approssimative delle migrazioni umane all’interno delle Americhe sarebbero le seguenti:

Date approssimative
del popolamento delle Americhe

valori espressi in anni fa

NORD AMERICA

Midlands

20.000

 

Terre del nord-est

16.000 - 10.000

 

Terre del sud-ovest

12.000

 

Grandi pianure

12.000

 

Costa nord-ovest

12.000 ¸ 10.000

 

Costa sud-ovest

11.500 ¸ 11.000

 

Grandi Laghi

11.500 ¸ 9.000

 

California

10.000

MESO AMERICA

 

15.000 ¸ 9.000

SUD AMERICA

Perù

20.000 - 15.000

 

Argentina

12.500

 

Patagonia, Terra del Fuoco

10.000

Naturalmente queste valutazioni non escludono che nel Continente Americano esistessero già altre popolazioni. Ma di esse, almeno per ora, non si ha traccia alcuna.

 sommario 

 avanti 



[1] Vitus Johansen Bering, celebre esploratore danese, nacque nel 1680. Fu colpito da scorbuto mentre era di ritorno dalle Aleutine e la mancanza di vitamina C lo costrinse ad approdare sull'isola che prese il suo nome, dove morì nel 1741.

[2] George Carter, in Earlier than you think: a personal view of Man in America (1980) si spinge sino a 100.000 anni fa, prima dell’ultima glaciazione.