Lessico
Porcospino
Gallina istrice
Porcospino: nome comunemente dato al riccio di terra e talvolta all'istrice.
Riccio di terra
Riccio
di terra
acquarello di Ulisse Aldrovandi - Bologna
In latino ericius, da er eris, riccio e trave irta di punte di ferro. Erinaceus europaeus: mammifero insettivoro della famiglia Erinaceidi, detto anche porcospino a causa della pelle del dorso e dei fianchi munita di fitti peli, brevi, irti e acuminati Il riccio ha una colorazione bruno-grigiastra superiormente, grigio-crema inferiormente; ha zampe corte; una muscolatura sottocutanea ben sviluppata avvolge tutto il dorso dell'animaletto sino ai fianchi, dandogli la possibilità di avvolgersi su se stesso e nello stesso tempo di rizzare gli aculei a proteggere muso, zampe e parti inferiori del corpo rivestite di sola peluria. Lungo ca. 30 cm è diffuso, anche con molte sottospecie, in tutta Europa e anche in Siberia, ma non oltre il 55º parallelo. Ha la vista meno sviluppata dell'udito e dell'olfatto: il suo naso, organo di fiuto e di tatto, ha il compito di “selezionare” le cose prima dell'azione. È attivo nelle ore crepuscolari e notturne per la ricerca del cibo; pur avendo un habitat abbastanza vario predilige le zone boscose o arbustive non molto umide, trascorrendo la giornata generalmente nascosto fra il fogliame in tane che scava nel terreno a più di 50 cm di profondità. Nel periodo invernale il riccio cade in letargo e la riproduzione avviene in estate: dopo una gestazione di ca. 40 giorni, la femmina partorisce, in genere, da tre a sei piccoli dapprima ricoperti di aculei morbidi. Divora molti insetti nocivi alle colture dell'uomo oltre a chiocciole, topi e perfino vipere al cui veleno è parzialmente immune. Dati i suoi orari di attività, comunque, al contrario di quanto talvolta viene detto, non è un predatore naturale dei viperidi, che negli stessi climi sono prevalentemente diurni. È un animale assolutamente innocuo che si può persino addomesticare e che in un certo modo si affeziona. Non teme quindi l'uomo e non è raro trovare la sua tana vicino a capanni, fienili e fattorie. Simile a questo è il riccio d'Algeria (Erinaceus algirus) che si distingue per gli aculei più chiari che sulla fronte formano due ciuffi separati. È diffuso lungo le coste mediterranee dell'Africa occidentale, della Spagna e della Francia.
Istrice
Istrice
acquarello di Ulisse Aldrovandi - Bologna
Dal greco hýstrix-ichos da hys, porco+thríx trichós, pelo. Hystrix: genere di Roditori della famiglia Istricidi comprendente 12 specie (comprese le due specie del sottogenere Acanthion) dell'Europa meridionale, Africa e Asia sud-orientale. La specie più nota è l'istrice crestato (Hystrix cristata), lungo 50-70 cm, con capo tozzo, occhi vistosi, orecchie piccole, zampe corte con estremità larghe e brevi. La pelliccia, costituita da ruvide setole e munita di aculei sulle parti superiori e posteriori del dorso, è di color bruno-nerastro, con aculei nerastri con strie e anulazioni biancastre. Notturno, frequenta zone cespugliose dal piano sino a 800 m di altitudine. Ottimo scavatore, vive solitario o in gruppi familiari, nutrendosi di frutta, cortecce e tuberi. Ha uno o due piccoli per parto. In Italia è raro e si trova dalla Versilia alla Sicilia e lungo parte delle coste adriatiche.
Gallina istrice
Il piumaggio istrice del pollo è dovuto a un gene autosomico recessivo il cui acronimo è pc, dall’inglese porcupine che significa istrice. Questa mutazione è capace di impedire un normale sviluppo delle piume, in quanto esse assumono l’aspetto di aculei già nei pulcini appena nati, naturalmente dopo che il piumino si è asciugato. Non solo, ma questa condizione è già dimostrabile nell’embrione non appena cominciano a svilupparsi le piume. L’adulto continua a mantenere piume non sviluppate con aspetto di aculei. I pulcini sono difficili da allevare in quanto hanno bisogno di un ambiente più caldo del solito per impedire l’eccessiva dispersione termica. Non è mai stato possibile ottenere uova fertili dagli omozigoti, neppure con l’inseminazione artificiale, e le galline depongono pochissime uova. Accoppiando degli eterozigoti si può sperare in una progenie.
