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Ogni pollo possiede un patrimonio di geni ereditato dai
genitori capace di condizionarne sia l’aspetto esteriore che altre
caratteristiche individuali: resistenza alle malattie, gruppo sanguigno,
attitudine alla deposizione, colore delle uova, vivacità, aggressività.
Se i genitori sono perfettamente identici tra loro, i
discendenti saranno molto simili agli ascendenti. L’identità totale è
possibile solo nel caso di gemelli monovulari,
praticamente sconosciuti nei gallinacei, in
quanto non riuscirebbero a nascere o a essere vitali per un congruo periodo di
tempo.
A seconda dell’entità
della loro azione, forte oppure debole, i geni vengono definiti dominanti,
incompletamente dominanti e
recessivi. Un gene dominante può svolgere almeno in parte il suo compito
anche se si trova spaiato. Un gene recessivo può agire solamente se è in
coppia omogenea. Questa classificazione è un po’ semplicistica poiché
esiste tutta una gerarchia tra geni e l’azione combinata può sfociare in
un risultato unico e caratteristico.
Alcuni
geni si trasmettono sistematicamente insieme. Così, il colore grigio
perla del piumaggio è dovuto al gene lav legato a un altro gene non
ancora identificato che causa una struttura setosa a carico delle piccole
copritrici alari. Alcuni geni sono portati dai cromosomi sessuali e agiscono
in modo differente a seconda del sesso, poiché sono omozigoti nel gallo e
obbligatoriamente isolati nella gallina, la quale possiede un solo cromosoma
Z.
A molti di voi questa parte descrittiva della genetica
risulterà certamente noiosa in quanto sembrerà di trovarsi di fronte a un
prontuario turistico. È del tutto normale che ciò accada. Tuttavia non
affronteremo che l’infima parte del patrimonio genetico del pollo. Un’infinità
di geni sono ancora sconosciuti. Altri, che non interessano direttamente i
nostri allevamenti amatoriali,
non saranno citati, o lo saranno solo di sfuggita per amor di completezza.
Gran parte dei geni che descriveremo rappresenta una
mutazione comparsa naturalmente, fissata e mantenuta per volere dell’uomo.
Raramente accenneremo a mutazioni irrimediabilmente perse e che avrebbero
chiarito punti oscuri. È facile intuire che la stragrande maggioranza delle
mutazioni - come il piumaggio bianco facilmente individuabile dai predatori -
non può sopravvivere in un habitat naturale.
I geni che caratterizzano il pollo selvatico sono
riconoscibili dal segno +
accollato al loro
simbolo. Molti di questi geni si ritrovano ancora in certe razze, come la Gauloise dorata, che è relativamente vicina al tipo
primitivo.
Un elenco astratto di geni è difficile da intendere e da
memorizzare. Per questo, di volta in volta, e quando possibile, si faranno dei
riferimenti pratici in modo da sfruttare le nozioni acquisite. Non si pensi
che una mutazione sia un fenomeno frequente. Nell’arco di 8.000 anni da
quando fu addomesticato, e durante gli 8 milioni di anni dalla sua comparsa,
il pollo ha presentato mutazioni con una frequenza molto bassa, per cui sarà
estremamente improbabile osservarne nel proprio pollaio.
Non si pensi neppure che basta guardare un cromosoma al microscopio per veder scritto, a fianco
di ogni gene, la sigla che lo caratterizza!
Sarebbe come pensare che ai Poli fa tanto freddo che le parole rimangono
scritte per aria come nei fumetti! La conoscenza e la classificazione dei geni
deriva dall’osservazione degli Scienziati e degli Allevatori, cui sono
seguite deduzioni e interpretazioni talora vere, talora non vere. Essendo una
branca scientifica, la genetica è una materia continuamente in fieri. Talora le osservazioni dei Piccoli Allevatori potrebbero trasformarsi in una goccia che fa
traboccare il vaso, potrebbero significare la soluzione di un problema annoso.
Quindi: occhi aperti e imparziali sul nostro pollaio!
Così come ha fatto e sta tuttora facendo Clive Carefoot, al quale sono
debitore per il costante aggiornamento di cui mi rende partecipe.
Prima di affrontare i geni che
determinano la colorazione del piumaggio, i quali sono i diretti e i maggiori
responsabili delle varietà in seno a ogni razza, possiamo porci una domanda
che sfiora il filosofico: qual
è il piumaggio caratteristico di un genere? È quello del maschio oppure
quello della femmina? Si è cercato di risolvere il dilemma ricorrendo alla
castrazione, privando così l’organismo delle influenze ormonali maschili o
femminili, lasciandolo in balìa delle sole influenze genetiche. Nel pollo
domestico e nell’anatra germano si ottiene un piumaggio che nel caso del
genere Gallus coincide grosso modo
col piumaggio annuale maschile e che anche nel genere Anas corrisponde al piumaggio nuziale del maschio.
Si deve pertanto dedurre che il piumaggio specifico dei suddetti generi è quello
maschile,
e non quello femminile, e neppure il prenuziale, essendo gli ultimi due
inibiti. Nei fagiani e nei passeracei, pur ricorrendo alla castrazione, non si
è assolutamente riusciti a dimostrare quale sia il piumaggio specifico. Il
piumaggio nuziale rappresenterebbe qualcosa di più evoluto rispetto al
prenuziale che, in definitiva, è neutro.
Dall’esperimento effettuato su Gallus e Anas si può
anche dedurre che il piumaggio specifico di un genere è in grado di
manifestarsi indipendentemente dagli influssi ormonali sessuali; basta che
tale piumaggio non sia bloccato. Esistono senz’altro influssi ormonali sul
piumaggio, che tuttavia non sono solamente di tipo sessuale.
Nel gallo e nel maschio di anatra germano la morfogenesi
del piumaggio giovanile risente di uno stato di ipertiroidismo fisiologico,
dato che l’asportazione della tiroide fa comparire piume che ricordano l’aspetto
di quelle dell’adulto. Anche la pigmentazione è fortemente alterata nel
gallo domestico privato della tiroide. Circa le influenze endocrine, non è
obbligatorio che i due sessi vengano influenzati in modo identico. Il determinismo sessuale
ha marchiato in modo indelebile il soma del maschio e della femmina,
e gli esperimenti sui castrati hanno dimostrato un’azione differente degli
ormoni sessuali a seconda che si tratti di un ormone
omogeno, cioè del sesso del castrato, oppure eterogeno.
Per concludere: un soggetto è geneticamente maschio o
femmina, con potenzialità proprie al sesso d’appartenenza che si
manifestano attraverso il piumaggio definitivo. Il piumaggio del maschio
rappresenta il piumaggio specifico; il piumaggio femminile, anch’esso
geneticamente determinato, differisce da quello del maschio nella misura in
cui agiscono fattori legati al sesso.
Il piumaggio caratteristico del genere Gallus, o piumaggio specifico, è quello maschile, e non quello femminile, e neppure quello prenuziale per le specie che ne sono dotate. Il piumaggio nuziale rappresenta qualcosa di più evoluto rispetto al prenuziale, che in definitiva è neutro. Il piumaggio specifico di un genere è in grado di estrinsecarsi indipendentemente dagli influssi ormonali, per cui è geneticamente determinato.
Anche la morfogenesi del piumaggio giovanile risente di uno stato
di ipertiroidismo fisiologico, dimostrato dal fatto che l’asportazione della
tiroide fa comparire delle piume che ricordano quelle dell’adulto. La
pigmentazione stessa è fortemente alterata se il pollo viene privato della
tiroide. Pertanto: un soggetto è geneticamente maschio o femmina, con delle
potenzialità proprie al sesso cui appartiene, le quali si manifestano col
piumaggio definitivo. Il piumaggio femminile, anch’esso geneticamente
determinato, differisce da quello maschile risentendo degli ormoni sessuali.
Da
più di 60 anni il simbolo E è
stato accettato nella genetica del pollo per identificare il fattore che
causa una colorazione estesamente
nera del piumaggio. La scelta di questo simbolo ha una storia peculiare. Il
primo simbolo a essere adottato fu N,
che sta per nigrum (Davenport, 1909). Le indagini di Davenport condotte su
centinaia di pulcini furono in grado di dimostrare con certezza che si
trattava di un fattore dominante sull’allele selvatico simboleggiato
pertanto con n.
Nel
1918 Lippincott presentò una relazione sull’origine della colorazione
andalusa. Nonostante non fosse il solo a interessarsi di questo
argomento, egli propose l’esistenza di due loci strettamente associati,
attribuendo a uno dei due il simbolo E col significato di
estensione del pigmento, e all’altro locus il simbolo R
in quanto responsabile di una restrizione
della pigmentazione. Così, dal punto di vista genotipico, un pollo nero
era rappresentabile con la formula E_r/E_r, mentre un pollo blu era
ovviamente un E_r/e_R, e uno splash aveva la formula e_R/e_R. Verosimilmente
Lippincott non era a conoscenza del lavoro di Davenport.
Nel
1922 Dunn fece una comunicazione relativa a incroci tra soggetti neri con
soggetti caratterizzati da restrizione del nero, come lo sono i columbia e i
fulvi, e propose il simbolo Em
per il fattore dominante di estensione della melanina,
mentre il suo allele di restrizione fu siglato con em.
Dunn si dedicò a una revisione della precedente letteratura, ma tralasciò
sia Davenport che Lippincott. Nel 1923 Lippincott si rifece ai dati
derivanti dagli incroci degli Andalusi splash con soggetti fulvi, rossi e
columbia. Dal momento che tutti i soggetti di F1
erano blu, concluse che questi ultimi dovevano possedere i suoi
fattori E_r; considerando i
dati di Dunn, decise che erano in gioco due diversi geni di estensione del
nero.
