Una delle più eleganti e attraenti razze che si conoscano
di Fabrizio Focardi

Origine

Considerato il nome, l’origine di questa razza potrebbe sembrare scontata: ma così non è.
L’Olanda la chiama Hollandse Hoenders (Pollo Olandese) e ne rivendica la paternità motivando la denominazione “Amburgo”, usata in tutto il mondo, con il fatto che la sua diffusione, forse, è partita dal porto di Amburgo. La Germania la chiama sì Hamburg, ma ammette l’incertezza della sua origine, e sullo standard europeo così si legge:

« Selezionata a partire da polli pagliettati ai bordi del mare del Nord, conosciuta con il nome “Gallina che depone tutti i giorni”: »

denominazione strana, quest’ultima, per noi italiani, ma in tedesco una parola è sufficiente, anche se lunga: “Alltagsleger”. Il libro tedesco “Nachfahren der Sprenkelhuener Nordwesteuropas” (Origine dei polli screziati del Nord-Ovest Europeo, trad.) così si esprime a proposito dell’origine:.

« Le singole colorazioni dell’Amburgo sono il risultato di svariate correnti di sangue.
È già stato detto che per l’allevamento delle nostre colorazioni sono interessate razze diverse. Questo è uguale per quasi tutte le razze riconosciute in Germania che presentano oggi uno standard molto dettagliato.
Lo stesso succede in tutte le altre Nazioni importanti dal punto di vista dell’allevamento, prima tra tutte l’Inghilterra.
Specialmente gli Inglesi già da lungo tempo ed ancora oggi allevano con successo in purezza l’Amburgo.
Spesso si è pensato che l’Amburgo, considerato il suo nome tedesco, abbia avuto origine qui (in Germania, ndr.).
Questa teoria è però molto dubbia, anche se non del tutta azzardata: anche delle razze di polli campagnoli tedeschi sono state impiegate nell’Amburgo barrata, per esempio i Gabbiani, le Moorhuehner della Frisia Orientale come pure i polli della Westphalis del Nord e dell’Oldenburg del Sud, insieme a razze leggere ed eleganti, non ultima anche l’estinta Campine.
Tirando le somme, l’Amburgo potrebbe essere il prodotto di una pianificazione dell’allevamento inglese, perché queste razze sono arrivate a noi dall’Inghilterra, anche se non proprio nella forma odierna; al loro raffinamento hanno contribuito in maniera considerevole gli allevatori tedeschi.
Specialmente i polli laccati (pagliettati, ndr.) devono aver avuto origine in Inghilterra. »

(H. Kohn)

Oro Barrato

Amburgo Oro Barrato

Sembra pertanto che la Germania non riconosca l’origine Olandese della razza. Gli inglesi, d’altra parte, ammettono l’origine olandese della sola varietà barrata, e concordano con gli olandesi per il fatto che il nome derivi dal porto di partenza.
Il loro standard così riporta:

« L’origine dell’Amburgo è avvolta nel mistero. Era una razza allevata nelle due varietà pagliettate nello Yorkshire e Lancashire, più di tre secoli fa, e chiamata “Pheasants” e “Mooneys” »

– da Moon Shape (a forma di luna) riferito alla forma della pagliettatura, ndr –

« Un libro fa riferimento alla presenza della Pheasants Nera nella Gran Bretagna del Nord nel 1702. »

C’è anche da tenere presente che Mooney, sempre relativamente al disegno, era chiamata anche la Redcaps, che si dice derivi proprio dall’Amburgo Oro Pagliettata Nera e dalla Old English Pheasant.
Andando un po’ indietro nel tempo, Edward Brown, nel suo libro “Poultry Breeding and Production” del 1929, aveva le idee più chiare: senza ombra di dubbio definisce inglese l’origine dell’Amburgo, per quanto riguarda le varietà Nera e Pagliettata; origine olandese, invece, per le Barrate.
Ma anche altri illustri scrittori come Moubray sono d’accordo con Brown.
Brown aggiunge:

« La prima menzione a proposito di un pollo dall’aspetto simile all’Amburgo Pagliettata è stata rintracciata in Italia.
Il grande naturalista Aldrovandi ha lasciato nel Museo che porta il suo nome presso l’Università di Bologna un’importante collezione naturalistica, comprendente anche disegni e testi.
Ne fa parte anche un libro pubblicato nel 1599 in cui è descritto quello che lui chiama “Turco” e che ha molte somiglianze con l’Amburgo Pagliettata, specie nel disegno e nel colore del piumaggio.
L’illustrazione presente in quell’opera è stata l’elemento determinante nel riconoscimento del cosiddetto “Pollo Turco”, più ancora che le menzioni presenti in altri testi.
La cresta presenta una notevole rassomiglianza: non solo essa è quella che noi chiamiamo “a rosa”, ma la spina posteriore è prominente.
Questa peculiarità non si è mai vista in nessuna altra razza di cui si abbia traccia, e da questo si può desumere che tutte queste razze di polli con cresta a rosa siano discendenti da questa descritta dall’Aldrovandi, sebbene non ci sia nessun altro evidente sostegno a questa tesi. La ragione per la quale lui gli dette il nome di “Turco”, e in che modo questi polli si diffusero, non è dato sapere. »

