Lessico
Heinrich Cornelius
Agrippa
von Nettesheim
incisione
di Theodor de Bry (1528-1598)
da Bibliotheca chalcographica di Jean-Jacques Boissard - 1669
Heinrich Cornelius Agrippa von Nettesheim (Colonia 1486 - Grenoble 1535), famoso alchimista, medico, mago, astrologo, teologo e filosofo tedesco, nacque il 14 Settembre dalla ricca e nobile famiglia Von Nettesheim. Originariamente il suo nome era Heinrich Cornelis, ma egli decise di latinizzare Cornelis in Cornelius e di aggiungere il nome Agrippa in onore del fondatore romano della città di Colonia (la Colonia Agrippina dell'impero romano).
Nel 1499, a soli 13 anni, Agrippa di Nettesheim si iscrisse nella facoltà di arti all'università di Colonia, ottenendone il relativo baccalaureato nel 1502. Nel 1506 entrò al servizio dell'imperatore Massimiliano d'Asburgo (1493-1519) come segretario della corte. Sempre nel 1506 si recò a studiare a Parigi, dove fondò una confraternita segreta per la pratica delle scienze occulte e in seguito (1507-1508) viaggiò in Spagna (a Barcellona e nelle isole Baleari). Nel 1509 iniziò a tenere delle lezioni sul De verbo mirifico di Johannes Reuchlin all'università di Dole in Francia, ma fu costretto a lasciare la città nel 1510, dopo essere stato pubblicamente accusato di eresia, a causa dei suoi insegnamenti eterodossi, da parte di Jean Catilenet, capo dell'ordine dei Francescani della Borgogna.
In quel frangente Agrippa fu provvidenzialmente mandato da Massimiliano I in missione in Inghilterra, presso re Enrico VIII (1509-1547), il quale venne convinto da Agrippa ad allearsi con l'imperatore nella Lega Santa contro Luigi XII di Francia (1498-1515). In Inghilterra Agrippa riuscì a completare la stesura del suo De occulta philosophia, nel quale iniziò ad accostarsi alla Cabbala, molto probabilmente in seguito all'influenza di famosi studiosi quali l'abate Johannes Tritemius (Heidenberg) di Sponheim (1462-1516), abate del monastero di St. Jakob, presso Würzburg, presso il quale Agrippa aveva risieduto per qualche mese.
Nel 1511 il poliedrico Agrippa intraprese la carriera militare entrando nell'esercito dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, dove si distinse combattendo per la Lega di Cambrai (Spagnoli e Asburgici) contro la Repubblica di Venezia e guadagnandosi in breve tempo i gradi di Capitano: fu successivamente nominato Cavaliere per atti di coraggio. Sempre nel 1511 partecipò in qualità di teologo al sinodo di Pisa, convocato da nove cardinali, appoggiati da Luigi XII di Francia in aperto conflitto con Papa Giulio II (1503-1513), ma ciò costò ad Agrippa una scomunica, comminata peraltro a tutti i partecipanti del sinodo da parte di Giulio II. Tuttavia tale condanna gli fu poi condonata dal successivo pontefice Leone X (1513-1521) suo fervente ammiratore.
Dal 1512 Agrippa iniziò a insegnare all'università di Pavia, dove nel 1515 istituì un’accademia per lo studio delle scienze occulte, tenendo delle lezioni su Ermete Trismegisto, e dove trovò perfino il tempo per laurearsi in legge e medicina.
Nel 1518-1519 si distinse come avvocato e oratore a Metz, in Francia, dove si scontrò con l'Inquisizione per aver preso le difese di presunte streghe. Sempre a Metz si mise in luce difendendo con successo Jacques Le Fèvre d'Etaples, ma in seguito a ciò fu costretto ad emigrare in Svizzera.
Qui, dal 1521 al 1523 praticò l'arte medica e la sua fama gli permise, nel 1524, di diventare a Lione medico personale di Luisa di Savoia, madre del Francesco I re di Francia (1515-1547). Tuttavia poco dopo cadde in disgrazia e perse i favori della Regina Madre per essersi rifiutato di compilarle un oroscopo.
Comunque, a permettere nel 1528 ad Agrippa di risiedere in Anversa (dove si guadagnò la fama di medico miracoloso), di pubblicare le sue opere e di riprendere i suoi esperimenti di alchimia, fu un'altra grande protettrice, Margherita d'Asburgo, figlia dell'imperatore Massimiliano I e artefice, assieme alla già citata Luisa di Savoia, della pace di Cambrai del 1529, detta appunto delle Due Dame.
Nel 1530 Agrippa scrisse il suo De incertitudine et vanitate scientiarum et artium, e pubblicò il De occulta philosophia, con i quali si alienò i favori degli accademici dell'università Sorbona di Parigi, i quali gli fecero una guerra spietata, riuscendo persino a farlo imprigionare. A questo si aggiunse oltretutto un crescente atteggiamento ostile da parte dell'imperatore Carlo V, soprattutto dopo la morte nel 1530 della protettrice di Agrippa, Margherita d'Asburgo. Agrippa fu infine attaccato dai monaci di Lovanio, per le sua denuncie contro la venerazione dei santi e delle reliquie e per il suo ostinato richiamo a un ritorno alla lettura delle Sacre Scritture originarie.
Nel 1533, Carlo V, istigato dai Domenicani, condannò Agrippa a morte (pena che fu solo successivamente commutata in una condanna all'esilio) per eresia, ma questi fuggì in Francia. Qui egli fu incarcerato, non si sa se per debiti o per lo sgarbo fatto alla madre del re Francesco I, ma in seguito fu fatto liberare da alcuni amici. Si recò quindi a Lione, dove però non giunse mai perché morì povero in canna a Grenoble il 18 Febbraio 1535 mentre era ospite di un importante cittadino della città francese.
