Lessico


Torpedine

Torpedo maculata - acquarello di Ulisse Aldrovandi
Verosimilmente si tratta della torpedine marezzata - Torpedo marmorata

Torpedine deriva dal latino torpedo-dinis, da torpere, intorpidire, per l'effetto delle scariche elettriche del pesce. Torpedo è un genere di Pesci della famiglia Torpedinidi comprendente una dozzina di specie dei mari tropicali e temperati. Hanno testa arrotondata e fusa con le pinne pettorali, formando un disco, ovale e appiattito, che si continua in un peduncolo caudale terminante con una pinna triangolare. Sono presenti due pinne dorsali. Gli occhi sono piccoli, ma ben sviluppati. La bocca, piccola e poco protrattile, è armata di denti appuntiti.

Caratteristica peculiare (comune a tutti i Torpedinidi) sono gli organi elettrici, formati da numerose colonne prismatiche raggruppate in due lobi reniformi posti ai lati degli occhi e decorrenti in senso dorsoventrale. Ogni colonna è costituita da diversi dischetti e funziona come una pila, col polo positivo sul dorso e quello negativo sul ventre. L'animale è così in grado di difendersi, ma soprattutto di attaccare le prede, paralizzandole con scariche ripetute.

Tre specie sono presenti anche nelle acque italiane: la torpedine nera (Torpedo nobiliana), bruno-violacea sul dorso e biancastra sul ventre, che raggiunge la lunghezza di un metro e il peso di alcune decine di chili, consigliata viva da Scribonio Largo per applicazione locale in caso di cefalea; la torpedine ocellata (Torpedo torpedo), più piccola e dalla colorazione giallo-rossastra sul dorso con cinque macchie azzurre circondate da un alone nero e da uno giallastro; la torpedine marezzata (Torpedo marmorata), la più comune, dalla colorazione bruno-giallastra con macchie scure.

Pesci elettrofori

I pesci elettrofori, detti anche pesci elettrici, sono pesci in grado di generare autonomamente dei campi elettrici, generalmente tramite organi appositi di origine muscolare. È opportuno notare che molti pesci, privi di tale organo, sono comunque in grado di rilevare la presenza di un eventuale campo elettrico esterno: tali pesci, definiti elettrorecettivi, non rientrano nella categoria degli elettrofori, in quanto in grado unicamente di captare, ma non di produrre elettricità (è invece generalmente vero il contrario, in quanto i pesci elettrofori sono spesso anche elettrorecettivi).

Fra i pesci elettrorecettivi, si annoverano molte specie di squali, razze e pesci gatto; tutti questi possiedono una capacità anche buona di rilevare i campi elettrici, capacità che sfruttano per cacciare o per orizzontarsi durante gli spostamenti, ma non sono in grado di generarne di propri e pertanto non sono elettrofori.

Gli elettrofori in senso stretto comprendono invece circa 400 specie, distribuite in quattro ordini; la maggior parte di questi vivono esclusivamente nelle acque dolci e sono per lo più localizzati in fiumi e laghi del continente Africano e dell'America del sud, con la sola notevole eccezione delle torpedini che vivono in acque marine. I pesci elettrofori vengono anche definiti elettrogenici.

Gli elettrofori producono i loro campi elettrici mediante un'apposita struttura definita organo elettrico. Quest'organo è costituito fondamentalmente di tessuto muscolare modificato (attraversato da fibre nervose) che, contraendosi, è capace di generare una differenza di potenziale producendo così un campo elettrico. Quest'organo è situato solitamente, anche se non sempre, nella coda di questi pesci.

I pesci elettrofori possono essere classificati in base all'intensità di corrente che i loro organi elettrici sono in grado di emettere; questa viene generalmente misurata registrando la differenza di potenziale prodotta dai pesci: questo valore prende il nome di scarica dell'organo elettrico (è tuttavia più diffusa la denominazione in lingua inglese, electric organ discharge, e il suo acronimo EOD) e permette di classificare gli elettrofori in due grandi gruppi: gli elettrofori forti e gli elettrofori deboli.