« Fergusun (altro importante scrittore avicolo dell’epoca, ndr.) dice che la denominazione di “Amburgo” altro non designa che il tramite attraverso il quale essa era originariamente importata – per vie commerciali, in maniera casuale – in Inghilterra dalla Turchia e da altri paesi orientali.
Noi non abbiamo trovato prove che polli di questo tipo si siano incrociati con Asiatici o Turchi Europei. »

Amburgo Argento Pagliettato NeroArgento Pagliettato Nero

Buffon riporta poco sul “gallo di Turchia”, solo che “non è notabile che per la sua bella piuma”.
Più loquace è invece a proposito dell’Amburgo:

« Il gallo d’Amburgo è chiamato anche “Culotte de velours”, cioè “calzone di velluto”, perché ha le cosce ed il ventre di un nero vellutato.
La sua andatura è grave e maestosa; il suo becco è molto appuntito; l’iride dei suoi occhi è di color giallo, e gli occhi parimenti sono circondati d’un cerchio di piume brune, da dove parte una ciocca di piume nere che gli coprono le orecchie; vi sono delle piume pressoché somiglianti dietro la cresta, delle barbe sotto, e delle macchie nere, rotonde e larghe sul petto.
Le gambe ed i piedi sono di color piombo, eccettuata la pianta dei piedi ch’è gialliccia. »

A proposito dell’Amburgo riporto anche integralmente il testo del grande allevatore e scrittore inglese W.B. Tegetmeier, contenuto nel libro “Table and Market Poultry – versus Fancy Fowls” risalente al 1892 – agli albori dell’espansione della razza:

« Sotto la generica denominazione “Amburgo” sono elencate diverse varietà di polli, benché della stessa famiglia.
Esse sono chiamate Oro e Argento Barrata, Oro e Argento Pagliettata, e Nera.
Le cosiddette Barrate furono originariamente importate in numero considerevole dall’Olanda, e furono chiamate Olandesi Barrate o “Depositrici Quotidiane Olandesi”, ma anche, anteriormente, “Chitteprats”, e anche altre denominazioni locali.
In questa razza ogni penna è disegnata da diverse barre trasversali nere su un fondo chiaro, che è bianco nelle Argento e bruno nelle Oro.
Le Amburgo Barrate sono piccole, e, quando giovani, le galline depongono così bene che meritano il nome di “depositrici quotidiane”.
Tuttavia esse sono appena soddisfacenti come pollo da reddito, considerando che le uova sono troppo piccole per avere una buona valutazione sul mercato, e gli animali, benché pasciuti, non sono abbastanza grandi da fornire un primo-prezzo come pollo da mercato.
Ambedue le varietà sono delicate e soggette a raffreddori: questa gracilità è stata incrementata da incroci consanguinei per scopi espositivi.
Gli animali ora chiamati Amburgo Pagliettati erano conosciuti tempo addietro nel nord dell’Inghilterra con due distinte denominazioni: Lancashire Moonies, dalla larga perla a forma di luna alla fine delle penne della gallina, e Pheasant Fowl (Pollo Fagiano, trad.), dalla loro supposta origine da un incrocio con un fagiano – una teoria che non ha fondamento in quanto gli ibridi fagiano x pollo sono sterili. »

« L’Amburgo Pagliettata era, in passato, allevata intensamente in Lancashire e Yorkshire; gli esemplari erano più grassi e più forti delle varietà barrate, e molto meno soggetti a raffreddamenti.
Si era soliti considerarle detentrici di un grande merito come produttrici di uova, benché le loro uova non fossero grandi come quelle della razze mediterranee; ma per molti anni esse sono state esposte solamente per la precisione del disegno del piumaggio e per la precisione della forma della cresta.
Nelle esposizioni la loro capacità produttiva di uova non è stata tenuta in alcun conto, cosa che ha contribuito a peggiorarla enormemente.
È indubbia la bellezza di tutte le varietà, ma è dubbia la parità produttiva con le razze mediterranee. »

« La varietà chiamata Amburgo Nera è stata ottenuta con incroci con la Minorca o la Spagnola; è ora una stabile razza da esposizione ed allevata per le graziose caratteristiche.
È comunque più grande, più resistente, e produttrice di uova più grosse delle varietà pagliettate. »

Traetene voi le conclusioni! Rimango comunque scettico sulla derivazione dal “Pollo Turco”.

Morfologia

Come abbiamo visto questa razza ha almeno due diverse origini che hanno “lasciato il segno” influendo geneticamente sullo sviluppo morfologico dei soggetti, ma, come vedremo, anche sulle caratteristiche del disegno.
Riporto nella tabella i pesi dei Paesi interessati:

Paese Colorazioni Gallo Gallina
Standard Europeo/Germania Nera/Bianca/Blu/Argento Pagliettata Nero Kg. 2,00 – 2,5 Kg. 1,5 – 2,0
Tutte le altre colorazioni Kg. 1,5 – 2,00 Kg. 1,00 – 2,00
Italia Tutte le colorazioni Kg. 1,7 – 2,5 Kg. 1.5 -2,00
Olanda Nera/Bianca/Blu/Pagliettate Kg. 2,00 – 2,5 Kg. 1,6- 1,8
Colorazioni Barrate Kg. 1,5 – 1,7 Kg. 1,2 – 1,4
Inghilterra Tutte le colorazioni Kg. 2,250 Kg. 1,800

