La luce solare penetra la pelle
per pochi millimetri e le differenti regioni dello spettro luminoso posseggono
differenti effetti fisiologici sulla cute. Gli ultravioletti A e B presenti
nella luce solare occupano lo spettro elettromagnetico da 0,29 a 0,4 µm. Gli
UVA, con l
maggiore, si estendono da 0,315 a 0,4 µm, gli UVB, più brevi, hanno un range
compreso tra 0,29 e 0,315 µm.
Lo scurimento della cute si verifica dapprima a causa dell’esposizione
agli UVA, mentre l’abbronzatura dipende dall’esposizione agli UVB. Il
vetro è in grado di filtrare gran parte degli UVA, ma solo una piccola quota
di UVB. Con l’esposizione a tutta quanta la gamma degli UV il colore della
cute delle persone normali si scurisce con incremento numerico dei melanociti;
anche le dimensioni del melanocita aumentano con l’esposizione alla luce
solare e talora il nucleo si fa più grande.
L’AMP ciclico media gli effetti dell’MSH. Nel 1989
Hadley ha sintetizzato un composto analogo all’MSH in grado di produrre un’abbronzatura
anche attraverso l’applicazione locale o l’ingestione, molto apprezzato da
coloro che non vogliono esporsi ai rischi cancerogeni dei raggi solari. Tale
peptide è stato battezzato Melano-Tan (che dà il color tannino, che
abbronza). Abbronzanti indigesti quanto il b-carotene
sono stati disponibili in commercio solo per qualche tempo, senza dimenticare
che il b-carotene dà un’abbronzatura
un po’ pacchiana, possedendo una sfumatura itterica.
L’epifisi secerne la melatonina, sostanza ancora poco
esplorata, capace di congregare i melanosomi in seno ai melanociti. Non si sa
molto circa l’attività di questo ormone nei mammiferi, salvo la sua
capacità di regolare alcune modificazioni che si verificano durante l’attività
riproduttiva. Dosi generose di melatonina non alterano la pigmentazione né
nei Bianchi né nei Negri.
Da Il Medico d’Italia
del 23 giugno 1995 riportiamo l’interessante articolo che segue.
Tutto
il vero e il falso sulla tintarella sicura
Cultore della tintarella a ogni costo, l’italiano tipo
mediterraneo con carnagione scura e occhi neri, ogni estate cade nel
tranello dei luoghi comuni. È convinto di potersi permettere il
lusso di stare al sole tutto il giorno, senza crema, e di fare addirittura
un'opera salutista pensando che i bagni di sole siano un toccasana per la
pelle perché sollecitano la formazione di vitamina D. Credenze non
sempre vere e spesso rischiose secondo l'Istituto Superiore di Sanità
che, all'inizio dell'estate, lancia un decalogo di accorgimenti da adottare
sotto al sole facendo il punto sul vero
e sul falso delle opinioni più
comuni.
L'ISS ricorda che neanche la tipologia mediterranea è al
sicuro dagli effetti nocivi delle radiazioni ultraviolette del sole, sempre
meno filtrate dallo strato d'ozono stratosferico progressivamente deteriorato
dai gas killer.
Lo confermano i dati: negli ultimi 20 anni il melanoma,
uno dei tumori più aggressivi della pelle, ha più che raddoppiato il numero
delle sue vittime che in Italia sono passate da circa 100 all'anno all'inizio
degli anni '70 a oltre 1.000 nel 1990.
Non vogliamo criminalizzare il sole - dice Gianni Mariutti
del laboratorio di fisica dell’ISS e autore del volume OMS Intersun
di prossima uscita - ma solo raccomandare comportamenti corretti affinché
ciascuno goda con responsabilità dei benefici del sole cercando di evitarne i
danni.
La filosofia del prevenire è meglio che curare è
in questo caso più che mai vera. I risvolti negativi legati a una
sconsiderata esposizione ai raggi UV del sole o di altre fonti, come le
lampade abbronzanti, secondo l’ISS sono numerosi e già da tempo appurati
dalle autorità scientifiche di tutto il mondo. Non solo effetti a breve
termine come eritema o scottature.
La probabilità che nel tempo si manifesti il tumore della
pelle - aggiunge Mariutti - è in stretto rapporto con la quantità di
radiazioni UV che un uomo accumula nel corso della vita.
Il carcinoma della pelle, tumore fatale in meno dell’1%
dei casi e che in Italia causa la morte di circa 500 persone l’anno, è
infatti più diffuso tra gli anziani che hanno svolto attività lavorative
all'aperto (contadini e pescatori). Anche il melanoma, tumore letale in circa
il 30-40% dei casi, è senz'altro in stretto rapporto con l’esposizione al
sole, ma non dipenderebbe dalla dose di UV accumulata.
In questo caso è il numero di esposizioni intense,
accompagnate da forti eritemi soprattutto in giovane età, in soggetti dalla
carnagione chiara e con numerosi nei - dice Mariutti - ad aumentare la
possibilità d'insorgenza del melanoma.
Motivo per cui l’ISS invita alla prudenza le mamme
italiane: i bambini molto piccoli vanno protetti in misura maggiore, per tutti
vale comunque la regola dell'evitare le ore in cui i raggi UV sono più
intensi (dalle 11 alle 15).
Meglio poi non profumarsi quando si va in spiaggia: alcune
essenze come l’olio di bergamotto, d'arancio, di limone e
il muschio di quercia, interagendo con i raggi UV, possono provocare reazioni
fotoallergiche o fototossiche che si manifestano sulla cute. Analogo discorso
per alcuni farmaci come analgesici, antibiotici, antistaminici, che in alcuni
soggetti amanti della tintarella possono produrre gli stessi effetti.
Attenzione anche agli occhi: assieme alla pelle la vista è l’organo
bersaglio che sta scontando gli effetti nocivi da un'esposizione più intensa
ai raggi UV.
Il numero di persone affette da cataratta - ricorda
Mariutti - è in aumento in tutto il mondo. Non bisogna dimenticare inoltre
che l’assunzione di alcuni farmaci come antibiotici, antidepressivi e
ipoglicemizzanti, in combinazione con i raggi UV, possono scatenare reazioni
fotochimiche dannose per le strutture oculari.
In particolare, è stato riscontrato che la tetraciclina
(un diffuso antibiotico) in combinazione con la luce UV solare, favorirebbero
l'insorgenza della cataratta. Fare uso d'occhiali da vista o da sole dotati di
lenti che filtrano i raggi UV è perciò una buona azione preventiva.
Chi soffre di herpes o non è in perfette condizioni
fisiche - conclude Mariutti -dovrebbe evitare di esporsi al sole: i raggi UV
diminuiscono la capacità di reazione e di sorveglianza da parte del sistema
immunitario.