Gli elettrofori forti possono produrre EOD dell'ordine di 50-100 Volt e correnti elettriche che possono arrivare ad 1 Ampere. Una simile intensità di corrente è tale da poter essere utilizzata per stordire o uccidere le proprie prede e contemporaneamente tenere lontani i predatori; gli elettrofori forti, in effetti, utilizzano i campi elettrici da loro prodotti come una vera e propria arma utilizzata per l'attacco o la difesa. Fanno parte di questa categoria le anguille elettriche del Sud America (Electrophorus electricus, detto anche gimnoto) i pesci gatto elettrici (famiglia Malapteruridae) o le torpedini elettriche (ordine Torpediniformes).

Al contrario, gli elettrofori deboli generano una scarica dal voltaggio molto basso, spesso minore di un volt. Questi pesci evidentemente non possono utilizzare il proprio campo elettrico per stordire le prede, ma lo utilizzano invece per aiutarsi a mantenere l'orientamento, per localizzare oggetti o altri pesci nelle acque fangose in cui vivono (elettrolocalizzazione) o ancora per comunicare con i propri simili (elettrocomunicazione). Due esempi molto studiati di elettrofori deboli sono il pesce elefante di Peter (Gnathonemus petersii) o il pesce coltello fantasma (Apteronotus albifrons), entrambi spesso allevati in acquario.

Torpedo

La torpille, Torpedo ou raie électrique est un poisson de l'ordre des sélaciens qui comprend environ 40 espèces. C'est un poisson cartilagineux "de fond" qui a la capacité de produire de l'électricité comme moyen de défense ou de prédation.

L'espèce la plus grande est Torpedo nobiliana, la raie électrique de l'Atlantique, qui peut peser jusqu'à 90 kg et délivrer des chocs électriques de 60 à 230 volts et dépassant les 30 ampères. Les raies électriques produisent de la bioélectricité grâce à leur organe électrique. Cet organe, constitué de cellules dérivées de myocyte, nommées électroplaques ou électrocyte, est hypertrophié.

Elles sont capables de produire un potentiel électrochimique de membrane du même type que celui produit par toute cellule animale, mais ici amplifié par la grande concentration en canaux ioniques. L'organe électrique agit comme une batterie qui peut décharger des chocs électriques sous formes de pulses. Le choc électrique peut être envoyé dans le corps d'une proie pour l'assomer, la capturer et la manger plus facilement; ou bien dans le corps d'un prédateur pour s'en protéger. L'organe électrique de Torpedo est très utilisé pour la recherche en neuroscience pour ses propriétés électriques et aussi pour l'identification de canal ionique.

La torpille est un poisson plat, comme les autres raies, en forme de disque, dont les extrémités caudales sont de taille variée. La bouche et les branchies sont situées à la face inférieure de l'animal. Les mâles ont un cloaque près de la base de la queue. Les femelles sont ovovivipares.

Les armes torpilles ont été nommée en raison de l'animal. La racine latine a aussi donné le mot torpeur, peut-être à cause de la sensation que l'on ressent après avoir reçu une décharge de torpille.

Torpedo nobiliana
Torpedine nera - Electric ray

Electric rays - Torpedo nobiliana Bonaparte, 1835 - have rounded disc-like bodies and smooth skin and two dorsal fins located on a short, thick tail. The upper surface of the ray is dark greyish-blue to dark brown and the underside is white. Adult fish can be up to 2 m long.

The electric ray is usually found on sand or mud at depths between 10-350 m. It catches and envelops bottom-living fish in its pectoral fins and delivers a powerful electric shock from the electric organs located in the pectoral fins, stunning or killing the fish before it eats it.

