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O-CHU SHAMO (pesi) di Focardi Fabrizio

Leggo sempre con interesse le relazioni che i giudici – sia italiani che esteri – fanno circa le loro valutazioni: c’è sempre qualcosa da imparare e da discutere o, perlomeno, da prendere in esame per un approfondimento; e poi, se si leggono con regolarità, dal criterio usato dai giudici nella valutazione ci si accorge dell’evoluzione selettiva della razza.
Nel nostro passato Notiziario era riportata quella di Josef Hartsberger (che qui approfitto per ringraziare per la sempre preziosa collaborazione) relativa alla Razza Shamo, da lui giudicata ai nostri Campionati Italiani 2008.
Josef consiglia di non mescolare, in occasione di esposizioni, le due categorie, e a mio avviso ha perfettamente ragione. In chiusura riporta inoltre le sue considerazioni sul sistema di ingabbio di questa razza, e proprio su questo vorrei soffermarmi.

Nessuno ha mai detto che i soggetti debbano essere iscritti genericamente come Shamo: sta all’allevatore determinare se ha uno Shamo o un Chu Shamo, e iscriverlo di conseguenza.
I soggetti, all’ingabbio, verranno pesati, ma solo per controllarne il peso, che dovrà poi essere scritto sulla scheda: non per determinarne la categoria.
Solo con questo sistema il Comitato Organizzatore sarà a conoscenza del numero dei soggetti iscritti in ogni categoria e potrà riservare un numero sufficiente di gabbie per ognuna.

Il cambiamento, cioè la divisione della Shamo in due categorie, è avvenuto dopo lunga – direi lunghissima – discussione tra me, Julia Keeling (GB) e Willem von Ballekom (NL).
Era nostra intenzione uniformarci il più possibile alle regole del Paese di origine: il Giappone.
Abbiamo discusso su tutto, ma non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che si trattasse di due categorie determinate dal peso, e non di razze diverse; questo punto ci ha sempre trovati d’accordo: lo dimostra la decisione unanime di adottare uno standard unico che garantisca un’unica selezione.

Il rifiuto della Germania alla nostra proposta era, a nostro avviso, erroneamente motivato da una loro regola: due razze possono considerasi tali solo quando hanno almeno cinque caratteristiche morfologiche diverse.
Inutili le nostre insistenze sul fatto che si trattasse di un’unica razza, oltretutto con un unico standard. Alcuni – i più giovani – erano d’accordo, ma molti altri no; abbiamo pertanto continuato a correre de soli.

Trattandosi di due categorie di una stessa razza, quindi, la muscolatura dovrà essere ugualmente proporzionata, così come tutte le altre parti del corpo si proporzioneranno alla mole rispettando lo standard. Un soggetto troppo giovane, e pertanto più leggero, se iscritto come Chu Shamo non avrà quelle caratteristiche – quali muscolatura e ossatura, ma anche forma e posizione – di un soggetto che ha terminato la sua crescita e la conseguente formazione, pertanto quella proporzionalità di cui parlavo sopra non sarà presente e ciò influirà negativamente sul giudizio finale.

Chu Shamo
Allevatore A.Reggiani

Shamo
Allevatore P.Fortunio

Shamo
Allevatore L.Pignatti