Come si può vedere dallo standard europeo (e tedesco) la forbice è discretamente larga: questo sta a significare, chiaramente, tolleranza.
Pertanto sarà facile trovarsi di fronte soggetti di mole eterogenea: come comportarsi? La Germania consiglia di tentare un’uniformazione dei pesi, pertanto è normale che la tendenza dei giudici sia orientata a preferire soggetti di mole maggiore – essendo il peso minimo già troppo basso anche per un pollo leggero – : questo influenzerà la selezione degli allevatori, ma da quello che ho potuto appurare personalmente i risultati sono ancora scarsi.
L’Olanda invece, perlomeno per le colorazioni delle quali è indiscussa Paese di origine – le barrate – dà dei pesi decisamente più bassi, ma soprattutto la forbice è stretta: questo sta a significare che non è garantita un’altrettanta tolleranza.
Sono pertanto dell’opinione di valutare i soggetti per forma, posizione, disegno e colore, e di non tenere conto della mole, purché rientri più o meno nelle forbici indicate.
L’Amburgo, come abbiamo già detto, è un pollo elegante, pertanto niente deve allontanare il soggetto da ciò che aspettiamo di trovarci davanti: il proverbio “il troppo stroppia” in questo caso calza a pennello.
Il tronco deve essere abbastanza allungato, snello e solo leggermente inclinato verso il dietro; mai, in nessun caso, dovrà esserlo troppo. Il collo di media lunghezza, leggermente incurvato e con una ricca mantellina, necessaria per dare la giusta linea al passaggio col dorso.
Le ali ben chiuse, aderenti al corpo; gli olandesi le richiedono posizionate in linea leggermente obliqua, la Germania invece si limita a richiederle ben serrate al corpo: consiglierei buona tolleranza purché non portate troppo basse.

La coda è molto importante: portata solo leggermente rialzata con un angolo massimo, rispetto alla linea del dorso, di 40° per le colorazioni barrate e 30° per le altre. Purtroppo una coda portata alta è difetto abbastanza comune: se si discosta troppo dall’angolo richiesto è necessario penalizzarla, in quanto influirà negativamente sulla linea del tronco, accorciandolo.
Dovrà essere riccamente inpiumata con timoniere larghe e leggermente aperte; le numerose falciformi saranno lunghe, larghe, ben arcuate e non dovranno finire a punta, ma in forma arrotondata: questo è importante perché solo così si potrà ottenere una perla della giusta misura. Le grandi falciformi non avranno sempre una forma perfettamente arrotondata, ma in alcuni soggetti la avranno solo oltre la metà della penna. Essere tolleranti se nell’insieme non dà l’idea di coda scomposta.
Nella gallina le timoniere sono quasi chiuse, ma non tanto da non mostrare le perle; le copritrici della coda di forma larga influiranno positivamente nel rendere il passaggio dorso/coda più pieno e armonioso. Sovente si troveranno le timoniere superiori lunghe e talvolta anche arcuate come le copritrici: non sarà da considerare difetto se non sporgeranno dalle altre. Se il numero delle piccole falciformi nel gallo è scarso il passaggio tronco/coda perderà consistenza e di conseguenza eleganza.

Il dorso è importante che sia abbastanza lungo e largo e dovrebbe avere le due linee, inferiore e superiore, il più possibile parallele. La sella e la mantellina, se riccamente impiumate, contribuiranno positivamente a determinare un passaggio collo/coda senza bruschi ed antiestetici angoli. Il petto abbastanza arrotondato e portato preferibilmente alto, senza però far sembrare la linea anteriore interrotta e appiattita. La gambe devono essere staccate dal tronco e ben visibili: questo sarà più facile con un piumaggio ben aderente. Nell’insieme l’aspetto deve essere snello e con un nobile portamento.
L’ossatura, tarsi compresi, deve essere fine – lo dimostrano gli anelli: 16 per il gallo ed il 15 per la gallina – : è una necessità da tenere presente nella selezione.
In Olanda sono addirittura previste due misure di anello: mentre per la pagliettata è lo stesso del nostro standard e dello standard europeo, per le barrate è richiesto per il gallo mm. 15 e per la gallina mm. 13.
Sovente gli allevatori chiedono di aumentare la larghezza dell’anello di alcune razze, senza mai prendere in considerazione che è il tarso ad essere troppo grosso, e non l’anello troppo piccolo.
Nell’Amburgo comunque i tarsi devono avere una media lunghezza ed essere di colore grigio ardesia. Se il giudice non terrà conto di questa caratteristica si arriverà ad avere sempre più soggetti con i tarsi troppo chiari o addirittura con la pianta quasi color carne. Il colore dei tarsi è importante e pertanto quando non è quello giusto va avvertito l’allevatore prima che sia troppo tardi.
L’Olanda associa ai tarsi blu ardesia una pianta più chiara, consiglio pertanto di essere tolleranti se la differenza non è troppa, anche se sono dell’opinione che una buona selezione darà una pianta simile al tarso.

