Il termine Ratiti deriva dal latino ratis che significa zattera, in quanto sono uccelli privi di carena sternale, per cui hanno il torace anteriormente piatto. La forchetta, derivata dalla fusione delle clavicole in un solo osso, in essi è scomparsa quasi completamente; i muscoli pettorali sono atrofizzati; solo il femore è pneumatizzato; nelle piume non vi è differenza tra rachide e iporachide; manca l’uropigio. Nello struzzo l’organo sessuale maschile è retrattile e può raggiungere i 20 cm.
Ratiti attuali |
Habitat |
|
Struthio
camelus |
Struzzo |
Africa
orientale e meridionale |
Rhea
americana |
Nandù |
America
del sud |
Casuarius
spp. |
Casuario |
Australia
e isole vicine |
Dromaius
novaehollandiae |
Emù |
ristrette
aree dell’Australia e isole vicine |
Apterygidae
spp. |
Kiwi |
Nuova
Zelanda |
Fig. II. 18 - Dinornis maximus - a sinistra - il più gigantesco tra i Moa, viveva
in Nuova Zelanda.
Aepyornis maximus - a destra -
viveva in Madagascar ed era tridattilo, a differenza del Moa che era
tetradattilo.
Ratiti scomparsi |
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Aepyornithidae |
Struzzi
del Madagascar |
Dinornithidae
|
Moa
della Nuova Zelanda |
Struthio
camelus syriacus |
Struzzo
d’Arabia
(nel 1941) |
Sembra che questi Ratiti scomparsi siano gli uccelli che hanno pagato il più alto contributo alla mania distruttrice dell’uomo. Tra i Moa, i più giganteschi furono il Dinornis maximus e il Dinornis ingens, alti 3-3,5 metri, tetradattili, con becco corto e cranio molto piccolo. Della stessa statura era l’Aepyornis maximus del Madagascar, tridattilo, con cranio più sviluppato, imparentato col Casuario e con l’Emù attuali; si calcola che raggiungesse il peso di 450 kg, per cui fu l’uccello più pesante mai esistito. Breve nota etimologica: in greco òrnis = uccello; deinòs = terribile; aipýs = alto.
Dobbiamo forse considerare i Ratiti come discendenti dei Carenati primitivi che hanno perso la capacità di volare, pur conservando tutti i caratteri arcaici dei loro antenati? C’è chi dice di sì, e forse con ragione. La perdita del volo dovrebbe essersi prodotta a più riprese e si collocherebbe principalmente verso l’Eocene, sfociando così nei Ratiti attuali. Altri dicono che le cose non stanno in questi termini: i Ratiti non hanno mai volato, in quanto si tratta di un gruppo staccatosi dal ramo aviario prima di aver acquisito il volo e abitavano il Gondwana.
Quest’affermazione si oppone ovviamente alla precedente. Se fosse vera l’ipotesi di una separazione degli Struzioniformi dal ramo comune aviario quando il volo non si era ancora sviluppato, certi dati anatomici risulterebbero poco comprensibili. Infatti lo scheletro delle ali non è sostanzialmente diverso da quello dei volatori. Inoltre le ali sono dotate di remiganti e copritrici per cui vanno considerate organi atrofizzati nati per il volo, anziché arti ridotti come nel caso dei dinosauri bipedi. Ancora, gli Struzioniformi dispongono della forcella e solo la carena è regredita. Questi dati dovrebbero essere sufficienti per poter affermare la teoria opposta:
gli Struzioniformi dapprima volavano e poi hanno perso tale abilità.
Il Terziario vide l’espansione dei Carenati Volatori, alcuni dei quali, anche se avevano scelto l’aria come habitat, in momenti diversi di quest'era regredirono fino alla perdita totale del volo, ritornando a vita terrestre. È all’inizio dell’Eocene che si constata la più ampia diffusione dell’adattamento al suolo di certi Carenati, e in numerose regioni europee ed americane vissero grossi uccelli corridori. Lo sviluppo di uccelli terrestri all’inizio dell’Eocene può essere visto sotto un profilo finalistico: in un momento in cui i mammiferi erano di piccola taglia - pensiamo al già citato Eohippus grande come una volpe - e in un momento in cui, dopo la scomparsa dei dinosauri, esistevano immensi territori desolati, la vita terricola può benissimo essere interpretata come un tentativo degli Uccelli di conquistare il dominio della Terra.
L'uovo più grande del mondo
James
Hyslop della casa d'aste londinese Christie's
compara un uovo di gallina con quello fossile dell'uccello elefante del
Madagascar
L'uovo che tutti gli amanti dei dinosauri vorrebbero ricevere per Pasqua è stato battuto all'asta da Christie's lo scorso mese di aprile 2013. Si tratta di un rarissimo uovo fossile di uccello elefante (Aepyornis maximus) del Madagascar.
Alto 30 cm e con un diametro di 21, rappresenta l'uovo in assoluto più grande del mondo, ben 100 volte più grande di quello di gallina. A deporlo è stato un esemplare di uccello elefante, un parente dello struzzo alto oltre 3 metri e del peso di 400 chili che viveva nell’isola africana tra il XIV e XVI secolo, quando la specie si è estinta per mano dell’uomo. Per ovvie ragioni, non era in grado di volare.
Anche se in realtà i fossili di queste uova gigantesche sono abbastanza comuni nel Madagascar meridionale, integri come questo sono una vera rarità tanto che il reperto è stato battuto all'asta per la stratosferica cifra di 101.813 dollari.