Gallina
istrice di Aldrovandi - Gallina fere petrificata
da Ornithologiae tomus alter (1600) - pagina 308
Ralph G Somes Jr., parlando di questa mutazione in Poultry breeding and genetics, così si esprime: “On page 352 of Aldrovandi on chickens (Lind, 1963) is pictured what is presumably the first reported porcupine fowl.”
Per giungere a tale conclusione - che cioè presumibilmente quello di Aldrovandi fu il primo pollo porcupine della storia - Somes ha avuto intuito, nonché la fortuna di avere a disposizione l’immagine della gallina istrice di Aldrovandi, e certamente non giunse a tale conclusione per il fatto di disporre della traduzione di Lind. Infatti, se si fosse basato sulla traduzione di Lind, gli sarebbe stato impossibile sapere che Aldrovandi paragonò la gallina in questione a un istrice. Si tratta di una delle tante mistificazioni del testo latino che Lind ha perpetrato a iosa, a discapito della ricerca scientifica e della serietà di Aldrovandi, anche se talora è assai precaria, come nel caso della pentadattilia.
Ecco il testo di Aldrovandi:
[p. 307]
Villaticarum nostrarum Gallinarum, utpote nulli non cognitarum duas tantum
icones damus, quarum una tota candida est, et instar Alaudae cristata, altera
intra duos parietes reperta fame extincta, atque eo modo, quo vides, in
lapideam ferme substantiam conversa, cauliculis suis absque pennis histricis
instar horrida, intra arcis vetustissimae parietes reperta. Eam illustrissimus
comes, ac senator nostrae urbis amplissimus D. Io. Pepulus olim mihi tanquam
rem miram donavit. Huius iconem sequens pagina dabit.
Delle nostre galline da cortile a tutti arcinote
forniamo solo due immagini, delle quali una è tutta quanta candida e ciuffata
come un’allodola - Alauda arvensis, l’altra fu rinvenuta fra due pareti, morta di fame, e così,
come puoi vedere, quasi pietrificata, con un aspetto ispido come quello di un
istrice a causa delle rachidi delle piume prive di barbe, rinvenuta fra le
pareti di un antichissimo rifugio. Me ne fece dono un giorno, come se fosse
una cosa straordinaria, l’illustrissimo conte e nobilissimo senatore della
nostra città Giovanni Pepolo. La pagina successiva fornirà l’immagine di
questa gallina.
Ecco la fantasmagorica traduzione di Lind:
[...] the other hen was found between two walls, dead of hunger, and, as you see, with its flesh almost changed to stone and its feathers like little stalks or stems used as ornaments on the capitals of columns; it was found between the walls of a very ancient arch. The most illustrious count and senator of our city, the excellent John Pepulo, gave it to me some time ago as a wonderful thing.
Nel testo dedicato al pollo Aldrovandi usa una sola volta la parola histrix. Pertanto, se disponessimo unicamente della traduzione di Lind - come è accaduto a Somes - anche noi giungeremmo alla deduzione che Aldrovandi non ha mai citato un piumaggio che fa somigliare un pollo a un porcupine, a un istrice.
Aldrovandi non specifica dopo quanto tempo dalla morte la gallina fu rinvenuta. Se questo lasso di tempo fosse stato lungo, allora il piumaggio, anche se normale, avrebbe potuto perdere le barbe, presentando solo il rachide; evenienza, tuttavia, più fantastica che realistica.
È difficile che fosse in gioco la mutazione porcupine, o istrice, in quanto sarebbe stato necessario allevare la futura gallina - verosimilmente bolognese - ben protetta dal freddo. A meno che l’avessero effettivamente allevata al caldo! Altrimenti non si spiegherebbe il fatto di essere stata rinvenuta quasi pietrificata tra due pareti di un antichissimo rifugio.
Tuttavia, ammesso che la gallina in questione fosse portatrice di un’anomalia genetica del piumaggio, io propenderei per un’omozigosi del gene dell’arricciato, e che con il trascorrere del tempo avesse perso le fragili barbe in quelle piume che ne erano ancora dotate. La sua ala è troppo somigliante a quella di un soggetto omozigote per il gene dell’arricciato.