In un animale elegante è richiesta una testa altrettanto elegante, che sarà di media grandezza, più piccola e più allungata nelle barrate. Guardiamone bene le caratteristiche, tutte importanti, in quanto sono in genere fra le cause che più contribuiranno a svalutare o valorizzare il soggetto. Il colore della faccia deve essere rosso vivo, senza muffa biancastra; solo in soggetti più avanti con l’età si può essere tolleranti: in quelli giovani invece va fortemente penalizzata.
Occhi vivaci di colore rosso bruno, che in Germania e nello Standard europeo è richiesto “scuro fino a rosso bruno”: il fatto che sia troppo scuro può creare dei problemi in quanto la forte carica di pigmento può talvolta determinare la presenza di pepatura nelle timoniere, soprattutto nella parte interna. Questa pepatura, già di per sé difetto abbastanza comune e pertanto da non incoraggiare ulteriormente, se visibile dall’esterno sarà penalizzata.
Becco di media lunghezza e di color grigio/blu con punta più chiara.
Del colore degli occhi, del becco e dei tarsi riparleremo anche a proposito delle colorazioni.

La cresta, a rosa, in questa razza è una caratteristica importante, pertanto il giudice la deve esaminare attentamente. Deve essere di media grandezza e in armonia con la testa; non deve iniziare troppo avanti né sporgere troppo ai lati tanto da superare la larghezza del cranio, e essere ben ferma. Deve inoltre iniziare in forma squadrata anteriormente e finire con una spina conica che continua in linea retta o solo un po’ rialzata. Una spina rivolta verso il basso svaluta molto il soggetto, ma lo svaluta, anche se in misura minore, una spina esageratamente rialzata o a forma cosiddetta “a spada”, cioè piatta, sia nel gallo che nella gallina (anche se nella gallina sarà molto meno evidente). Non ci devono essere strozzature, ma deve restringersi gradatamente fino alla punta della lunga spina.
La superficie superiore deve mostrare delle piccole punte a goccia – la cosiddetta “perlatura” – ben ripartite e di uguale misura, che devono essere presenti fino alla base della spina. I bargigli non vanno sottovalutati in quanto contribuiscono ad una bella testa. Devono essere di fine tessitura, rotondi, non troppo grandi e privi di pieghe.
Gli orecchioni, come la cresta, rientrano nelle caratteristiche peculiari: devono stare ben aderenti, preferibilmente rotondi; nel gallo vanno bene anche in forma leggermente allungata, non troppo sottili – un buon spessore li valorizza – : la misura ideale è intorno ai 40 mm. di diametro nella varietà nera e un po’ più piccoli nelle altre. Il bianco deve essere un bianco porcellana e la superficie liscia il più possibile; orecchioni troppo grandi o anche troppo spessi rovinano l’insieme e pertanto andranno penalizzati. La presenza di macchie scure si riscontra in genere nei soggetti che hanno un colore degli occhi troppo scuro: due difetti che vanno fatti notare.
Nel passato notiziario ho pubblicato un articolo proprio sugli orecchioni, vi consiglio quindi di rileggerlo: tutto quello che c’è scritto vale anche per l’Amburgo. Tutte le caratteristiche sopra descritte contribuiranno a dare alla testa bellezza e armoniosità.
I difetti gravi che si incontrano maggiormente sono a carico della costituzione – struttura troppo gracile – e della posizione – dorso troppo inclinato e coda troppo rilevata -, ma anche della cresta – grossolana, spina piatta , storta o incavata.

Colorazioni

Prenderò in considerazione solo le varietà presenti nello standard europeo, ma, a titolo informativo, in Olanda sono presenti anche le seguenti colorazioni: Limone a Fiocchi Neri, Camoscio a Fiocchi Neri, Camoscio a Fiocchi Bianchi, Oro a Fiocchi Blu e Sparviero; la colorazione Blu, in Olanda, è riconosciuta senza orlatura. Le monocolore non presentano particolari difficoltà, ma già che ci siamo approfitto dell’occasione per dare alcune precisazioni.

Nera
Il nero deve essere intenso, brillante e deve avere forti riflessi verdi.
Occhi bruno rossastro scuro.
I tarsi, come pure il becco, nel nostro Standard richiesti grigio/blu, vanno invece bene fino a neri; se troppo chiari sono da considerarsi grave difetto. Nei soggetti giovani possono essere presenti scaglie velate di nero lucido.
Il piumino deve essere il più scuro possibile; se chiaro è difetto.
I difetti più comuni sono riflessi violetti, che vanno penalizzati più o meno a seconda della loro presenza, come pure rosso nelle lanceolate della sella e della mantellina.

Blu Orlata
Deve essere un blu di una tonalità leggermente più intensa del normale. Ogni penna è richiesta orlata di blu scuro: essere un po’ tolleranti nella qualità dell’orlatura, cioè in presenza di un’orlatura non completa su tutto il piumaggio e non marcata, come invece siamo abituati in altre razze; la totale mancanza di orlatura sarà invece difetto grave.
Mantellina, sella, dorso e copritrici delle ali del gallo, come pure mantellina della gallina, con tonalità di blu molto più intensa.
Occhi bruno rossastro scuro.
Becco color corno scuro; tarsi blu ardesia.
Difetti sono il blu non uniforme, presenza di ruggine, fuliggine e tracce biancastre.

Bianca
Bianco argento puro; la presenza di evidenti sfumature gialle va fortemente penalizzata.
In questa colorazione il colore dell’occhio sarà bruno rossastro tendente all’arancio.
I tarsi e il becco saranno blu ardesia chiaro.

