INANELLAMENTO di Galeazzi Marco

L’argomento può sembrare scontato ma alcuni nuovi soci mi hanno posto domande su come si anella e voglio qui dare utili notizie ai novizi e magari alcuni suggerimenti per gli allevatori di lunga data.
Con questo termine si intende l’operazione di porre al tarso dei nostri volatili un anello di riconoscimento inamovibile. Tale operazione serve principalmente per poter identificare il soggetto in quanto ognuno avrà un numero di identificazione individuale.
L’anello viene fornito dalla Federazione che tramite le varie Associazioni li distribuisce ai Soci. In ogni anello, di colore diverso ogni anno (nel 2006 è blu), è indicato: il diametro, l’anno di nascita, il simbolo della nazione, e il numero progressivo dell’anello che identificherà il soggetto. Tramite questi dati è sempre possibile risalire all’allevatore che ha inanellato il volatile.

La presenza dell’anello ufficiale del giusto diametro è requisito indispensabile per poter presentare un avicolo ad una mostra.
Naturalmente il tipo di volatili di cui ci occupiamo ha dimensioni molto variabili e quindi l’anello che va bene per un’Oca di Emdem che pesa 11 Kg non può essere uguale a quello per un’Olandese nana che pesa 400 gr.; inoltre abbiamo razze con tarsi impiumati, razze in cui la differenza di mole fra maschio e femmina è notevole ecc. Ecco quindi la necessità di avere a disposizione un certo numero di diametri per adattarli alle singole esigenze.
I diametri riconosciuti in Italia sono i seguenti:
mm.27 mm.24 mm.22 mm.20 mm.18 mm.16 mm.15 mm.13 mm.11 mm.9
In genere per oche, anatre, tacchini e faraone il diametro dell’anello per le singole razze è uguale sia per il maschio che per la femmina; nei polli invece in genere il gallo richiede un diametro superiore rispetto alla gallina.
L’anello viene inserito al tarso dell’animale ad un’età variabile fra i 2 e i 3 mesi. Se si inanellano troppo presto l’anello verrà perso in breve tempo, se si aspetta troppo tempo, l’anello non entrerà più.

A volte questo periodo ottimale, in cui l’anello entra ancora facilmente ma con una certa resistenza da parte delle dita, è piuttosto breve e quindi consiglio ai novizi o a chi si trova di fronte ad una nuova razza, di cominciare per tempo a provare ad inserire l’anello e se questo si sfila facilmente riprovare dopo alcuni giorni. Il periodo ottimale varia a seconda di diversi fattori: la razza ( velocità di accrescimento, dimensioni dei tarsi); il sesso (in genere le femmine vanno inanellate alcuni giorni prima dei maschi); il tipo di allevamento (presenza di luce artificiale, alimentazione particolarmente proteica, accurate sverminazioni ed altre tecniche di allevamento possono far variare di molto l’accrescimento dei volatili a parità di razza e di età); la presenza di penne sui tarsi (le razza calzate in genere vanno inanellate prima).

C’è inoltre da dire che mentre per alcune razze il riconoscimento del sesso è facilissimo fin dalla tenera età, per altre, e soprattutto per un occhio non troppo allenato, può risultare difficile individuare a 2 mesi i maschi dalle femmine. In questo caso non rimane che il doppio inanellamento: si inserisce sia l’anello da femmina che quello da maschio e quando sarà possibile riconoscere in modo definitivo il sesso del soggetto si taglierà l’anello di troppo. Una volta inserito l’anello il tarso continuerà a crescere e renderà l’anello inamovibile e garanzia per il riconoscimento e l’individuazione di ciascun singolo soggetto. L’anello può essere inserito indifferentemente nella zampa destra o sinistra; sarebbe buona norma, anche se non specificatamente richiesto, inserire l’anello con i numeri all’insù, cioè capovolto (vedi disegno), perché quando l’allevatore o il giudice prende in mano il soggetto e controlla l’anello, lo guarda dall’alto in basso e quindi è più facile la lettura dei numeri.
Può sembrare una cosa complicata ma dopo alcuni anni di esperienza diventa un’ operazione semplicissima che comunque richiede un po’ di tempo ed è indispensabile non dimenticarsela perché passato il periodo non sarà più possibile inanellare il soggetto. Un tempo l’E.E. richiedeva che l’anello nei galli fosse posizionato al di sopra dello sperone pena la squalifica del soggetto, oggi questa regola che obbligava l’allevatore ad un grosso lavoro man mano che lo sperone cresceva, non esiste più e quindi è tutto più semplice. Il C.T.S. comunque aveva già raccomandato, per alcune razze, di continuare tale pratica. Infatti per certe razze a tarso particolarmente corto come la Chabo o l’Ohiki, la presenza dell’anello al di sotto dello sperone potrebbe causare seri danni essendo lo spazio disponibile fra lo sperone e il piede molto limitato. È quindi buona regola, in queste razze, portare nel gallo l’anello al di sopra dello sperone.
Come ho detto l’anello varia di colore ogni anno e quindi anche ad un esame superficiale e senza prendere in mano l’animale è possibile individuarne l’anno di nascita. Il colore dell’anello viene stabilito in ambito Europeo ed è uguale per tutti i paesi aderenti all’E.E. Attualmente l’anello adottato dalla nostra Federazione è di plastica dura ed è fabbricato in Germania.