Dopo la sua morte, si moltiplicarono le leggende più fantastiche a testimonianza del grande alone di mistero e magia che circondò questo studioso il quale ebbe fra l'altro una grande influenza su un altro famoso studioso eterodosso di qualche anno dopo: Giordano Bruno (Nola 1548-Roma 1600). Agrippa fu un dotto esponente della scuola magico-astrologica. Egli credeva che l'universo fosse un essere vivente dotato di un corpo e di un'anima. Il corpo, a sua volta, era formato di quattro elementi: terra, aria, fuoco e sangue, che concorrevano a formare gli oggetti. Poiché secondo Agrippa gli oggetti erano dotati di poteri occulti, attraverso la magia era possibile dominare la natura. Tuttavia per comprendere l'universo in pieno, per Agrippa erano comunque sempre necessari la fede ed il misticismo. (da www.eresie.it)
L’Enciclopedia Treccani riferisce che il primo nucleo di Colonia fu il centro fortificato che Agrippa (Marcus Vipsanius Agrippa, ca. 63-12 aC) stabilì nel 38 aC trasferendo su loro richiesta gli Ubi, alleati di Cesare contro i Suebi, dalla destra alla sinistra del Reno. Druso forse vi pose l’ara Ubiorum, fissando così qui il centro dei Germani sottomessi a Roma. Poiché questo centro dominava il passaggio sul Reno, Augusto (o Tiberio) vi stabilì due legioni, poi spostate, e Claudio nel 50 dC dedusse una colonia di veterani nella città detta da allora Colonia Agrippinensium o, più estesamente, Colonia Ara Augusta Agrippiniensium.
C’è chi, come è il caso della guida del TCI (1968), anziché Colonia Ara Augusta Agrippinensium, riporta Colonia Claudia Ara Agrippinensis, o più semplicemente parla di colonia Agrippinensis (come è il caso di Plinio, NH IV,106), in quanto nel 15 dC - quando il toponimo suonava ancora come Oppidum Ubiorum - vi era nata Agrippina Minore o Iulia Agrippina - figlia di Agrippina Maggiore - che aveva sposato in terze nozze l'imperatore Claudio, suo zio, e gli aveva fatto adottare il figlio Nerone, avuto da Domizio Enobarbo.
Se il riferimento dell’aggettivo che accompagna Colonia riguardasse solo Agrippina - che chiese a Claudio l’ampliamento della sua città natale - allora sarebbe corretto Agrippinensis, ma forse si volle ricordare anche l’operato di Agrippa e si impiegò anche Agrippinensium, includendovi così sia un maschio che una femmina. Salvo che Agrippinenses indicasse solamente gli abitanti della colonia Agrippinensis, quindi con esclusivo riferimento ad Agrippina.
Heinrich
Cornelius Agrippa
of Nettesheim
Catholic Encyclopedia
Born 14 September, 1486, at Cologne; died at Grenoble or Lyons in 1534 or 1535. One of the remarkable men of the Renaissance period. Described as a "knight, doctor, and by common reputation, a magician", Agrippa earned and repaid the bitter enmity of his more conservative contemporaries.
We find him a student at Cologne and Paris (1506), in Spain (1507-08), a teacher of Hebrew at Dole (1509), a teacher in England (1510), about which time he finished his work "De occulta philosophia" (Antwerp, 1531), a mixture of Neoplatanism and the Cabbala. He spent some time in Italy in the military service of the Emperor Maximilian, who rewarded his bravery by making him a Ritter or knight.
He soon turned however, to other pursuits, studied medicine, Hebrew, alchemy, theology, and finally devoted himself to "Cabalism" under the influence of Reuchlin (q.v.) and Raymund Lully (q.v.). He lived and taught in various places, making friends or enemies wherever he went, but was apparently not very successful financially, as he was banished from Cologne for debt, and spent his last days in poverty, a typical example of the irregular, vicissitudinous life led by his kind at that time.
His numerous works, chiefly philosophical, have a strong bias toward "occultism", and run counter to the received opinions of his time in theology and scholastic philosophy. He lived and died nominally a Catholic, but was openly in sympathy with Luther, whose tone towards the Church and her institutions he adopted, while professing that he was merely attacking abuses, not the Church, an attitude frequently assumed at that period.
His famous work "De incertitudine et vanitate scientiarum", published in 1527, has been translated into many European vernaculars and is well described as a "compound of erudition and ignorance, gravity and vanity". It abounds in denunciations of scholasticism, veneration of relics and saints, the canon law and the hierarchy, and calls for a return to the Scriptures as the philosopher's stone (Lydius lapis) of Christian teaching.
For the rest he is no follower of Luther or his companions. They interest him as the first who stood out with success against Catholic orthodoxy. Giordano Bruno (q.v.) made use of his writings, and their influence was long powerful. Among his minor writings are the often quoted booklet "De nobilitate et præcellentia feminei sexus declamatio", dedicated to Margaret of Austria, "Libellus de sacramento matrimonii", a commentary on the "Ars Brevrs", of Raymond Lully, etc. A complete edition of his works appeared at Lyons in 1600.
Stöckl, in Kirchenlex., I, 364-366; Morley, Life of Cornelius Agrippa (London, 1856); Prost, Cornelius Agrippa: sa vie et ses œuvres (Paris, 1881).