Colorazioni a disegno pagliettato

E ora passiamo a parlare delle varietà disegnate, tipiche di questa razza.
Non sono un genetista, questo ve l’ho già detto altre volte, ma ritengo che per comprendere adeguatamente le colorazioni, ed ancor più i disegni, sia necessario conoscerne l’origine; e poi sono sempre dell’opinione che una conoscenza genetica di base di ciò che alleviamo aiuti nella selezione. Pertanto tenterò di riportare qui di seguito, in maniera più comprensibile possibile, quello che sono riuscito a mettere insieme. Ogni vostro contributo o precisazione sarà quindi ben accetto.
Cominciamo con le colorazioni più comuni in Italia, ma anche nel resto d’Europa: quelle a disegno pagliettato. A tal proposito vi consiglio anche di rileggere il mio precedente articolo sulla “Civetta barbuta olandese – Colorazioni”: avrete così una visione più ampia di queste interessanti e belle varietà. La famiglia di colore è la Perniciata (eb/eb). Di conseguenza il gene responsabile della colorazione di base è l'”eb”.
I geni che invece determinano il disegno sono “Pg” – da “pencilling”, responsabile del disegno a maglie detto anche pluriorlato – , “Db” – da Dark Brown: termine ingannevole, dice il dott Corti, in quanto, oltre al bruno scuro, possiede anche un effetto di restrizione del nero – e “Ml” – da “melanotico”, che estende il pigmento nero nelle aeree occupate dal pigmento rosso. Sono proprio questi geni “Pg”, “Db” e “Ml” che, con azione congiunta, restringono l’eumelanina fino a formare una macchia all’apice delle piuma.
A quanto detto sopra si aggiunge, per la Oro Pagliettata Nero, il gene “S/S” (“S/” per la galline) – da “silver” (argento), che sopprime la sintesi di pigmento rosso – , responsabile quindi del cambiamento del rosso in bianco argento.
Esistono comunque delle differenze fra la Oro e l’Argento, in quanto nella Oro è risultato geneticamente impossibile ottenere lo stesso disegno dell’argentata. Lo standard europeo richiede infatti coda nera con riflessi verde brillante sia per il gallo che per la gallina, ma non parla delle remiganti: si presume pertanto che debbano essere come nell’argento; questo sarebbe l’ideale, ma nella realtà non è così. Infatti lo standard olandese, più realista, così le richiede:

« Remiganti Primarie: barbe esterne bruno dorato, barbe interne bruno dorato misto a nero.
Remiganti Secondarie: barbe esterne bruno dorato che diventano nere nella parte finale della penna, barbe interne nere. »

Oro Pagliettata Nero
Formula genetica: eb/eb – Pg/pg – Db/Db – Ml/Ml

Il colore di fondo sarà bruno dorato, di una tonalità uniforme, senza sfumature o striature bianche; le penne avranno una goccia nera alla loro estremità.
Potrà succedere di avere soggetti con goccia presente anche nelle remiganti, ma saranno casi sporadici: non pretendiamo l’impossibile, almeno per ora, e accontentiamoci, in questa varietà, di un buon disegno nelle altre parti.
Sono dunque dell’opinione di non penalizzare nelle Oro il disegno delle remiganti, a meno che non si discostino dalle due descrizioni.
Difetti gravi più comuni sono da imputarsi al colore di fondo – troppo chiaro o troppo scuro – e alla presenza di tracce biancastre nella coda e nelle remiganti.

Argento Pagliettata Nero
Formula genetica: eb/eb – Pg/pg – Db/Db – Ml/Ml – S/S gallo, S/W gallina

Il colore di fondo sarà bianco argento e all’estremità di ogni penna – remiganti, timoniere e falciformi comprese – ci sarà una goccia nera.
Ovviamente il bianco deve essere un bianco argento splendente privo di sfumature giallastre.
Piumino da bianco a grigio/nerastro.
Il difetto pù comune sarà la presenza delle suddette sfumature giallastre, che andranno penalizzate in proporzione alla loro presenza.

Come deve essere il disegno?
Il nostro standard ha molte lacune in proposito e andrà pertanto rivisto.
Il colore di fondo deve essere pulito, senza tracce di altri colori e ben delimitato, sia con la goccia nella parte superiore che con il piumino grigio in quella inferiore.

Amburgo Oro Pagliettata Nero

La macchia dovrebbe essere proprio a forma di goccia abbastanza arrotondata: lucente e con forti riflessi verde scarabeo. Su questo argomento alcuni Paesi la pensano diversamente: il Belgio, ad esempio, la preferisce con la linea interna arrotondata: più a perla che a goccia.
Nella realtà la forma può variare, anche a seconda della parte del corpo in cui si trova: una forma a mela è tollerata nelle fasce dell’ala, ma molto meno se presente altrove.
Nelle lanceolate, mantellina e sella, la goccia deve avere la forma a rombo; ma attenzione: non deve essere una fiamma, come ad esempio nella Collo Oro, ma deve trovarsi all’estremità della penna, senza orlatura bianca o bruna dorata esterna.
Un disegno troppo minuto o grossolano, o marcatamente a forma di mezzaluna, costituirà difetto grave, come pure l’assenza di goccia nelle fasce dell’ala, o, nel gallo, l’assenza del disegno nella sella e mantellina.
Un Amburgo per essere “bello” deve dare la possibilità di apprezzare appieno la bellezza del suo mantello, e questo sarà possibile solo se il disegno sarà equamente distribuito su un colore di fondo chiaramente visibile; sì, perché il colore di fondo – bianco argento o bruno dorato che sia – non si deve solo supporre, altrimenti il famoso contrasto ed il particolare disegno d’insieme viene a perdersi.