La confusione fu cristallizzata da Jull nel suo trattato che esercitò notevole influenza nel mondo scientifico (1932). Infatti Jull affermava:
“Dunn ha
usato il simbolo Em, ma dal momento che egli si
riferisce allo stesso gene cui fanno riferimento gli altri studiosi dell’ereditarietà
del piumaggio nero, e dal momento che essi hanno adoperato il simbolo E per
denotare il gene dotato dello stesso effetto, in questa discussione viene
usato il simbolo E.”
Pertanto
em
divenne e, ma Jull espresse
qualche dubbio sulla semplicità di questa relazione. La simbologia di
Lippincott venne perciò abbandonata e l’attuale simbolo adottato esprime
un singolo mutante, Bl.
Nella
revisione completa della letteratura in merito, anche Hutt (1949) tralasciò
i contributi di Davenport. Allo scopo di appianare la confusione collocò il
tipo selvatico in seno alla categoria E.
Nel
1949 Smyth e Bohren presentavano una breve relazione su incroci tra polli nero
esteso, New Hampshire (columbia),
Cornish fagianata (dark) e Livorno perniciata (dark brown). Venivano
indicati 3 o al massimo 4 alleli implicati. Essi affermarono che il disegno
columbia (e) si comportava in modo
quasi completamente dominante su quello della Livorno studiata. Per quest’ultima
varietà proposero il simbolo ep.
Kimball
(1952) considerò ep un allele del
selvatico, per cui venne cambiato in e+,
dissentendo così esplicitamente da Hutt. Nel 1953 e nel 1956 sempre Kimball
confermò l’osservazione di Smyth & Bohren che il disegno columbia è
dominante nei confronti del mantello selvatico, e attraverso il ragionamento
basato sugli effetti fenotipici giunse alla conclusione che E, e+
ed e formano un locus genico
multiforme, il quale accoglie subunità eumelanizzanti contro unità
feomelanizzanti.
Ancora
Kimball (1954) riferì alcuni dati a supporto dell’identificazione di un
quarto allele, ER,
responsabile della colorazione brown-red
e di quella birchen derivata dalla
precedente. Questo tipo è unico in quanto possiede una cute della faccia
color porpora, nel pulcino il piumino è nero, ma nell’adulto il piumaggio
mostra una certa restrizione del nero. In precedenza Bateson e Punnett
(1923) avevano dimostrato che questa colorazione di base agisce in senso
dominante sul tipo selvatico. Kimball confermò quest’interpretazione,
dedicandosi anche a testare il birchen con il nero esteso e con il columbia.
La colorazione dei pulcini non veniva segnalata, ma nessuno dei soggetti di
F2
presentava il tipo selvatico nel piumaggio susseguente.
Fu
Morejohn nel 1955 a dimostrare con appositi test l’allelismo di 3
colorazioni addizionali nel piumino dei pulcini. Uno di questi fu denominato
yellowish-white, cioè giallastro-bianco, identificato con il simbolo
ey,
riscontrato come variazione recessiva in un ceppo di pollo della giungla. Il
secondo e il terzo allele furono trovati come varianti del piumino dei
pulcini in un ceppo di Livorno perniciata (brown). Uno ricevette il simbolo eb,
e l’altro es,
dove la lettera s sta a
significare speckled head, cioè
testa screziata.
Nel
1960 Kimball riferì di uno studio sulla colorazione frumento, wheaten,
che era stato condotto in incroci della Faverolles salmone e del Combattente
frumento nano con altri tipi. Kimball era all’oscuro dei precedenti studi
di Morejohn su questo fenotipo. A causa della dominanza della colorazione
frumento in alcuni incroci, le assegnò il simbolo Wh. Tuttavia i dati desumibili dagli incroci effettuati da Kimball
con il colore nero indicavano un allelismo per E: i soggetti di F1 erano neri e gli incroci a ritroso per il
frumento non davano esito a pulcini di colore selvatico.
I
due principali pigmenti implicati nella colorazione del piumaggio sono l’eumelanina
e la feomelanina, che danno luogo innanzitutto al nero e al rosso. Ambedue i
pigmenti possono essere modificati dalla riduzione o dall’interruzione del
flusso di pigmento entro i cheratinociti, dando origine al marrone, al blu,
al fulvo, al giallo. L’assenza completa di melanine conduce al piumaggio
bianco.
Ambedue
i pigmenti e la relativa distribuzione nel piumaggio rappresentano il
risultato dell’interazione tra parecchi geni. Brumbaugh nel 1979 affermò
che la
commutazione della sintesi di eumelanina/feomelanina è controllata dal
locus E:
in questo locus, a seconda delle colorazioni di base, si possono riscontrare
differenti alleli, ovviamente a turno. Il gene E, il più dominante della
serie, dà luogo a soggetti completamente neri, mentre il gene del frumento
recessivo ey,
il più recessivo di tutti, causa i soggetti maggiormente forniti di rosso.
Abitualmente
è abbastanza arduo impadronirsi del meccanismo genetico che controlla un
colore di base, mentre risulta meno difficile comprendere la genesi della
tonalità di un colore. Con ogni probabilità il
controllo del colore di base risiede nella non uniforme distribuzione degli
eumelanociti e dei feomelanociti sulla superficie cutanea.
Accettiamo
quest’artificiosa ed estrema semplificazione, in quanto potrebbe essere
più arduo comprendere il problema sotto un altro punto di vista. Infatti,
credo che ben presto vedremo cadere questa distinzione in due linee
cellulari deputate alla sintesi delle melanine. Bisogna ormai accettare il
concetto di ambiente chimico in cui ha luogo la sintesi melanica. A seconda
delle variazioni di tale ambiente, pur sempre determinato dai geni, si
verifica la sintesi di un tipo di pigmento invece che dell’altro.
L’interruttore
eumelanina/feomelanina non è una corsia preferenziale che viene
aperta una volta ai feomelanociti e la volta dopo agli eumelanociti, non è
neanche un interruttore del tipo tutto
o nulla, in quanto siamo a conoscenza del fatto che le piume presentano
sulle barbe delle fasi di passaggio, direi indecise,
di questa sintesi differenziata. Più che di un interruttore, a me pare che
spesso si tratti di un reostato, un reostato capace di piccoli passi
indietro e poi in avanti, fino all’espressione completa del pigmento che
deve formarsi per legge.
Ed
è proprio un reostato la causa delle nostre frustrazioni quando un pollo
subisce le penalizzazioni da parte dei giudici, che giustamente non vogliono
vedere la ruggine, vogliono un barrato netto, un bianco senza macchia, un
orlo ben definito e ampio quanto è giusto che sia.
Credo sia meglio aver sottomano
le nozioni fondamentali su un argomento importante e complesso come quello
che stiamo analizzando. Per cui, anziché rinviare all’apposito capitolo
del II volume, preferisco riassumerne i punti salienti.
Una revisione delle attuali conoscenze genetiche sulla
colorazione del piumaggio amplifica la complessità dell’argomento a
causa delle interazioni intra-alleliche e
inter-alleliche. Esse si verificano non solo tra mutazioni ormai
ben documentate, ma possono interessare geni e gruppi di geni non ancora
definiti. È talora sorprendente notare quante differenti combinazioni
geniche conducano a uno stesso fenotipo. Pertanto l’espressione cromatica del piumaggio è una caratteristica dovuta a
parecchi geni. Talora acquista importanza maggiore la dominanza, talora
l’epistasi, talora sono altre interazioni geniche che culminano nel
fenotipo finale. Ogni disegno come ogni colore di base è il risultato di
una sequenza geneticamente determinata di eventi. Esserne al corrente
facilita la comprensione di come vengono ereditati.
Prendendo come base il modello selvatico, si parte dal presupposto che esso è dotato dei
geni che presiedono alla sintesi delle melanine, sia eumelanina che
feomelanina. La distribuzione di queste melanine pare controllata da una competizione geneticamente determinata tra un
pigmento a detrimento dell’altro.
L’eumelanogenesi
precede la feomelanogenesi, per cui la prima decisione genetica è la
distribuzione dell’eumelanina. La feomelanina pigmenta le piume dove
esse non sono eumelanotiche, e quando viene abolita da certe mutazioni,
come l’argento, ne risulta un piumaggio bianco e nero, oppure
grigiastro. Ambedue le melanine possono venir diluite, dando i fenotipi
blu, lavanda, fulvo e crema. Come risultato di mutazioni epistatiche o di
interazioni geniche si ottengono piumaggi parzialmente o totalmente
bianchi.
Adottando forzatamente
la dicotomia melanocitaria, diciamo che le cellule produttrici di pigmento nero si comportano
in modo differente rispetto a quelle che producono pigmento
rosso.
Gli eumelanociti
fabbricano rapidamente una gran quantità di vescicole ovalari entro le
quali depositano l’eumelanina, che assume la forma bastoncellare prima
che la cellula vi incorpori lo zolfo. I feomelanociti
si comportano in modo diverso in quanto fabbricano un numero ridotto di
granuli e con velocità minore, i granuli hanno forma sferica oppure
rotondeggiante e vengono immagazzinati nelle vescicole dopo che la cellula
vi ha incorporato lo zolfo.
Brumbaugh, producendo barre nere su piume rosse e barre
rosse su piume nere, stimolando o rallentando la velocità di crescita del
piumaggio, dimostrò che la
crescita rapida della piuma favorisce la produzione di eumelanina, mentre
una crescita rallentata tende a favorire la colorazione rossa.
Quest’affermazione non dovrebbe destare meraviglia negli allevatori, i
quali hanno senz’altro potuto osservare la crescita di una striscia
rossa in una piuma parzialmente nera di qualche soggetto che abbia avuto
un temporaneo arresto di crescita.
La distribuzione delle melanine nel contesto del piumaggio
può riguardare il colore
di sfondo,
o disegno primario - che si manifesta attraverso
una distribuzione zonale di nero e di rosso - oppure il colore o disegno secondario. Il disegno secondario
è quello che influisce sulla distribuzione del pigmento su ciascuna
piuma, come accade nel barrato, nell’orlato, nel punteggiato e in tutti
gli altri disegni. Bisogna tuttavia ricordare che è difficile
classificare i geni attribuendo loro solamente un effetto primario o
secondario, in quanto alcuni posseggono ambedue i tipi d’azione.