Although this species has been recorded from all around the coasts of Britain and Ireland it is rarely encountered by divers. The marbled electric ray (Torpedo marmorata) is similar in shape but can easily be distinguished by its marbled coloration and papillae-like processes around the inner edge of the spiracles.

www.seaslug.org.uk

Torpedo torpedo
Torpedine ocellata

La Torpedo torpedo (Linneo, 1758) è un Batoideo della famiglia dei Torpedinidi (ordine Rajiformes, anche se alcuni lo ascrivono ai Torpediniformes), dorso schiacciato ventralmente con pinne pettorali che si fondono al capo e al tronco costituendo un corpo di forma subcircolare detto "disco", provvisto di due organi elettrici a forma di rene situati tra le pinne pettorali e le cavità branchiali, presenti sul lato ventrale in numero di cinque paia. Possiede occhi piccoli, ravvicinati tra loro e inseriti sul lato dorsale, mentre sul lato cieco è presente un’apertura boccale ridotta e di forma ovale con due lunghe rughe longitudinali, munita di denti appuntiti.

Posteriormente agli occhi sono presenti due spiracoli di piccole dimensioni che risultano essere a margine frangiato con lunghe papille disposte in posizione centrifuga nei giovani e a margine liscio negli esemplari adulti. Le pinne ventrali sono, invece, angolose e non raggiungono l’estremità della prima pinna dorsale.

Due pinne dorsali, bene sviluppate e ravvicinate tra loro (la prima delle quali è più grande della seconda), sono situate sulla coda, che è breve, carnosa e fusiforme e reca all’estremità una pinna abbastanza ampia di forma sub-triangolare. Ha pelle nuda e priva di spine o aculei. Il colore del dorso è giallastro o bruno-rossiccio con macchie rotonde turchine (da cui la denominazione "torpedine ocellata"), ornate di nero e giallo, di numero da uno a sette, ma generalmente in numero di cinque e, comunque, sempre dispari. Il colore del ventre è bianco latteo, grigio o crema con i bordi più scuri; la lunghezza totale massima è di cm. 60 nei maschi e 40 nelle femmine.

La Torpedo torpedo è diffusa in tutto il Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, dal Golfo di Biscaglia fino all’Angola, e predilige le acque calde. È ovovivipara e partorisce da 3 a 21 piccoli, lunghi 7/8 centimetri, nel periodo che va da marzo a settembre. La gestazione dura da 7 a 10 mesi. Il suo nome valido è Torpedo torpedo (Linneo, 1758), ma nei testi più vecchi è possibile trovare sinonimi ormai in disuso, quali: Raja torpedo Linneo, 1758; Narcacion torpedo (Linneo, 1758); Torpedo narke Risso, 1810; Torpedo ocellata Rafinesque, 1810. In realtà il nome scientifico "torpedo" fu usato per la prima volta da Plinio ed è la traduzione del vocabolo greco "nàrke", per evidenziare il torpore prodotto dalla scarica elettrica. Vive su fondali fangosi o litorali sabbiosi a profondità variabile dai 5 ai 100 metri, dove viene pescata, durante tutti i mesi dell’anno, con fiocina, reti a strascico, tramaglio o monopanno e palangari. Occupando alti livelli nelle catene trofiche, risulta essere un organismo particolarmente vulnerabile a qualsiasi tipo di variazione ambientale, specie se antropica. La torpedine ocellata trascorre la maggior parte del tempo adagiata sul fondo o in parte ricoperta da un sottile strato di melma o sabbia in attesa del passaggio di qualche preda da stordire mediante una forte scarica elettrica. Quest’ultima viene utilizzata non solo per attacco, ma anche per difesa nei confronti di eventuali predatori. Va detto, inoltre, che le torpedini emettono anche scariche abbastanza deboli in maniera continuativa in modo da creare attorno a sé un campo elettrico uniforme e stabile utilizzato per la conoscenza dell’ambiente circostante.