Per ottenere tutto ciò sarà necessario scegliere accuratamente i riproduttori, che non necessariamente dovranno essere perfetti, considerato che proprio con i loro “difetti” contribuiranno ad ottenere soggetti da esposizione.

L’amico Geri Glastra consiglia, nell’allevamento, l’utilizzo di linee di riproduttori separate. Poiché i galli hanno spesso una pagliettatura troppo pronunciata sul petto e invece le galline in questa parte difettano, consiglia questi gruppi riproduttori:
Linea galli: gallo con ottimo disegno X gallina con disegno sul petto scarso
Linea galline: gallo con buona distribuzione del disegno nel petto e goccia più grande del normale, preferibilmente con mantellina un po’ più chiara X gallina con ottimo disegno.

Il risultato si vedrà già nei pulcini: quelli più scuri sono meno affetti da pagliettatura insufficiente. In questi ultimi anni si è mirato, con la selezione, ad ottenere una goccia sempre più grande.
Questo purtroppo ha avuto anche i suoi risultati negativi, in quanto l’aumento del pigmento ha fatto sì che nelle timoniere e nelle falciformi sia a volte presente una pepatura nero/grigiastra. Se questa è presente nella parte bassa delle timoniere, cioè non visibile, si può essere tolleranti; meno se è visibile e presente anche nelle falciformi.
Non esagerare comunque troppo nel penalizzare questo difetto, soprattutto se sul tronco è presente una giusta disposizione delle gocce, nette e ben ricche di lacca, e, molto importante, se esiste un buon disegno sulle fasce delle ali – due belle parentesi di gocce ben evidenti – . Stesso discorso per le timoniere e le falciformi, che valorizzeranno il soggetto. Tanti anni fa riuscii a comprare, per gentile intercessione di un amico tedesco, un gruppo di Amburgo Nana da un eccellente allevatore, nonché giudice di razza. In quella occasione mi trattenni con lui quasi un pomeriggio: quando, seduti a tavola per uno spuntino, gli chiesi quali consigli mi poteva dare per selezionare soggetti altrettanto buoni dei suoi, manifestò stupore perché mi disse che tutti volevano le sue Amburgo Nane proprio perché con quelle pensavano di essersi garantiti tutti futuri campioni! Ovviamente la conversazione si svolgeva in tedesco, e oltretutto a quel tempo ero ancora verde in fatto di terminologia avicola, ma lui procedeva imperterrito sicuro che avrei capito tutto.
Alcune cose non le capivo invece proprio per niente e non trovai niente di meglio che scriverle, così come le intendevo in madrelingua, su l’unico pezzo di carta che avevo a portata di mano: un tovagliolo; per poi, a casa, farle tradurre da mia moglie.
Alcune cose oggi mi sembrano scontate, ma allora per me era tutto “oro colato”.

Ecco comunque quello che riuscii ad afferrare:

1) buona forma a goccia
2) forma a pera
3) forma a mela
4) forma troppo appiattita
5) goccia troppo piccola
6) mantellina della gallina
7) forma a daga lanceolate del gallo
8) rea bianca troppo corta e controni non ben definiti

La goccia è proporzionata alla larghezza della penna – penna grande = goccia grande, penna piccola = goccia piccola – pertanto è necessario, prima di tutto, selezionare soggetti riproduttori, sia galli che galline, che abbiano una penna più larga possibile. Preferire soggetti con goccia il più possibile di forma arrotondata: in nessun caso dovrà essere più lunga di quanto sia larga; in caso contrario il colore di fondo verrebbe coperto dalle gocce che si soprammettono, facendo apparire, specialmente nelle galline, petto e dorso troppo neri.

Le galline devono avere una testa disegnata e non tutta nera; la parte sottostante la gola non deve essere assolutamente tutta bianca, cosa abbastanza comune, ma anche lì deve essere presente un disegno regolare.
A questo scopo non usare galli con scarso disegno nel petto e troppo nella sella, e scartare soggetti senza disegno nella parte laterale del collo, sotto la nuca, fino ai bargigli: questi galli daranno un’alta percentuale di galline con il sottogola non disegnato. Attenzione anche che nel petto non esista una pre-orlatura alla goccia: quest’ultima deve essere compatta e ben netta.
Galli con nuca prevalentemente nera daranno galline con teste troppo nere.

Un collo parzialmente o interamente nero è difetto; è però anche sinonimo di forte carica di pigmento, pertanto può succedere che il resto del mantello abbia una presenza di gocce eccezionale: ma il difetto del collo influirà molto negativamente sulla valutazione. Un soggetto del genere non sarà perciò un buon soggetto da esposizione, ma potrà invece essere un buon riproduttore, da usare con soggetti con scarsa perlatura.