Inoltre, uno stesso gene del disegno è spesso attivo su ambedue le
melanine.
Esistono loci responsabili della
distribuzione del colore che non riservano più misteri, ma senza dubbio
ne restano altri da scoprire. Tra i loci implicati nel colore di sfondo maggiormente
studiati risulta che il locus
E comprende almeno 8 differenti alleli. Nei confronti degli alleli di
questo locus sono in grado di interferire i restrittori dell’eumelanina,
capaci cioè di limitare l’estensione del pigmento: i più noti sono il
columbia, il mogano e il dark brown.
Il locus E ha ricevuto questa sigla - che sta per Estensore - in quanto il suo allele più
dominante E estende il colore al piumaggio di tutto il mantello, anche a
quello dei tarsi. Così ci si può giustamente aspettare che un genotipo E_Bl/E_bl+
possegga un colore blu uniforme distribuito a tutte quante le piume.
In genere si considera il locus poliallelico E come il locus capace di determinare la distribuzione
basale, o zonale, dell’eumelanina, in quanto le aree non occupate
dall’eumelanina possono così venir colorate dalla feomelanina. Per anni
la genetica del locus E è stata di difficile comprensione per l’erronea
interpretazione dei risultati emersi dagli incroci tra soggetti nero
esteso con soggetti columbia in cui l’eumelanina è relegata a
mantellina, ali, coda e piume dei tarsi qualora presenti. Gli effetti
epistatici del gene E dell’estensione del nero furono ingiustamente
attribuiti a una dominanza sul columbia, tant’è che in un primo tempo
fu attribuito il simbolo e al gene responsabile di questo
disegno.
Attualmente sono sicuramente accertati almeno 8 alleli
della serie E. Erroneamente fu incluso nella serie anche l’allele e
del columbia. È stata proposta l’aggiunta di altri 4 alleli, em,
en,
enl,
eq, ma la loro relazione con gli altri alleli, nonché la
loro individualità in assenza di modificatori, non è ancora stata
stabilita con certezza.
Quando il piumaggio ha raggiunto la fase adulta del disegno primario, è possibile definire 3 soli fenotipi per il maschio, mentre le femmine differiscono tutte quante fra loro, con qualche limitazione per il perniciato e il buttercup. Circa il piumino giovanile - che riveste importanza ben più grande di quanto si creda nell’individuare la colorazione di sfondo - quello del bruno dorato somiglia tanto al nero esteso da esserne indistinguibile, mentre lo speckled head o testa screziata, con simbolo es, rappresenta una situazione intermedia tra il piumino selvatico e il buttercup. In linea di massima il piumino del frumento dominante, rispetto al recessivo, si differenzia per possedere solo qualche debole puntino alla nuca e basta, mentre il piumino del frumento recessivo mostra frequentemente deboli strie al capo e alla schiena - .
Alleli
del locus E
in ordine decrescente di dominanza
E |
estensore
del colore |
ER |
bruno
dorato |
eWh |
frumento
dominante |
e+ |
dorato |
eb |
perniciato |
es |
speckled |
ebc |
buttercup |
ey |
frumento
recessivo |
E
mostra una dominanza
quasi completa su tutti gli altri alleli.
ER
è incompletamente dominante su eWh e su e+; in alcuni casi il genotipo ER/eWh
somiglia al disegno determinato da eb,
tuttavia ER è dominante su tutti gli altri
alleli che lo seguono.
eWh interagisce non solo con ER, ma anche con e+
e con eb. Quando si trova associato con uno di questi due,
ovviamente allo stato eterozigote, determina un piumino di tipo selvatico
con attenuazione delle strisce caratteristiche, e provoca nella femmina
adulta un disegno intermedio.
e+ è completamente
dominante su eb, es,
ebc, ey,
anche se i genotipi e+/ebc
- e+/ey
presentano
un fenotipo intermedio.
L’entità della dominanza
sembra essere influenzata da geni
modificatori, capaci di accentuare o di inibire l’espressione dell’eumelanina.
L’esistenza di 2 alleli del frumento con effetti molto
simili sul fenotipo, ma con marcate differenze nella loro relazione di
dominanza, è inabituale e molto interessante. Il frumento recessivo ey fu descritto per la prima volta da Cock & Pease nel 1951,
che lo isolarono dalla Sussex columbia denominandolo ritardato. Il frumento dominante fu descritto da Kimball (1952,
1960) e gli fu attribuito il simbolo Wh prima di essere
incasellato nella serie allelica E. Gli studi dimostrano senza ombra di
dubbio che ambedue questi geni del frumento esistono come alleli distinti,
o che un singolo gene del frumento è strettamente unito a un modificatore
dell’espressione dell’eumelanina.
Gli studi sullo sviluppo embrionale hanno dimostrato che
la differenziazione delle cellule pigmentarie, e quindi del pigmento
prodotto, viene influenzata sia dal genotipo dei melanociti che dall’ambiente
in cui essi vivono. I trapianti di cute in embrioni hanno pure dimostrato
che gli alleli della serie E sono autonomi, in quanto la sintesi del pigmento è determinata dal genotipo del frammento
trapiantato e non è influenzata dal genotipo ospitante, ovviamente
per quanto concerne il genotipo del colore di base, poiché avremo modo di
notare che la Sebright o è argento o è oro, mai arancio. Inoltre, i
fenotipi della serie E con dicromatismo sessuale sono estrogeno
dipendenti, mentre le differenze di colore nel contesto di una piuma
sembrano essere dovute a una differente risposta verso l’ormone
tiroideo, che in ultima analisi si traduce in una differente rapidità di
crescita del vessillo.
Nei soggetti e+/e+ è stato dimostrato il ruolo svolto dalla velocità di crescita della piuma sul controllo
della sintesi rosso/nero: quando la crescita è rallentata viene favorita
la sintesi di feomelanina. Il nero esteso E è insensibile all’ambiente
cellulare circostante, mentre il frumento recessivo ey
si differenzia per lo più in cellule produttrici di feomelanina.
Un’altra differenza interessante tra i due sessi legata
agli alleli della serie E consiste in due tipi di feomelanina chiaramente diversi. Uno di essi costituisce il tipico pigmento rosso del maschio di Gallus gallus, mentre l’altro impartisce una colorazione salmone
al petto della corrispondente femmina e al mantello delle femmine
frumento. Già nel 1951 Smyth aveva riferito che le feomelanine del maschio
selvatico e della sua femmina differivano per il contenuto in tricocromo, in quanto le penne color
salmone ne contengono una piccola quantità.
Quando si prende in considerazione la vasta gamma di
effetti sul fenotipo svolta dagli alleli della serie E, salta all’occhio
la complessità di questo locus: è difficile accertare il ruolo che esso
svolge sulla melanogenesi a causa della variabilità con cui si esprimono
gli alleli finora conosciuti. Essi avrebbero un ruolo
regolatore a livello cellulare, controllando il tipo o la qualità della matrice del premelanosoma.
Talora verrebbe la tentazione di pensare a una
strutturazione di questo locus come se si trattasse di un grappolo di geni
o di unità funzionali di DNA tra loro legate, come si verifica per il
Complesso Maggiore di Istocompatibilità. Si potrebbe allora architettare
uno schema, raggruppando gli eumelanizzanti più potenti [E - ER],
i frumento [eWh - ey],
le varianti dal tipo selvatico [eb
- es - ebc].
Le femmine di tipo selvatico mostrano una schiena dotata
di una sua caratteristica colorazione e un petto color salmone, le femmine
frumento posseggono solo il salmone esteso a tutte le piume del mantello,
mentre le femmine · eb
· es · ebc
· non hanno salmone e mostrano un disegno su tutto quanto il piumaggio.
Tali variazioni possono essere attribuite a una ricombinazione all’interno
del complicato locus E.
Considerando i vari alleli attivi sul piumaggio, si pone
il problema quale sia l’allele corrispondente al tipo selvatico. Jaap & Hollander (1951)
e
Morejohn (1955) hanno designato come tipo selvatico il Gallo Rosso della giungla, cioè la specie Gallus gallus che aveva e ha tuttora colori selvatici in gran
parte uguali al perniciato, e dei quali è responsabile il solo gene e+. Il simbolo e
sta per eumelanina, il segno + significa che tale gene è presente nel soggetto
selvatico.
Tutti gli altri colori sono diversi da quello selvatico e
sono scaturiti da mutazioni di e+.
Come già detto, sono state classificate almeno 7 mutazioni che possono
occupare a turno lo stesso locus. In base al rapporto di dominanza, se un
soggetto nero viene incrociato con uno dorato come il Bankiva,
la discendenza sarà nera, un incrocio tra dorato e frumento dà luogo al
dorato.
I geni della serie E influiscono su tutta quanta la
suddivisione dei colori nelle piume: nero, marrone, rosso, nonché sulle
sfumature del giallo. Nei soggetti omozigoti per un allele della serie E
la differenza di colore si nota maggiormente tra le femmine, mentre i
maschi si somigliano quasi tutti fra loro; fa eccezione il nero esteso,
dove i due sessi sono omocromatici.
Bisogna fissare bene un
concetto: l’espressione del colore di sfondo del piumaggio non dipende da una sola
coppia allelica. Si tratta invece di un carattere
poligenico, dipendente cioè da numerosi geni. Come abbiamo visto
nella parte dedicata alla genetica generale, è molto più scientifico
pensare all’azione di più geni che agiscono in sintonia, anche se è
possibile individuarne uno dotato dell’effetto più appariscente. A
seconda dei casi, assumono importanza le relazioni di dominanza, di
epistasi e altri tipi di interazione genica, che danno come risultato
finale un certo fenotipo. Da non sottovalutare l’azione di geni
modificatori che non sono ancora stati definitivamente caratterizzati.