Gli organi elettrici

Gli organi elettrici, due grandi e due piccoli (contenuti all’interno dei primi), sono posti ai lati del capo, hanno forma falcata e sono costituiti da tessuto muscolare striato modificato in lamine sovrapposte a formare piccoli prismi alternati a strati di tessuto connettivo. In ogni colonnina il polo negativo è verso il ventre, mentre quello positivo sul lato dorsale: tutto l’apparato, quindi, funziona come una sorta di pila di Volta. Le scariche elettriche, controllate dal sistema nervoso centrale e capaci di raggiungere i 220 volts, sono da considerarsi pericolose pure per l’uomo, che, infatti, può cadere riverso, se poggia accidentalmente un piede su una torpedine insabbiata. La capacità di emettere scariche elettriche è la più nota caratteristica di questi pesci, nota fin dai tempi di Aristotele e di Plinio il Vecchio. Anzi, il famoso filosofo greco, dopo un lungo soggiorno a Lesbo a contatto con i pescatori, nell’opera "Le parti degli animali", facente parte di una trilogia dedicata alle ricerche biologiche e, in particolare, alla zoologia, ci ha lasciato una descrizione esatta e particolareggiata sia della rana pescatrice che della torpedine, a proposito della quale nota: "La torpedine narcotizza le creature che vuole catturare, le sopraffà con il potere di una scossa che risiede nel suo stesso corpo e le divora; si nasconde anche nella sabbia e nella melma e cattura tutte le creature che le passano accanto e che subiscono il suo effetto narcotizzante. Questo fenomeno è stato effettivamente osservato (…); è risaputo che la torpedine provoca stordimento anche nell’ uomo." Oltre ai Torpedinidi, comunque, esistono pesci ossei, come il ginnoto (Electrophorus electricus) e il malapteruro (Malapterurus electricus), in grado di produrre scariche elettriche.

Fabio Crocetta
www.pescaenautica.it

Torpedo marmorata
Raie torpille

Torpedo marmorata est un poisson cartilagineux qui atteint 1 m de long. Son corps a la forme d'un disque aplati suivi d'une queue courte et épaisse qui porte deux nageoires dorsales et la caudale. Les pectorales sont soudées à la tête. Les spiracles à l'arrière des yeux sont bordés de franges. La raie torpille est de couleur brun marbré et son ventre est blanc. Elle vit sur les fonds sableux ou vaseux dans lesquels elle peut s'enfouir pour se mettre à l'affût de ses proies, petits poissons et crustacés.

Elle est munie d'organes électriques qui lui permettent d'immobiliser ses proies grâce à des décharges de 45 à 80 Volts. On la rencontre entre 2 m et 200 m de profondeur en Atlantique, depuis la Mer du Nord, la Manche, jusqu'en Afrique du Sud et en Méditerrannée.

www.mer-littoral.org

Torpedo marmorata
Marbled Electric Ray

The marbled electric ray (Torpedo marmorata Risso, 1810) has a rounded, disc-like body with smooth skin and a short, thick tail with a large tail fin. The two dorsal fins are located on the tail, they are almost equal in size and are close together. The upper surface is pale brown with darker brown mottling and the underside is creamy-white. The marbled electric ray is generally much smaller than the electric ray (Torpedo nobiliana) reaching a maximum length of 60 cm.

The marbled electric ray is usually found on sandy or muddy seabeds at depths between 10-30 m although in the Mediterranean it has been recorded at depths down to 100 m. It feeds in a similar way to Torpedo nobiliana by catching bottom-living fish and stunning or killing them with an electric shock before eating them.

This is a southern species in the British Isles, and so far it has only been recorded from the southern coasts of Britain and Ireland. Most of the records have been in the summer or autumn suggesting that there is a northward migration from the Mediterranean earlier in the summer.

Similar Species: The only other electric ray that occurs in the waters around Britain and Ireland is Torpedo nobiliana. The two species are easily distinguished by their coloration which is marbled pale and dark brown in the marbled electric ray and dark greyish-blue to brown in Torpedo nobiliana.

www.seaslug.org.uk