L’anello non è naturalmente una garanzia di purezza e qualità del soggetto (gli anelli si possono inserire anche a bastardelli o a pulcini presi al mercato!) ma è essenziale per riconoscere l’avicolo come lo è il tatuaggio o il microchip per cani, gatti o cavalli.
Anche nel campo ornitologico si usa questo tipo di riconoscimento e la FOI distribuisce ai tanti allevatori di canarini, pappagalli ecc. gli anellini: nel loro caso però l’operazione è un po’ più semplice in quanto questi uccelli si inanellano tutti intorno ai 7 giorni di vita e maschi e femmine, nell’ambito della stessa razza, hanno lo stesso diametro di anello.
Altra differenza fra noi della FIAV e la FOI è che questa seconda federazione ha un registro nazionale allevatori e su ogni anellino distribuito c’è indicato il numero di R.N.A. dell’allevatore in modo che osservando l’anello posto alla zampetta dell’uccellino è possibile immediatamente, tramite tale numero, risalire all’allevatore.
Nel nostro caso questo non è possibile, almeno per ora, e non viene praticato in nessun stato aderente all’E.E. . Da qui l’importanza di una scrupolosa annotazione nella distribuzione degli anelli e mi riferisco in particolare ai ‘responsabili distribuzione anelli’ delle singole Associazioni. Non sempre le Associazioni hanno rimandato alla Federazione l’elenco completo degli anelli e degli allevatori a cui sono stati consegnati.

Il discorso sarebbe lungo e magari ne parleremo un’altra volta ma se in Italia non è mai stato possibile instaurare un preciso e completo monitoraggio della distribuzione anelli, una facile individuazione del socio inanellatore, per non parlare della istituzione di un vero e proprio Libro Genealogico, lo si deve in gran parte alla poca regolarità e precisione di molte Associazioni.

Ma torniamo a cose più concrete: quindi l’anello è importante per partecipare alle mostre ma soprattutto per l’allevatore che vuole operare una attenta e scrupolosa selezione.
E ora parliamo un po’ di anelli e mostre: quando si portano i nostri futuri campioni alle esposizioni è importantissimo l’annotazione dell’anello sulla ‘scheda ingabbio’, cosi si facilita il lavoro del Comitato Organizzatore; importante è il numero di anello quando si mandano i nostri animali all’ingabbio tramite convogliatori che non conoscono i singoli soggetti e quindi solo tramite il numero di anello posso sapere in che categoria ingabbiarli, quali sono in vendita e quali no, in poche parole solo tramite l’anello è possibile limitare al massimo eventuali errori.

Ricordo che in esposizione è permesso solamente l’anello ufficiale FIAV e, nelle mostre dove è previsto l’ingabbio anche a soggetti stranieri, l’anello ufficiale delle federazioni aderenti all’E.E.; l’anello deve essere uno solo, quindi togliere eventuali anelli supplementari. Tutti noi abbiamo un metodo personale per meglio individuare o catalogare i nostri animali, per esempio esisto in commercio degli anelli di varie forme e colori che si possono inserire anche ai soggetti adulti e che si posso togliere facilmente, oppure c’è chi utilizza gli anelli rimasti degli anni precedenti, altri usano targhette poste sulle ali ecc.. Ecco, tutti questi riconoscimenti accessori vanno tolti prima di portare l’animale in esposizione pena la squalifica del soggetto. Prima di portare gli animali in mostra gli anelli vanno lavati e vanno tolti eventuali residui di fango o feci. Fortunatamente questo increscioso problema è andato negli anni scemando e attualmente è sempre più difficile in fase di giudizio trovarsi di fronte ad anelli completamente illeggibili a causa dello strato di sporcizia che li ricopriva come accadeva di frequente fino a pochi anni fa. L’operazione è piuttosto semplice, basta organizzarsi: un secchio d’acqua e una spugna accanto ai contenitori dove mettiamo gli animali per portarli in mostra, l’avicolo va preso per forza in mano e prima di inserirlo nella cassetta si controlla che l’anello sia pulito ed eventualmente si lava. Infine nei trasportini si mette un buon strato di materiale assorbente perché gli animali si insudicino il meno possibile, non solo l’anello naturalmente, ma anche il piumaggio.

Ogni razza, e nell’ambito della razza i maschi e le femmine, ha il proprio anello ufficiale determinato nello Standard Italiano. Anelli diversi da quelli ufficiali determinano la non valutazione (NV) del soggetto. Come porta alla squalifica dell’animale e a procedimenti disciplinari da parte della Federazione la manomissione dell’anello.
Per sapere quale è il diametro giusto e richiesto basta consultare lo “Standard Italiano delle Razze Avicole” (con relativi aggiornamenti) o il sito internet della Federazione www.fiavinfo.eu.

Marco Galeazzi