I due principali pigmenti implicati nella colorazione del
piumaggio sono l’eumelanina e la feomelanina, che danno luogo al nero e
al rosso. L’assenza completa di melanine conduce al piumaggio bianco. La
scelta fra produzione di eumelanina oppure di feomelanina è controllata
dal locus E che, a seconda delle colorazioni di base, può essere occupato
da alleli differenti, naturalmente non tutti insieme, ma in coppia, i
quali in definitiva controllano il colore di sfondo attraverso una
distribuzione non uniforme degli eumelanociti e dei feomelanociti sulla
superficie cutanea o, meglio ancora, determinando una modificazione dell’ambiente
chimico in cui si verifica la sintesi delle melanine. Dal punto di vista
biochimico gli alleli svolgerebbero un ruolo regolatore
a livello cellulare, controllando il tipo o la qualità della matrice del premelanosoma.
Il locus E, che può essere definito come il locus capace
di determinare la distribuzione basale, o zonale, dell’eumelanina,
comprende almeno 8 differenti alleli dotati del seguente rapporto di
dominanza:
E
> ER > eWh
> e+ > eb
> es > ebc
> ey
Il Gallo Rosso della Giungla - Gallus gallus - è
stato designato come rappresentante del tipo selvatico, per cui è dotato
del gene e+. Tutti gli altri alleli sono
sue mutazioni.
I trapianti di cute effettuati
in embrioni hanno dimostrato che gli alleli della serie E sono autonomi,
in quanto la sintesi del pigmento
è determinata dal genotipo del frammento trapiantato
e non è influenzata dal genotipo ospitante. I fenotipi della serie E con
dicromatismo sessuale sono estrogeno dipendenti, mentre le differenze di
colore nel contesto di una piuma sono dovute a una differente risposta
verso l’ormone tiroideo, che si traduce in una differente rapidità di
crescita della piuma. Quando la crescita è rallentata viene favorita la
sintesi di feomelanine. Le feomelanine differiscono nel maschio selvatico
e nella sua femmina per il contenuto in tricocromo, in quanto le penne salmone del
petto della gallina ne contengono una piccola quantità. Tricocromo è
presente anche nel mantello della gallina frumento.
|
e+-
eumelanin |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Questo
allele, denominato black
red,
causa la colorazione di tipo
selvatico .
I soggetti hanno il colore del Gallus
gallus. Le galline hanno
sempre il petto salmonato
-
- .
Pascal (1905) ci fa sapere che in Italia questa colorazione era
detta dorata o pernice rossa, ed
egli non fa alcun riferimento a un fenotipo che si potesse attribuire al gene eb, fenotipo che oggi definiamo perniciato.
Nel pollo domestico questo gene è spesso combinato con S
per dare la varietà argento, detta in passato pernice bianca. Fa parte della composizione genetica della Livorno
dorata e argentata, del Phoenix collo oro e collo argento
- ,
della Gauloise
dorata, dei Combattenti Inglesi black
red, silver duckwings - ali d’anatra - nonché pile - bianco spalle rosse -, della Dorking silver grey che è una silver
duckwings
.
I
galli
omozigoti per e+ sono neri al petto, alle
remiganti e alla coda, con mantellina e lanceolate del groppone fornite di
fiamma nera bordata di giallo, che può talora raggiungere l’arancio
. In certi punti la feomelanina arriva sino al rosso ruggine, come nelle
piccole copritrici alari. Il triangolo dell’ala è rosso. Da osservare
che nei Combattenti Inglesi antico e moderno la selezione richiede l’assenza
di fiamme nere alla mantellina e alla sella, contrariamente a quanto
accade per Gallus gallus e Livorno.
Le
galline
hanno uno sfondo giallo punteggiato di nero, che è detto pepatura o punteggiatura. Questa colorazione occupa gran parte del
mantello, eccetto il petto che è salmonato senza pepatura ed eccetto le remiganti
primarie che sono nere come la coda. Anche il collo delle femmine presenta
piume dotate di fiamma nera.
Qualcuno potrebbe giustamente arricciare il naso a causa
dell’affermazione che le remiganti sono nere. In realtà esse sono
prevalentemente nere. Altrimenti non potremmo avere il triangolo dell’ala
rosso. Vediamo l’argomento in dettaglio. Il triangolo dell’ala è
costituito dalle remiganti secondarie, mentre le primarie non sono di
norma visibili quando l’ala è tenuta in posizione di riposo. Lo
standard americano vuole che le remiganti primarie del maschio siano nero
profondo, con il bordo inferiore (o esterno che dir si voglia) bordato di
marrone. Nella femmina esse sono color ardesia con un sottile bordo
esterno marrone. Le secondarie: nel maschio sono nero profondo con barbe
esterne marrone chiaro e di estensione sufficiente a formare un bel
triangolo di questo colore; nella femmina sono marrone scuro, con barbe
esterne finemente punteggiate di marrone più chiaro.
I
pulcini
- - hanno uno sfondo color tannino
[1]
chiaro
e presentano 3 bande: una centrale più larga color rosso scuro che si
estende dalla testa a tutto il dorso, 2 bande disposte lateralmente a
questa, più strette, marrone scuro, separate da quella centrale da un
piumino bianco giallastro.
Anche se non abbiamo ancora analizzato i geni implicati nel disegno
secondario del piumaggio, diamo ugualmente la formula
quasi completa di un soggetto dorato
selvatico, omettendo la duplice
scrittura di ogni gene coinvolto:
e+_ml+_co+_mh+_bl+_di+_s+_pg+_lg+_Mo+_db+_Lav+_b+_Ig+_cb+_i+_C+
Se è presente uno stato omozigote I/I per il bianco
dominante epistatico su C+,
oppure se è presente il bianco recessivo c, ovviamente omozigote, i
pigmenti non possono comparire e il piumaggio sarà bianco, ma con
tendenza a ingiallire.
Gli occhi di questa famiglia sono abitualmente color baio a causa del gene Br+.
La castrazione del maschio di Livorno dorata non modifica
il colore del piumaggio successivo, mentre dopo ovariectomia le piume della femmina ricrescono con
caratteristiche cromatiche maschili oppure del cappone. Quando un maschio
viene femminilizzato rimuovendo i testicoli e impiantando un ovaio, il
piumaggio diventa praticamente identico per colore e struttura a quello
femminile: il petto nero viene rimpiazzato dal salmone caratteristico
della femmina e le regioni con piume completamente nere presentano la
caratteristica pepatura femminile. Chiaramente il dicromatismo sessuale
della Livorno dorata dipende dalla secrezione ovarica.
Modificazioni uguali a quelle descritte si possono
ottenere somministrando estrogeni
nel cappone e le piume del petto che crescono durante il trattamento
ormonale mostrano una barratura trasversale con assenza di nero; l’estensione
di questa barratura è sia dose che durata dipendente. È stato pure
dimostrato con piccole dosi d’ormone che le piume più vicine al punto d’inoculazione
sono quelle maggiormente interessate, mentre le piume più lontane possono
non risentire dell’effetto ormonale.
Nel maschio di Livorno dorata alimentato con tiroide, oppure sottoposto a inoculazione di tiroxina, la quota di nero nelle piume prevalentemente feomelaniche subisce un incremento. Il cambiamento di colore si accompagna a modificazioni della struttura, in quanto nelle aree nere sono presenti barbule come si possono riscontrare nella femmina. Dopo tiroidectomia la quota di eumelanina si riduce sia nel maschio che nella femmina, e le aree sfrangiate prive di barbule sono più estese che nel soggetto normale. Lo stesso si ottiene dopo ipofisectomia per mancanza dell’ormone tireostimolante, anche se l’iniezione di estratto ipofisario anteriore non è in grado di ripristinare lo stato normale, ottenibile solo con tiroxina.
E
- extended
black |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Si tratta dell’allele più dominante della serie. L’eumelanina sostituisce la feomelanina in tutte le aree del piumaggio. Combinato con Ml permette al nero di raggiungere un’intensità estrema. Sia il gallo che la gallina sono completamente neri. I pulcini sono neri, talora col ventre chiaro - - - - - - - .
Nel termine nero
integrale, attribuito all’effetto di questo gene, è insito il
concetto che il nero è esteso a tutto il piumaggio, ma i soggetti
migliori si ottengono quando E è associato a Ml, ambedue allo stato
omozigote, ed è soprattutto Ml che deve essere omozigote, in quanto la
sua dominanza è incompleta.
I riflessi
verdi che accompagnano il nero pare siano almeno in parte
ereditari . La loro genesi, dal punto di vista fisico, è da
ascrivere al fenomeno della dispersione della luce da parte di piume
dotate di sfondo nero da eumelanina. Una crescita veloce e regolare
delle piume gioca un ruolo molto importante nella genesi dei riflessi
verdi. Quando la crescita è lenta i riflessi sono viola per una banda
violetta che si sovrappone allo smagliante verde scarabeo.
All’inizio del 1900,
parlando della Langshan,
Pascal si esprimeva così:
“Molti
polli hanno il mantello nero, ma nessuno l’ha d’un nero tanto
intenso o brillante come quello della Langshan, anzi molte razze si
dicono nere per modo di dire, ma hanno un mantello nero brunastro o nero
rossastro, a tinta matta, priva di lucido e riflessi metallici. Le razze
che presentano i più perfetti manti neri non raggiungono mai a darci
gli splendidi riflessi verdi che caratterizzano la Langshan, in essi
predomina la tinta violetta o porpora più o meno accompagnata dal verde
scarabeo, mentre nella Langshan il codice esclude la sia pur minima
parte di riflessi violetti; anche le galline Langshan hanno forti
riflessi metallici come i galli, ed è veramente un magnifico colpo d’occhio
vedere un numeroso gruppo chiamato a raccolta: si osserva una massa nera
rallegrata dai più splendidi riflessi verdi. Ciò che poi stupisce è
la facoltà di trasmissione del mantello nero dei genitori agli allievi,
non l’ombra di penne rosse o bianche, ma tutto è nero brillante di
generazione in generazione: non vi è dunque tendenza al ritorno di un
tipo qualsiasi, non vi è reversione di caratteri, bensì una costanza
nel pieno significato della parola. Non vi pare che tale costanza sia il
miglior indizio per ravvisare in questa razza una razza ben fissata?
