Vol. 1° -  II.2.3.

Il calcare litografico di Solnhofen

Le condizioni geologiche che provocarono la formazione del calcare di Solnhofen spiegano in che modo i fossili di Archaeopteryx abbiano potuto conservarsi in modo così eccezionale. Verso la fine del Giurassico la zona che oggi costituisce la Franconia meridionale era una laguna tropicale divisa in vari bacini da una serie di scogliere sottomarine. A nord della laguna si estendevano terre emerse corrispondenti all'attuale Germania centrale, mentre a sud si apriva il bacino della Tetide.

La regione della laguna non era un paradiso tropicale: l’acqua era troppo salata e quasi priva di ossigeno disciolto. Non era quindi adatta a ospitare forme di vita. Di tanto in tanto però una tempesta faceva fluire acqua di mare oltre le scogliere che delimitavano la parte meridionale della laguna, trascinandovi un gran numero di animali e piante; questi morivano ben presto nelle acque ferme, affondavano e venivano immediatamente seppelliti da strati di limo calcareo.

Anche piante e animali che vivevano sulle terre emerse più a settentrione e sulle isole lungo la costa, finivano a volte nella laguna di Solnhofen. Queste terre ospitavano molte forme di vita: conifere, cicadacee, ginkgoacee, insetti, dinosauri e Archaeopteryx. Gli uragani tropicali che soffiavano in direzione del mare potevano trascinare nella laguna gli animali volanti e le correnti potevano trasportarvi piante e carcasse di animali. Dato che le acque salate della laguna erano inospitali sia per gli organismi spazzini che per i microrganismi, i resti organici quasi non subivano alcun processo di decomposizione prima di fossilizzarsi nei sedimenti calcarei.

Come già sappiamo, finora si conoscono sei scheletri di Archaeopteryx, tutti ritrovati nel calcare di Solnhofen e quindi risalenti al tardo Giurassico; essi costituiscono i più antichi fossili di uccelli noti. Sankar Chatterjee - Texas Technical University di Lubbock - ha attribuito parti di scheletri fossili rinvenuti nel Texas in strati molto più antichi e risalenti al Triassico, a un uccello da lui chiamato Protoavis e di cui discuteremo appresso; ma i resti sono frammentari e la loro collocazione tassonomica non è ancora dimostrata con certezza.

Ognuno degli esemplari di Archaeopteryx ha dato il suo contributo alle attuali conoscenze sul comportamento e sulla morfologia di questi animali e sull'evoluzione degli uccelli in generale.

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