§ L’omoplasia - o analogia per un determinato carattere - consiste in una semplice rassomiglianza con un antenato il quale, pur possedendo lo stesso tratto, non l’ha trasmesso ereditariamente al soggetto in esame.
§ L'omologia è la somiglianza dovuta a eredità e deriva da un antenato che possiede quel determinato carattere. Quindi le omologie riflettono la storia di una linea in senso genealogico e, se correttamente identificate, permettono di organizzare le specie in alberi evolutivi.
I concetti di omoplasia e di omologia sono molto importanti. Lo studio delle convergenze evolutive - cioè dello sviluppo indipendente di caratteristiche simili - rende possibile l'identificazione di importanti funzioni. Se due specie tra loro distanti evolvono in modo da somigliarsi in alcuni caratteri, possiamo inferire qualcosa circa la funzione che tali caratteri condividono.
Per esempio, è rara fra i primati la presenza di denti dallo smalto spesso, ma ciò è di comune riscontro in specie fra loro molto distanti, compresi i primi ominidi i quali, sotto altri profili, sono marcatamente diversi. La ricerca di un comportamento comune correlato alla dieta potrebbe darci degli indizi circa la funzione adattativa della caratteristica dentaria, quindi potrebbe aiutarci a comprendere la funzione svolta da uno smalto spesso nei primi ominidi ora estinti, gli Australopitechi.
È ovvio che non tutte le omologie equivalgono a similarità: infatti gli zoccoli del cavallo e le ali del pipistrello sono omologhi in quanto derivati da arti pentadattili di lontani antenati simili al toporagno. In termini evolutivi e di sviluppo, le parti che componevano la materia prima sono state modificate e riordinate al fine di produrre tipi completamente diversi. Una situazione di questo tipo, che stenteremmo a riconoscere come conservazione, è frequente nel corso dell'evoluzione e ci permette di affermare che nuove strutture che siano realmente tali, sono rare, e nuove configurazioni vengono prodotte rabberciando le vecchie strutture.
Quindi, ricercare omologie è importante per spiegare alcuni tipi di evoluzione, in particolare l’evoluzione di nuove forme. Per esempio, sembra ora verosimile che il cervello umano, con il suo potere di generare il linguaggio, sia organizzato secondo uno schema fondamentalmente simile a quello di un macaco, che invece non è in grado di parlare. Enunciando un postulato valido in senso generale possiamo dire che le connessioni tra parti diverse del sistema sono simili; tuttavia, le proporzioni relative e le funzioni di particolari parti sono cambiate, provocando un rendimento del sistema molto differente.
Come nel caso delle ali del pipistrello e degli zoccoli del cavallo, i nuovi tipi evolutivi possono essere visti come il risultato di aggiustamenti relativamente piccoli e di riarrangiamenti di un piano globale fondamentalmente conservativo.