Epperò, dicono alcuni, i primi tipi importati dalla Cina in
Inghilterra, in Francia, in Germania e in Italia, tradivano in alcuni
esemplari una o due penne bianche nelle calze e qualche gallo finanche
una qualche rara penna bianca al collo e alla coda. Chi ha allevato dei
Langshan sa che questi piccoli inconvenienti si manifestano talvolta,
benché molto raramente. Su 400 e più allievi discendenti dal ceppo De
Foucault appena qualche gallo e qualche gallina tradirono una o due
penne bianche alle calze. Questo insignificantissimo difetto potrà
forse rappresentare una reversione di caratteri, ma, stante la sua niuna
entità, non può distruggere la convinzione che la Langshan sia una
razza antichissima.”
Sempre Pascal, ma a proposito
della Livorno:
“A
primo colpo sembrerà indifferente che il manto di un pollo sia verde o
violetto, però è dimostrato dalla pratica che talvolta il colore delle
penne è in stretta relazione con la fecondità: il nostro contadino
apprezza altamente il colore rosso bruno [dorato e perniciato, N.d.A.],
il grigio, e specialmente il nero, perché l’esperienza gli insegna
che i soggetti di colore scuro producono molte uova e sono più robusti
dei soggetti che tendono all’albinismo. Nella livrea nera si cerca il
nero perfetto senza fondo troppo grigiastro, insomma non si vuole il
cosiddetto fumo di cannone. Il riflesso si vuole verde metallico. Nel
manto bianco si cerca di evitare la vena paglierina tanto facile ad
apparire sul collo e sul dorso, specialmente alla seconda muta.”
Il gene s+
ha influenza sui riflessi verdi
del piumaggio nero. I soggetti neri dotati di s+
[E_s+/E_s+]
hanno riflessi verdi migliori dei soggetti E_S/E_S. Così afferma
Gankema (1993).
Ancora il Pascal, parlando dei riflessi verdi della
Langshan nera:
“Un
pigmento giallo, la psittofulvina,
è la base del verde. L’aggiunta d’un bruno scuro, la fuscina,
sorgente dei colori blu e neri che si osservano in certe piume, fa
sembrare il piumaggio verde. Noi conosciamo dunque la ragione del colore
bruno scuro delle piume molli delle tibie e del disotto delle ali che si
produce dal secondo anno in poi nella Langshan: la psittofulvina
sparisce e resta la fuscina.”
Probabilmente con fuscina
[2]
voleva
designare la melanina, che è fosca, scura.
Non ho trovato nessuna descrizione della psittofulvina,
per cui non so a quale composto chimico si facesse riferimento all’inizio
del 1900.
Attualmente, l’unica possibilità per spiegare in modo
completo i riflessi verdi o viola è quella d’invocare, oltre al
fenomeno della diffusione della
luce da parte della struttura della piuma in grado a sua volta di
condizionare la dispersione di certe lunghezze d’onda, anche l’intervento
del fenomeno dell’iridescenza che, seppur raramente, è presente anche
nel pollo. Non solo i riflessi verdi, ma anche quelli viola sono
cangianti, per cui variano con l’angolo visuale e rispondono ai
requisiti dell’iridescenza. Inoltre, essi sono dotati di lucentezza
metallica.
Quando nel II volume
abbiamo parlato dell’iridescenza, abbiamo sottolineato che si usa dire
che i colori iridescenti sono causati dal fenomeno dell’interferenza
che si verifica nello strato cheratinico esterno delle barbule, e che la
melanina serve semplicemente a purificare i colori impedendo la
riflessione di altre luci parassite. Però è stato scoperto da Schmidt
che la
melanina è direttamente responsabile dell’interferenza.
Nelle barbule appiattite i granuli di eumelanina formano un singolo
strato e sono dotati di una specifica forma: sono a forma di bastoncini
allungati nel pollo e nello Stornello, hanno la forma di squame
navicolari disposte a mosaico in certi Colibrì nei quali il mosaico è
presente solo nelle aree iridescenti. I polimeri di melanina hanno un
altissimo indice di rifrazione, maggiore di quello della cheratina
circostante. Vista al microscopio in campo oscuro, ogni masserella è
colorata e iridescente, con colori metallici che cambiano secondo l’angolo
d’incidenza della luce. Con luce trasmessa si possono vedere i colori
complementari. L’imbibizione con acqua determina rigonfiamento dei
granuli, i quali cambiano di colore in accordo con la sequenza di
Newton. Così, i granuli di melanina sono essi stessi causa d’iridescenza. Una tonalità bruna dei granuli influenza i colori da
interferenza, facendoli apparire metallici, e il loro elevato indice di
rifrazione incrementa l’intensità dei colori.
Per esperienza – e come afferma Gankema - si sa che il nero migliore si ottiene in soggetti dotati del
gene dell’oro, gene necessario all’espressione della feomelanina.
Quindi nella genesi dei riflessi verdi e viola sono probabilmente in
gioco diversi fattori: forma dei bastoncelli di eumelanina, particolari
tonalità del suo colore, struttura della cheratina. Si tratta di un
insieme di fattori geneticamente determinati, in grado di incepparsi per
motivi intercorrenti, con viraggio dei riflessi da verde a viola.
Il nero può essere ottenuto con diverse combinazioni
alleliche: E/E - E/ER
- E/eWh - E/e+
- E/eb - E/ey.
Solo la combinazione E/E
permette la realizzazione di un nero puro senza piume di altro colore. Le
altre combinazioni vengono denunciate da un piumino chiaro o da tracce
di rosso a carico della mantellina.
Oltre alla Langshan, anche polli neri francesi come
Crèvecoeur
e La Flèche
presentano la combinazione E/E. A questi
alleli possono associarsi altri geni: blu Bl, pomellato mo, barrato,
bianco dominante e bianco recessivo. I polli bianchi ottenuti da
soggetti dotati del gene E non ingialliscono mai,
a differenza di quelli che derivano da soggetti con genotipo e+ oppure con un suo altro allele nel corredo genetico.
Gli studi di Brumbaugh &
Hollander (1965) non hanno messo in evidenza una supposta
semiletalità obbligata del gene E, come invece è stato segnalato nel
II volume attraverso una freccia nell’elenco
dei geni letali e come affermato da Hutt nel 1949.
ER
- brown red |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Sinonimi: brown red, giallo betulla, nero ramato
Un
altro sinonimo è crow-wings,
che significa ali di corvo, da usarsi quando è stato introdotto il
gene dell’argento. Da ER
scaturiscono femmine
nere, eccetto testa e mantellina che sono dorate.
I galli si presentano dorati anche a livello del dorso,
delle lanceolate del groppone e delle copritrici alari; la loro
mantellina possiede fiamme nere; le remiganti primarie e secondarie
sono nere, e pertanto il triangolo dell’ala risulta nero. Il petto
può essere più o meno regolarmente segnato di rossastro. I pulcini
sono neri, e presentano del bianco sia al ventre che alla punta delle
ali.
Nei Combattenti Inglesi troviamo alcune varietà legate al
gene ER: brown red in cui è presente solo il gene di base, birchen
– betulla - per l’apporto di S, lemon
blue per l’apporto di Bl, anche se tale varietà farebbe pensare
di primo acchito all’azione del lavanda nel diluire il rosso a
limone, ma l’equivoco nasce dal fatto che il gene ER è detto anche yellow
birchen per
distinguerlo dalla colorazione birchen.
Il
genere Bètula L. (1737)
comprende
circa 30 specie, tra cui la Bètula
alba L. (1753). Esistono anche varietà ornamentali oltre che
spontanee, ma io non sono a conoscenza di una varietà originaria di
Alba (CN) o che fosse prediletta dal Duque d’Alba
[3]
che dà il
nome al famosissimo brandy spagnolo. In avicoltura la terminologia è
davvero fantasiosa e irriverente, trasformando il termine birchen, che in inglese significa di betulla (aggettivo di birch
= betulla), in betulla d’Alba, invece di attribuire a questa colorazione
solamente l’aggettivo latino alba
- cioè bianca - dovuto a Linneo, oppure solo il
sostantivo betulla
sottintendendo il colore della corteccia dell'albero. Infatti la
corteccia di una betulla è sempre più o meno bianca, e si
contrappone appena appena all’idea di bianco solo la varietà a
foglie rossicce che ho in giardino, ma la cui corteccia è bianco
sporco. Magia dello storpiare e del non sapere!
Birchen,
riferito al colore, non è un termine tedesco, anche se sembrerebbe
tale. In tedesco birchen,
parlando di animali, significa avere un prolasso uterino, mentre
betulla si dice Birke.
È
logico che abbia una mia proposta da fare: la colorazione dovuta al
gene ER
con l’apporto del gene dell’argento, o viene
chiamata betulla alba, oppure semplicemente betulla. Sfido la
maggioranza dei lettori se è per caso a conoscenza della mia cultivar
rossa di betulla, che non inficia comunque il bianco della corteccia. Betu
in celtico significa albero.
Tra le razze francesi, il genotipo ER/ER
si trova solo nella Marans . A proposito di questa razza, siccome la
trasmissione del carattere è talora imprecisa, è logico non fondare
la sua selezione sulla ricerca troppo spinta della separazione del
rosso dal nero, dato che la Marans nero
ramato non deve somigliare a dei Combattenti inglesi brown-red.
Dal momento che il petto può essere sia nero che invaso dal rosso,
solo la selezione può permettere di rimanere nel giusto
bilanciamento. La caratteristica dei galli Marans è di presentare un
petto interamente macchiato di rosso. A causa delle uova con guscio
estremamente rossiccio, la Marans
è
passata alla storia come la
Gallina dalle uova d’oro.