Colorazioni a disegno barrato

L’Amburgo, con questo disegno, fa parte di quelle razze – Braekel, Pollo della Frisia, Gabbiano della Frisia Orientale e Ovaiola della Westphalia – che hanno un luogo di origine comune – il Nord Europa – ma hanno anche lo stesso genotipo, nonostante il disegno sia diverso.
In Olanda queste colorazioni, indipendentemente dalla forma del disegno, vengono tutte chiamate “a fiocchi”, perché la barra altro non è che un fiocco allungato.
Vediamo se riesco ad essere ancora più chiaro:

Oro Barrato
Formula genetica: eb/eb – Pg/Pg – Db/Db

Argento Barrato Formula genetica: eb/eb – Pg/Pg – Db/Db – S/S gallo, SW gallina

Si tratta di un barrato autosomico, diverso dal barrato legato al sesso (quello della Plymouth Rock, Wyandotte, ecc.).
La differenza non sta solo nel genotipo, ma anche nel fenotipo.
Infatti nell’autosomico i geni sono presenti su cromosomi non sessuali (autosomi) e pertanto sia nel maschio che nella femmina.
Il gene ” Pg” – gene del disegno a maglie, detto anche pluriorlato – e il “Db” – che determina la distribuzione dell’eumelanina secondo il tipo columbia – quando sono insieme su un colore di fondo “eb”, determinano il barrato autosomico.

Definirlo “barrato” non è però del tutto corretto, in quanto questi due geni danno un disegno formato da due barre giustapposte trasversalmente rispetto al rachide che, a seconda della presenza dei geni modificatori sconosciuti presenti nelle varie razze, genera barre o fiocchi più o meno arrotondati (vedi ad esempio anche la nostra Siciliana, o quelle sopra elencate).
Sia il pluriorlato che il barrato autosomico sono dei genotipi caratterizzati da un dimorfismo sessuale, ma solo in età adulta: si esprimono nella femmina di qualsiasi età, mentre nel maschio i disegni sono presenti solo nel piumaggio giovanile, a meno che il maschio non sia caratterizzato da un piumaggio effeminato, ma di questo parleremo più avanti.
Nel gallo adulto, ambedue i disegni – pluriorlato e barrato autosomico – consistono in un riarrangiamento dell’eumelanina che, nella forma classica, si esprime su un fondo feomelanico che comporta un abbattimento pressoché totale del pigmento nero ed un aumento variabile della feomelanina – tonalità che va dal rosa al rosso (Oro Barrato), ma quando esiste il gene S/S il rosa/rosso diventa bianco argento (Argento Barrato).

Il mantello del gallo è bruno dorato o bianco argento a seconda della varietà.
La coda è nera e le falciformi hanno una stretta orlatura bianca o oro. L’assenza di orlatura nella coda è un difetto più grave di un’orlatura troppo larga o diluita. Un leggero disegno nero a riflessi verdi sarà presente ai pomi e alle fasce delle ali, nel piumaggio delle gambe e dell’addome. L’estremità delle remiganti secondarie, il piumaggio della parte alta del dorso e quello coperto dalla mantellina, così come accade nel disegno “columbia”, avranno un disegno a fiocchi neri di forma e grandezza irregolare e una barratura invece sempre visibile nella parte alta del dorso.

La gallina invece avrà un colore di fondo giallo oro con tonalità calda – simile all’oro vecchio – o bianco argento; ogni piuma, ad eccezione di quelle della mantellina, avrà una stretta barratura nera a riflessi verdi il più possibile nella proporzione 1:1.
Le barre sono trasversali e abbastanza sottili, più larghe nella coda, e si uniscono al rachide del colore di fondo senza però determinare nessuna interruzione di colore, se non appunto il rachide.
Il disegno non continua nel piumino, che deve essere invece grigio cenere.
Nello standard europeo sta scritto che nelle galline di taglia più forte un disegno più grossolano è ammesso.
Non capisco molto la ragione di questa eccezione: presumo si tratti di un modo per invogliare, e di conseguenza aiutare, la selezione di una mole maggiore di cui ho fatto cenno all’inizio.

La mantellina della gallina, della stessa tonalità del colore di fondo, deve essere pulita e senza disegno, tollerato solo se presente nella parte bassa, ma non se sale troppo in alto sulla mantellina.
La parte anteriore fino a sotto il becco avrà lo stesso disegno del resto del mantello: un disegno regolare, con la presenza dei due colori ben equilibrata, non è cosa da poco.
Una gallina con un petto ben disegnato tende in genere ad avere il dorso troppo scuro, con conseguente invasione del nero nella mantellina, se invece è il dorso ad essere giustamente disegnato sarà il petto ad avere una scarsa barratura. Occorre pertanto giostrarsi un po’ con i difetti come abbiamo fatto per la pagliettata.
Le barre tendono ad allargarsi di generazione in generazione: per riequilibrare la proporzione sarà quindi necessario scegliere i riproduttori con attenzione e sapienza.
Sarà necessario accoppiare galli “perfetti” con galline che hanno un’orlatura grossolana, oppure galli con disegno presente anche dove non richiesto, per migliorare il disegno del petto: dolente nota, quest’ultima, delle galline.

Come ho già detto in tante altre occasioni alcuni difetti che ci negano un “Eccellente” a volte risultano però, paradossalmente, utili per ottenerlo.
Spesso anche in soggetti giovani si possono individuare i futuri campioni, che per esempio avranno un buon disegno nella parte inferiore delle ali. Questo è valido anche per l’Ancona – l’ho sperimentato col mio ceppo: quelli con quella parte ben disegnata saranno soggetti con una picchiettatura pulita e ben equilibrata.