Un articolo apparso su Avicultura - edizione inglese, vol.I n° 8 - firmato Franc Beekmans,
parla dell’Ardennese nana, derivata dalla gigante. L’autore non
cita il gene della colorazione di base, ma le foto, veramente belle,
parlano chiaramente dell’appartenenza di questa nana alla
colorazione di base ER, ma lo escluderebbe il fatto che i pulcini non sono neri
- .
Una caratteristica interessante di questa varietà nana è
quella di avere uno spiccato melanismo della faccia, come accade per
esempio nella Sebright e nel Combattente inglese moderno nano brown
red. L’Ardennese nana non è contemplata né dallo standard olandese
né da quello statunitense. Solo Jeffrey la cita, riferendo che
appunto non è riconosciuta dallo standard americano.
eb
- brown |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Sinonimi: brown, partridge
Gli allevatori interessati alla produzione di varietà a mantello unisex hanno la fortuna di poter disporre del gene eb in alternativa al gene e+. Infatti anche la Sebright oro e quella argento posseggono questo gene nel loro patrimonio genetico e inspiegabilmente, nell’edizione 1984 dell’International Registry of Poultry Genetics Stocks, Somes sostituisce eb con E, rendendo così difficile capire da dove possa scaturire la feomelanina, visto oltretutto che, a ragion veduta, nel patrimonio genetico della Sebright egli aggiunge Ml allo stato omozigote. Secondo Gankema la Sebright può avere come gene di base e+ in alternativa a eb. Ma secondo Carefoot la Sebright come gene di base può essere dotata anche di ER.
I galli perniciati si presentano dello stesso colore del
tipo selvatico in quanto sono pressapoco
identici ai dorati, possedendo solo una quota maggiore di rosso. Le
galline sono giallo-bruno, di un giallo più scuro rispetto alle
dorate, e non hanno
mai il petto salmonato.
Sul petto si estende la pepatura presente su gran parte del
piumaggio, però più grossolana di quella posseduta dalla femmina
dorata.
I
pulcini hanno testa e dorso marrone scuro. Le strisce bianco
giallastre del dorato sono molto meno evidenti e meno definite, per
cui le bande dorsali non sono ben distinguibili tra loro. La parte
anteriore della faccia è sfumata di marrone chiaro.
Il gene eb
può combinare la sua azione con quella del
gene Co
di restrizione del nero e con quella dell’argento S, come accade nella Brahma
bianco columbia, nella quale il bianco è dovuto alla sostituzione
di s+ da parte del gene dell’argento che annulla il rosso. Il
gene eb, associato al solo gene Pg,
è in grado di determinare la varietà pluriorlata che vedremo
appresso.
Il gene del colore di base perniciato è posseduto dalla
Cocincina nana perniciata, dalla Wyandotte nana perniciata, dalla
Pictave. Quest’ultima, originaria del Poitou, la sola nana
francese senza un corrispettivo gigante, nella sua colorazione
primitiva possiede solo il gene eb, per cui è una perniciata pura.
Il gene del perniciato allo stato omozigote può
associarsi a svariati disegni del mantello, non solo pluriorlato, ma
anche orlato semplice e doppio. Nascono spesso delle eresie
genetiche: la Pictave, inizialmente perniciata eb/eb,
si presenta talora anche nella varietà perniciata pluriorlata eb/eb_Pg/Pg.
In questo caso, e nella femmina, il gene Pg riunisce il nero della
filigrana in un’ellissi, mentre sul petto del gallo segna di rosso
l’estremità delle piume: si tratta quindi di qualcosa di
differente rispetto alla Pictave originale.
Le galline di Wyandotte perniciata impiegate per produrre
femmine di elevata qualità, posseggono dei geni di diluizione,
probabilmente Di, che trasformano talmente il piumino da far sì che
il neonato presenti delle strisce estremamente pallide. Le
femminucce posseggono una stria chiara sottile e orizzontale che
attraversa l’occhio, mentre i maschietti non hanno la stria chiara
orbitale e si presentano più chiari.
In accordo con Somes possiamo affermare che eb, in assenza di geni modificatori, determina una colorazione marrone corno del becco e dei tarsi,
e parecchie Wyandotte perniciate delle esposizioni sono dotate di
questa caratteristica, specie quelle con piumaggio più scuro.
La
Wyandotte nera si è evoluta dall’argento
orlo nero attraverso una riduzione dell’argento operata da
geni ebano,
che sono geni eumelanizzanti non ancora identificati. È logico che
contemporaneamente si è dovuto procedere all’eliminazione dei
geni di restrizione del nero, cioè del gene Co.
I
polli neri a zampe gialle sono basati sulla purezza di eb e di Ml. Sfortunatamente Ml è incapace di estendere il
nero all’iporachide, specialmente nel piumaggio posto alla base
della coda. Questo difetto è maggiore nei maschi rispetto alle
femmine. Ma i geni ebano,
che aiutano quello melanotico nell’estendere il nero a tutto il
piumaggio, presentano lo svantaggio di estendere il nero anche ai
tarsi. Pertanto, la produzione di ceppi neri a zampe gialle di alta
classe richiede una raffinata miscela di geni della pigmentazione al
fine di dosare in modo corretto la colorazione dell’iporachide
nonché quella dei tarsi che debbono rimanere gialli.
Fig. I.1 - Livorno nera. Classico pollo nero a zampe gialle.
Da Edward Brown - 1906
Gli allevatori sono sfortunati in tal senso, poiché i
risultati desiderati richiedono una miscela diversa a seconda che si
tratti di maschi oppure di femmine, e questo sfocia nella necessità
di possedere linee distinte per la produzione di maschi e femmine.
Le deviazioni dal voluto sfociano sempre in un iporachide
tendenzialmente chiaro e in tarsi neri, dove indubbiamente il primo
è legato all’azione di Ml e i secondi ai fattori ebano.
Per produrre maschi ideali sono necessarie femmine a tarsi scuri,
mentre le femmine giuste debbono avere un genitore che possegga un
po’ di bianco all’iporachide, visibile alla radice della coda.
Nei pulcini il piumino marrone dovuto a eb
può essere scurito dai geni ebano sino a diventare nero con esclusione della pancia
che si presenta bianca; può venir schiarito da Di al punto da
presentare strisce molto chiare nelle Wyandotte adatte per femmine,
può inoltre venir alterato da Co e da Db. Il columbia può far
virare il piumino scuro in color cinnamomo, o cannella
[4]
.
L’aggiunta di geni modificatori eumelanizzanti incrementa talmente
il nero che solo la parte anteriore della faccia del pulcino può
essere l’unica area non nera. Somes ha dimostrato che i pulcini
neri abitualmente sono femmine e che in certi casi il sessaggio può
avvenire con accuratezza osservando semplicemente il colore del
piumino. Il gene Db interagisce in modo meno severo, modificando il
piumino marrone in crema, attraversato da una sottile stria centrale
al dorso che si associa a due strisce laterali nere.
Bisogna anche segnalare che un pulcino puro per eb può possedere il suo piumino marrone scuro virtualmente
non segnato da strie, ma enormemente modificato nella distribuzione
e nella tonalità del pigmento se è presente l’argento, nel qual
caso il marrone diventa un blu grigio.
Gli usi avicoli consacrano certe
terminologie che talora è difficile far coincidere
con la realtà genetica; sono inoltre diventate talmente
comuni che è arduo sradicarle, anche se errate. La varietà
perniciata è abbastanza vicina alla varietà selvatica, ma anche un
osservatore non molto attento può agevolmente distinguerle:
|
Perniciato |
Dorato |
gallo |
mantellina
con fiamme nere |
idem |
|
possibile
il rosso al petto |
rosso
al petto assente |
gallina |
sfondo
bruno con filigrana nera |
sfondo
giallo con punteggiatura nera |
|
petto
colore del dorso |
petto
salmonato mai pepato |
L’importanza di questa
distinzione risulta evidente consultando gli standard, in cui però
troppo spesso le terminologie esatte non vengono rispettate.
Le due colorazioni, dorata e perniciata, sono
fondamentalmente differenti perché - attenti al bisticcio di
parole - è la base
genetica del colore di base
che cambia: e+/e+
per il dorato, eb/eb
per il perniciato. Questi due colori sono maledettamente facili da
confondere nel maschio poiché il fenotipo dei galli è quasi
identico. Quindi bisogna porre molta attenzione a non incrociare
maschi e femmine con genotipo diverso. La Pictave è stata una delle
principali vittime di tali incroci malfatti: l’apporto di e+ ha fatto comparire del rosso nel
petto delle galline e questo è un difetto grave! Inoltre, l’apporto
voluto e ingiustificato di Pg ha determinato un disegno ellittico
nelle galline, e questo non corrisponde né allo standard del Conte
Lecointre suo creatore, né allo standard attuale; ciò si
ripercuote nella presenza di rosso eccessivo nel petto dei galli.
Tornando a un disegno confuso nelle galline, il petto dei galli
sarà equamente distribuito, in quanto si sarà eliminato Pg.
Vale la pena di puntualizzare una volta per tutte le
caratteristiche fenotipiche presentate dai due diversi genotipi.
La gallina dorata
possiede
il colore della femmina di Gallus gallus: il suo mantello va
dal giallo oro fino all’arancio, con punteggiatura nero carbone
che non si organizza in disegni, il petto è salmonato senza
pepatura, la coda è nera. Geneticamente si tratta di e+/e+.
Il gallo
corrispondente ha il petto nero, la mantellina
rosso dorato con fiamme nere, le spalle sono rosso ruggine, la coda
è nera, le remiganti sono nere e il triangolo dell’ala è rosso.
Il dorato non appartiene solo al Gallus gallus: appartiene anche alla Gauloise pura, nella quale è anche l’unica
colorazione ammessa, posseduta pure dall’Ardennese, dalla Nana
Tedesca, dal Combattente Inglese black red; in quest’ultimo però
lo standard non vuole fiamme nere a carico della mantellina e delle
lanceolate della sella. Il gene e+ è anche la base genetica
lievemente modificata della Livorno dorata.
I Combattenti Inglesi Antico e Moderno sono detti anche black
breasted red (rosso dal petto nero) o più semplicemente black
red. Differiscono dalle altre razze per essere privi di nero
nelle lanceolate di mantellina e groppone, tanto che in passato il
combattente antico era incluso nella famiglia frumento. Fatta
eccezione per queste due razze, in tutte le altre si ipotizza la
presenza di un fattore
capace di determinare la fiamma nera.
In base alla colorazione del pulcino non è difficile
distinguere se un Combattente Inglese appartenga al frumento, al
dorato oppure se deriva da un incrocio tra i due colori di base:
§
pulcino frumento: il piumino è bianco, talora con strie
pallide al dorso
§ pulcino dorato: piumino marrone scuro con strie dorsali e al capo ben definite
§
pulcino nato da dorato x frumento: piumino di colore
intermedio, marrone chiaro oppure tannino, con strie non ben
definite
La femmina adulta non dà adito a dubbi se trattasi di una
dorata o di una frumento; se invece deriva da un incrocio tra questi
due
colori di base, somiglia alla femmina dorata, ma presenta una certa
quota di rosso mattone o di ruggine alle ali.
Una gallina perniciata
ha il dorso e le copritrici alari
giallo-bruno con punteggiatura nera abbondante che non si organizza
in disegni. Il petto è identico alla schiena, magari un po’ più
chiaro, mai salmonato, e la punteggiatura nera talora è un po’
grossolana e tendente al pluriorlato.
Il gallo
corrispondente ha il petto nero talora segnato di rosso, con
mantellina rosso oro più intenso che nel dorato e con fiamme nere.
Geneticamente si tratta di eb/eb.
Come già detto, si tratta del colore della Cocincina nana
perniciata, della Wyandotte nana perniciata e della Pictave. Ma
allora, cosa sono la Brahma perniciata e la Wyandotte gigante
perniciata? Per spiegarlo bisogna ricorrere alla genetica, poiché
il termine corrente partridge,
perniciato, dà per scontata la presenza del disegno pluriorlato, e
anche Carefoot fa notare che perniciato
è un termine improprio se viene usato per varietà pluriorlate.
Con l’apporto di Pg/Pg al
genotipo eb/eb
si costringe il nero della punteggiatura a organizzarsi in disegni
ellittici
-
-
- .
Così nelle femmine può finalmente sprigionarsi il bel colorito
bruno che fa da sfondo, non più mascherato dalla punteggiatura.
Questo disegno pluriorlato è frequentemente detto partridge
dagli anglosassoni. Vediamo perché essi possono aver ragione nell’usare
questo termine, e perché anche il nostro perniciato
riferito alla forma pura, senza l’intervento di Pg, è anch’esso
appropriato. Chi frequenta mostre avicole all’estero si armi di
pazienza e di terminologia: in Olanda il dorato è detto patrijs,
cioè starna, e il nostro perniciato è detto donkerpatrijs,
cioè starna scuro.
La
sottofamiglia Perdicinae
comprende 132 specie ed è pertanto la sottofamiglia più
numerosa dei Fasianidi. La livrea ha colorazione uniforme che serve
in genere a mimetizzare i Perdicini nel loro habitat e solo
raramente presenta tinte vivaci. La sottofamiglia si suddivide in 3
tribù:
§ Perdicini
§
Coturnicini
§ Odontoforini
La
tribù dei Perdicini è
composta da alcuni generi comunemente noti, a fianco dei quali
riportiamo una sola specie a scopo esemplificativo:
Lerwa
- Pernice delle nevi - Lerwa
lerwa
Tetraogallus
- Tetraogallo del Caucaso - Tetraogallus
caucasicus
Tetraophasis
- Tetraofaside del Tibet - Tetraophasis
obscurus
Alectoris
[5]
-
Coturnice delle Alpi - Alectoris
graeca saxatilis
Perdix [6] - Starna [7] - Perdix perdix
Rollulus
- Quaglia crestata o Rul-Rul - Rollulus
roulroul
Francolinus
- Francolino - Francolinus
francolinus
Ithaginis
- Fagiano insanguinato - Ithaginis
cruentus
Nella
tribù dei Coturnicini
troviamo questi generi:
Coturnix
[8]
-
Quaglia [9]
- Coturnix coturnix
Quaglia
dell’Europa - Coturnix
coturnix coturnix
Quaglia
del Giappone - Coturnix
coturnix japonica
Margaroperdix
- Pernice del Madagascar - Margaroperdix
madagascariensis
Excalfactoria
- Quaglia nana della Cina - Excalfactoria
chinensis
Nella
tribù degli Odontoforini
troviamo i seguenti generi:
Dendrortyx
- Quaglia del Guatemala - Dendrortyx leucophrys
Colinus
- Quaglia della Virginia o Colino della Virginia - Colinus
virginianus
Odontophorus
- Odontoforo - Odontophorus guttatus
A
nessuno tra coloro che avranno la pazienza di leggere le note a
fondo pagina potrà sfuggire la gran confusione sulla terminologia volgare
che spesso si discosta da quella scientifica, in quanto la Coturnice
è una Alectoris graeca e
la Quaglia una Coturnix
coturnix. La Perdix perdix diventa Starna e la Pernice delle nevi è una Lerwa
lerwa. Ma non è finita qui: la Quaglia della Virginia è il Colinus
virginianus, della tribù degli Odontoforini.
Le
cose vanno così, si dice che ogni lingua è in continuo divenire,
ma non si capisce come talora sia statica più di un dio e talaltra
sia tanto dinamica da essere imperdonabile!
La
femmina del Gallo cedrone (Tetrao urogallus), del Fagiano di monte (Lyrurus tetrix), della Pernice bianca di Scozia (Lagopus
lagopus scoticus), che appartengono alla sottofamiglia dei
Tetraonini anch’essi Phasianidae, hanno un piumaggio che, se non è un pluriorlato,
rasenta talora il barrato.
Ma,
il pluriorlato più raffinato si vede nella Starna ,
Perdix perdix, che in
inglese è detta common
o grey partridge, cioè
pernice comune o grigia, o più semplicemente partridge.
Però questo disegno pluriorlato non sempre è netto e talora dà
invece l’impressione di una filigrana grossolana.
Torniamo al pollo domestico. Nei
galli pluriorlati il petto non è nero o dotato di poco rosso
disorganizzato: le piume si presentano bordate di rosso. Nello
standard questo bordo rosso è solo tollerato, anche se è
necessario perché le piume delle corrispondenti galline siano
disegnate in modo ben netto. Si tratta quindi della Brahma Perniciata
e della Wyandotte Perniciata
secondo l’erronea terminologia di certi standard, che confondono
geni e idee, terminologia che va senz’altro cambiata con l’aggettivo
pluriorlato, il quale esprime senza ombra di dubbio un
caratteristico disegno che è netto e non sfumato come talora accade
in Perdix perdix. Ottimo
anche l’aggettivo inglese pencilled usato per designare il
pluriorlato. Da notare che to pencil,
di cui pencilled
è il participio passato, significa disegnare, segnare a matita,
quasi le orlature concentriche fossero opera di un disegnatore.
ebc
- buttercup |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Cominciamo col dire che buttercup
in inglese significa ranuncolo, da riferire probabilmente alla
particolare cresta della Siciliana
-
. Secondo Carefoot si possono
osservare due fenotipi differenti dovuti a questo allele, in
quanto i soggetti sono dotati solamente di ebc,
oppure sono portatori sia di ebc
che del gene Db, ambedue allo stato omozigote.
Genotipo
ebc_ebc |
Il
piumino del pulcino è simile a quello del tipo selvatico, fatta
eccezione per le strisce bianco giallastre del dorso che sono più
ampie e per la striscia al capo interrotta e irregolare.
I maschi adulti sono di tipo
selvatico, cioè rossoneri, mentre le femmine adulte sono senza
salmone al petto e sono del tutto simili a femmine eb,
con possibile presenza nelle piume di strisce grossolane dovute a
scarsa quantità di pigmento nero nel contesto della feomelanina.
Genotipo
ebc_ebc/Db_Db |
I
pulcini hanno un piumino color crema e il pigmento nero è
radunato in poche macchie al capo, associate a una striscia
centrale al dorso.
Gli adulti con questo genotipo - sia la Siciliana o Sicilian
buttercup, sia l’Amburgo spruzzata - hanno un fenotipo estremamente differente nei due
sessi: il maschio presenta una tipica restrizione del nero alla
coda e alle remiganti, con petto dello stesso colore del mantello,
cioè marrone; le femmine adulte non hanno petto salmonato e
portano un mantello marrone a strisce nere ovalari giustapposte
dovute a restrizione dell’eumelanina, ricordo della
punteggiatura selvatica. Anche la mantellina delle femmine è priva
di nero. |
Buttercup |
La combinazione di questi due geni è una caratteristica
posseduta sia dall’Amburgo spruzzata che dalla Siciliana. Furono
Brumbaugh e Hollander nel 1965 a isolare per primi il gene ebc nella Siciliana e conclusero che il piumino ebc era quello ora noto come combinazione di ebc con Db. La differenza tra le chiazze ovali della
Siciliana e quelle a barra dell’Amburgo spruzzata è probabilmente dovuta a geni modificatori
non identificati che alterano la disposizione dell’eumelanina
conferendo un aspetto a chiazze oppure a barre. Tutto ciò è
possibile ed estremamente probabile, considerando la tendenza dell’Amburgo
spruzzata a manifestare chiazze anziché barre. Non bisogna
tuttavia dimenticare quanto affermato da Carefoot: il gene Db allo
stato omozigote inibisce la curvatura del disegno, per cui lo
spruzzato viene trasformato in barrato. Pertanto la presenza
singola o duplice del gene Db è in grado di modificare la
disposizione dell’eumelanina. |
Amburgo spruzzata oro |
Per poter ottenere la spruzzatura, detta anche barratura
ovale, non bisogna dimenticare che è necessaria la presenza del
gene Pg. Conviene pure ricordare che il gene Db interagisce in
modo meno severo con uno sfondo eb, trasformando il piumino
marrone in crema, solcato da una sottile striscia centrale nera
contornata da due barre nere ai lati.
eWh
- dominant wheaten |
Gruppo di associazione sconosciuto
I
galli sono dorati, però non hanno fiamme nere alla mantellina.