Gallo con piumaggio effemminato

In queste due varietà barrate autosomiche esiste una terza possibilità: il gallo privo di caratteri sessuali secondari.
Cosa significa? E’ semplice da spiegare, ma la spiegazione puramente estetica che davano tutti i testi che ho consultato non mi soddisfaceva, pertanto ho cercato delucidazioni da tutti quelli che me le potevano dare: ora ho le idee un po’ più chiare, ma solo un po’.
Quali sono i “caratteri sessuali”? Sono quelle caratteristiche che servono ad identificare un individuo come “maschio o “femmina”. L’anatomia distingue fra caratteri primari, come quelli dell’apparato genitale, e secondari.
I secondari sono quelli che, esteriormente, ci permettono di identificare il sesso: nei polli sono il piumaggio – falciformi e lanceolate -, la cresta e i bargigli, e gli speroni.
Quando però si parla di galli privi di caratteri sessuali secondari non si intende che questi siano del tutto assenti, ma che siano presenti in maniera attenuata: cresta e bargigli meno importanti, falciformi meno sviluppate e lanceolate con punte più arrotondate.

Un gallo senza falciformi o lanceolate non avrà chances, come non le avrà in presenza di un portamento, una forma ed una cresta troppo simile alla gallina, o in assenza di speroni dopo il primo anno.
E’ la presenza di questi geni sconosciuti che porta al monoformismo del piumaggio – mantello identico nei due sessi, abbastanza comune negli uccelli: pappagalli, ma anche canarini ecc.
Anche se presenti nei due sessi, a causa di fattori genetici che si esprimono con l’intervento di ormoni, questi geni influenzeranno solo il gallo, che presenterà, come abbiamo detto, oltre ad una attenuazione fenotipica a carico dei caratteri sessuali secondari, anche un piumaggio giovanile, uguale alla gallina, anche da adulto.
Attenzione!: accoppiando questi galli con galline che non abbiano un buon disegno del petto peggiorerà senz’altro la situazione.
I galli “normali” contribuiranno indubbiamente ad ottenere un ottimo disegno nella prole, ma devono essere generati da genitori con altrettanto ottimo disegno: questo perché il gallo “normale” non dà modo di valutare la barratura, essendo principalmente bianco o oro.
Un gallo a piumaggio effeminato darà anche galli normali, oltre a galli effeminati e vie di mezzo tra un tipo e l’altro: le percentuali dipendono da quante generazioni usiamo in questo tipo di accoppiamento.
Mi domandavo se i galli con piumaggio effeminato avessero una carica sessuale inferiore o una minore fertilità: Geri Glastra mi ha detto che la fertilità è in genere buona, ma sono meno attivi e si comportano un po’ come le razze pesanti o la Sebright, diventando attivi quando le giornate sono più lunghe e più calde.

Allevamento

L’allevamento dell’Amburgo segue perlopiù la regola generale.
Sono animali abbastanza vivaci e volatori, di conseguenza, se non si vogliono avere sorprese, converrà portare un occhio di riguardo ai recinti.
Sarebbe meglio però se fossero tenuti in libertà, su un bel prato: ciò gioverebbe alla lucentezza del piumaggio; questo è facile con le galline, ma con i galli meglio essere prudenti.
Gli orecchioni, bianchi e molto sviluppati, sono il loro punto debole: basta un solo pizzico per rovinarli per il resto della vita. Sarebbe quindi buona norma tenerli separati dalle femmine fin da pulcinotti, così da evitare zuffe.
Se però si vuole la certezza di arrivare all’ingabbio con orecchioni perfetti l’unica soluzione resta l’utilizzo di box separati, almeno per quelli che riteniamo i futuri campioni.
La selezione per le esposizioni va fatta soprattutto sulla base delle caratteristiche peculiari della razza, che sono poi quelle che, se non adeguate, svalutano maggiormente un soggetto.
Alberto Pifferi, giovane allevatore con tanta passione che alleva già da alcuni anni questa razza, mi informa che nonostante i pulcini siano abbastanza delicati e soggetti alla coccidiosi, da adulti diventano abbastanza robusti.
Consiglio di allevare i pulcini su truciolo e non su grigliato, così da agevolare una sorta di “immunizzazione”. Personalmente, oltre al normale mangime con coccidiostatico, quando hanno un mese somministro in dose curativa tre giorni di un prodotto contro i coccidi, e lo ripeto ogni trenta giorni.
E’ importante farli vivere all’aria aperta appena possibile, e dar loro, oltre alla miscela, anche un buon misto grani , molta frutta e verdura

Ringrazio Stefano Bergamo per la pazienza dimostrata a suo tempo a fronte di tutte le mie richieste,
e Geri Glastra per il materiale, anche fotografico, che mi ha permesso di usare.
Bibliografia:
  • Poultry Breeding and Production di Edward Brown (1929)
  • Table and Market versus Fancy Fowls di W.B. Tegetmeier (1892)
  • Standard des volailles de race pour l’Europe
  • British Poultry Standards – David Hawksworth
  • Standard Italiano della Razze Avicole
  • Nachfahren der Sprenkelhuener Nordwesteuropas (Oertel+Spoerer)
  • Dott Elio Corti – Summa Gallicana (www.summagallicana.it)
  • Nachfahren der Sprenkelhuener Nordwesteuropas (Verlagshous Reitlingen Oertel + Spoerer)