Le galline variano da un frumento chiaro sino a frumento scuro
sul corpo, mentre hanno un petto marrone salmonato chiaro e la
parte inferiore del petto color crema, e posseggono poco nero su
collo, ali e coda. Il loro dorso può avere alcuni segni neri.
Il
color frumento puro esiste nei Combattenti del Nord. Combinato
col gene S partecipa alla formazione delle varietà salmonata
chiara della Faverolles, combinato col gene columbia dà la
colorazione della New Hampshire.
ey
- yellowish white |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Come diremo in 5.9.,
la lettera y indica yellowish
white, bianco giallastro, che caratterizza il piumino del
pulcino. Questo colore di base è pressapoco identico a quello
del frumento dominante e può essere caratteristico del Malese
-
- . Si combina con altri geni per dare varietà molto diverse tra loro,
come la Minorca fulva, la Rhode Island rossa, la Sussex sia
tricolore che bianco columbia.
es
- speckled |
Gruppo
di associazione sconosciuto
Secondo
Carefoot questo allele non sembrerebbe necessario in nessuna
colorazione da esposizione. Attualmente la sua descrizione
sarebbe tanto simile a quella di ebc da richiedere ulteriori ricerche prima di poterla
definire con esattezza.
In
letteratura esistono dati contradditori circa la distinzione tra
frumento dominante e recessivo. Il recessivo reca in
sovrascritto la lettera y
per indicare yellowish white, bianco giallastro, per il colore del piumino del
pulcino
- .
L’esistenza alternativa di un
frumento dominante è stata postulata in base a osservazioni su
Faverolles. Qualunque gene in grado di restringere il nero tende
a rimuovere l’eumelanina dal piumino, ed è proprio su tale
criterio che si basa la distinzione di dominanza e recessività;
tali geni di restrizione sono pure in grado di generare una
dominanza del frumento, mentre gli eumelanizzanti gli
impartiscono una recessività.
In presenza del gene columbia il
piumino frumento diventa bianco giallastro. A dire il vero non
è necessaria la presenza di un così potente restrittore del
nero per giungere a un piumino chiaro. I geni di restrizione
relativamente meno potenti, presenti nel Combattente Antico
frumento, i quali da soli rimuovono l’eumelanina dalla
mantellina di ambo i sessi nonché dalla coda e dalle ali delle
femmine, sembra siano in grado di schiarire anche il piumino.
D’altra parte, la grande dose
di eumelanizzanti richiesta per impartire l’opportuna
quantità di nero alla Cornish è sufficiente a causare nel
pulcino strie dorsali ben definite, nonché due punte di freccia
unite tra loro nella parte posteriore del capo. Fa da sfondo un
piumino bianco giallastro. Il fatto di possedere, sia la Cornish
che le razze fulve, lo stesso gene di base, è l’esempio
migliore di come la stessa mutazione possa venir alterata a tal
punto da non essere più riconoscibile.
Se
una femmina frumento adulta è dotata di Co, il nero viene
ristretto alle ali e alla coda, mentre il salmone marroncino del
petto diventa più chiaro nella parte bassa; inoltre il salmone
della schiena, anch’esso di tonalità marrone, possiede delle
piccole strie nere. Se il columbia si associa all’argento, il
petto diventa bianco, con grande sollievo per gli allevatori
della Sussex bianco columbia.
E |
nero |
maschio |
totalmente nero |
femmina |
totalmente nera |
ER |
bruno
dorato |
maschio |
colorazione selvatica, come Gallus
gallus, ma più scuro, con remiganti nere e quindi
triangolo dell’ala nero |
femmina |
colore dorato alla testa e al
collo, il resto è nero |
e+ |
dorato |
maschio |
da giallo ad arancio sul collo
e sulla sella, con fiamme nere; spalle rosse, petto e
coda neri, triangolo dell’ala rosso |
femmina |
collo da giallo ad arancio con
fiamme nere; pepatura molto estesa sul resto del
mantello, distribuita su uno sfondo giallo; petto
salmonato senza pepatura; coda nera |
eb |
perniciato |
maschio |
come Gallus gallus, però di colorito più rosso |
femmina |
come in Gallus gallus, mentre il petto è pepato
e non è salmonato; maggiore la quantità di marrone e
pepatura più grossolana |
ebc |
buttercup |
maschio |
come il dorato; il petto non è nero, bensì marrone |
femmina |
come la perniciata, ma non ha pepatura in quanto il nero
è riunito in strisce ovali, o spruzzi |
eWh
- ey |
frumento |
maschio |
come Gallus gallus, però mancano le fiamme nere
nella mantellina |
femmina |
corpo da color frumento chiaro a frumento scuro; petto
marrone chiaro salmonato; ventre chiaro; poco nero su
collo, ali e coda; marrone salmonato sulla
schiena |
Tutti i polli esistenti posseggono un paio di alleli della serie E |
[1] Non suoni come una boutade di vittimismo, ma sapeste quanto è costato in ricerche questo trattato! Non per le cose più difficili, ma spesso per quelle più facili, quelle che si danno per scontate. Volevo offrirvi un’esatta definizione del color tannino, ma è impossibile. Tutte le fonti citate in bibliografia danno per scontato che noi nasciamo col gene della sapienza infusa circa questa sostanza estrattiva vegetale oppure sintetica, usata nella concia delle pelli, e il cui nome deriva dal francese tanner, conciare, a sua volta dal gallico tanno, quercia. Per me, che non ho mai conciato pelli - nessuno sogghigni pensando che invece come cerusico l’ho fatto molte volte in senso metaforico -, il color tannino è un marrone piuttosto scuro, ma esistono i tannini condensati o flavonoidi che, trattati con acidi, polimerizzano formando i tannini rossi. Bisognava aspettare il 2001 per apprendere dal McGraw-Hill - edito in CD dalla Zanichelli - che l’acido tannico è una polvere giallognola dal gusto astringente. È questo il color tannino del quale eravamo all’affannosa ricerca!
[2] Fuscina: il nome deriva da fuchsia, per il colore simile a quello del fiore presentato da alcune specie. È un colorante organico costituito da cristalli verdi splendenti come il colore della Cantaride, solubili in acqua. La soluzione acquosa è rossa, cambia in giallo per aggiunta di acido e si decolora con la soda o l’acido solforoso. Tinge seta, lana, cotone e cuoio in rosso vivo, ma è di scarsa solidità per cui trova limitate applicazioni.
[3] Alba: famiglia spagnola comitale e poi ducale che ha inizio con Fernando Alvarez de Toledo, creato conte d’Alba de Tormes (1439) da Re Giovanni di Castiglia. Suo figlio García ottenne nel 1469 il primo titolo di duca. Il terzo duca d’Alba fu inviato nel 1567 nei Paesi Bassi in agitazione contro la Spagna e contro il cattolicesimo, e si rese famoso per la sua repressione implacabile e crudele.
[4] Cannella o cinnamomo: nel nostro caso il termine cannella indica una calda sfumatura giallo-bruno. Il termine è derivato da canna, per la forma a bastoncino con la quale la corteccia così colorata è messa in commercio: si tratta della corteccia aromatica di due piante appartenenti alle Lauraceae e al genere cinnamomo - Cinnamomum zeylanicum e Cinnamomum cassia - dette rispettivamente cannella vera o regina o di Ceylon, e cannella cinese. Entrambe sono estratte da polloni di due anni liberati dallo strato sugheroso ed essiccati, ma la seconda ha un profumo meno acuto e sapore meno aromatico della prima. Sono usate come spezie in gastronomia e nell'industria alimentare. L’aldeide cinnamica, costituente principale dell'olio di cannella, è un liquido oleoso giallo usato per preparare profumi e aromi.
[5] Ricordiamo per inciso che in greco il gallo è detto aléktør, e che alektorís significa solamente gallina.
[6] Il latino perdix, derivato dal sostantivo greco pérdix e dal verbo pérdesthai, che significa emettere rumori e che è di origine indoeuropea, indica la pernice, cosiddetta per il rumore che fa volando. Da non confondere con pernicioso, cioè malefico, composto da per e nex (al genitivo necis, morte) quindi foriero di morte. Perdix era anche il nipote di Dedalo (abilissimo artefice ateniese che si diceva di stirpe reale, padre di Icaro) precipitato da costui per gelosia di mestiere dalla rocca di Atene, ma trasformato da Minerva in pernice. Prima di diventare una pernice si chiamava Talos: inventò la sega, il compasso, il tornio e altri strumenti meccanici, ma la sua fama crescente suscitò l’invidia di Dedalo che lo uccise. Da notare che nell’antica Grecia con pérdix si intendeva la Alectoris graeca, che quindi appartiene a un genere diverso. Filippo Capponi, nella sua Ornithologia latina, spiega egregiamente il perché di questo viavai di nomi e quindi di gran confusione.
[7] Per Starna l’etimologia è una pappardella tale che si rimanda all’opera di Manlio Cortelazzo. Si passa dall’interpretazione onomatopeica all’origine germanica per finire con l’origine prelatina oppure con il ligure antico.
[8] Coturnix in latino significa quaglia, e non ha nulla a che fare col coturno, il calzare greco a suola spessa che copriva tutto il piede e posteriormente giungeva sino a metà gamba, mentre sul davanti veniva allacciato con corregge per lo più rosse. Il latino coturnix sarebbe di origine onomatopeica dal suono della voce, del tipo kw ok. Invece il coturno lo ritroviamo nel termine dialettale della Lomellina usato per indicare gli stivali, che sono detti cutùrân.
[9] Quaglia ha un’etimologia semplice: dal latino parlato coàcula, di origine onomatopeica.