Vol. 2° -  XXVIII.16.

L’abbronzatura

La luce solare penetra la pelle per pochi millimetri e le differenti regioni dello spettro luminoso posseggono differenti effetti fisiologici sulla cute. Gli ultravioletti A e B presenti nella luce solare occupano lo spettro elettromagnetico da 0,29 a 0,4 µm. Gli UVA, con l maggiore, si estendono da 0,315 a 0,4 µm, gli UVB, più brevi, hanno un range compreso tra 0,29 e 0,315 µm.

Lo scurimento della cute si verifica dapprima a causa dell’esposizione agli UVA, mentre l’abbronzatura dipende dall’esposizione agli UVB. Il vetro è in grado di filtrare gran parte degli UVA, ma solo una piccola quota di UVB. Con l’esposizione a tutta quanta la gamma degli UV il colore della cute delle persone normali si scurisce con incremento numerico dei melanociti; anche le dimensioni del melanocita aumentano con l’esposizione alla luce solare e talora il nucleo si fa più grande.

L’AMP ciclico media gli effetti dell’MSH. Nel 1989 Hadley ha sintetizzato un composto analogo all’MSH in grado di produrre un’abbronzatura anche attraverso l’applicazione locale o l’ingestione, molto apprezzato da coloro che non vogliono esporsi ai rischi cancerogeni dei raggi solari. Tale peptide è stato battezzato Melano-Tan (che dà il color tannino, che abbronza). Abbronzanti indigesti quanto il b-carotene sono stati disponibili in commercio solo per qualche tempo, senza dimenticare che il b-carotene dà un’abbronzatura un po’ pacchiana, possedendo una sfumatura itterica.

L’epifisi secerne la melatonina, sostanza ancora poco esplorata, capace di congregare i melanosomi in seno ai melanociti. Non si sa molto circa l’attività di questo ormone nei mammiferi, salvo la sua capacità di regolare alcune modificazioni che si verificano durante l’attività riproduttiva. Dosi generose di melatonina non alterano la pigmentazione né nei Bianchi né nei Negri.

Da Il Medico d’Italia del 23 giugno 1995 riportiamo l’interessante articolo che segue.

Tutto il vero e il falso sulla tintarella sicura

Cultore della tintarella a ogni costo, l’italiano tipo mediterraneo con carnagione scura e occhi neri, ogni estate cade nel tranello dei luoghi comuni. È convinto di potersi permettere il lusso di stare al sole tutto il giorno, senza crema, e di fare addirittura un'opera salutista pensando che i bagni di sole siano un toccasana per la pelle perché sollecitano la formazione di vitamina D. Credenze non sempre vere e spesso rischiose secondo l'Istituto Superiore di Sanità che, all'inizio dell'estate, lancia un decalogo di accorgimenti da adottare sotto al sole facendo il punto sul vero e sul falso delle opinioni più comuni.

L'ISS ricorda che neanche la tipologia mediterranea è al sicuro dagli effetti nocivi delle radiazioni ultraviolette del sole, sempre meno filtrate dallo strato d'ozono stratosferico progressivamente deteriorato dai gas killer.

Lo confermano i dati: negli ultimi 20 anni il melanoma, uno dei tumori più aggressivi della pelle, ha più che raddoppiato il numero delle sue vittime che in Italia sono passate da circa 100 all'anno all'inizio degli anni '70 a oltre 1.000 nel 1990.

Non vogliamo criminalizzare il sole - dice Gianni Mariutti del laboratorio di fisica dell’ISS e autore del volume OMS Intersun di prossima uscita - ma solo raccomandare comportamenti corretti affinché ciascuno goda con responsabilità dei benefici del sole cercando di evitarne i danni.

La filosofia del prevenire è meglio che curare è in questo caso più che mai vera. I risvolti negativi legati a una sconsiderata esposizione ai raggi UV del sole o di altre fonti, come le lampade abbronzanti, secondo l’ISS sono numerosi e già da tempo appurati dalle autorità scientifiche di tutto il mondo. Non solo effetti a breve termine come eritema o scottature.

La probabilità che nel tempo si manifesti il tumore della pelle - aggiunge Mariutti - è in stretto rapporto con la quantità di radiazioni UV che un uomo accumula nel corso della vita.

Il carcinoma della pelle, tumore fatale in meno dell’1% dei casi e che in Italia causa la morte di circa 500 persone l’anno, è infatti più diffuso tra gli anziani che hanno svolto attività lavorative all'aperto (contadini e pescatori). Anche il melanoma, tumore letale in circa il 30-40% dei casi, è senz'altro in stretto rapporto con l’esposizione al sole, ma non dipenderebbe dalla dose di UV accumulata.

In questo caso è il numero di esposizioni intense, accompagnate da forti eritemi soprattutto in giovane età, in soggetti dalla carnagione chiara e con numerosi nei - dice Mariutti - ad aumentare la possibilità d'insorgenza del melanoma.

Motivo per cui l’ISS invita alla prudenza le mamme italiane: i bambini molto piccoli vanno protetti in misura maggiore, per tutti vale comunque la regola dell'evitare le ore in cui i raggi UV sono più intensi (dalle 11 alle 15).

Meglio poi non profumarsi quando si va in spiaggia: alcune essenze come l’olio di bergamotto, d'arancio, di limone e il muschio di quercia, interagendo con i raggi UV, possono provocare reazioni fotoallergiche o fototossiche che si manifestano sulla cute. Analogo discorso per alcuni farmaci come analgesici, antibiotici, antistaminici, che in alcuni soggetti amanti della tintarella possono produrre gli stessi effetti. Attenzione anche agli occhi: assieme alla pelle la vista è l’organo bersaglio che sta scontando gli effetti nocivi da un'esposizione più intensa ai raggi UV.

Il numero di persone affette da cataratta - ricorda Mariutti - è in aumento in tutto il mondo. Non bisogna dimenticare inoltre che l’assunzione di alcuni farmaci come antibiotici, antidepressivi e ipoglicemizzanti, in combinazione con i raggi UV, possono scatenare reazioni fotochimiche dannose per le strutture oculari.

In particolare, è stato riscontrato che la tetraciclina (un diffuso antibiotico) in combinazione con la luce UV solare, favorirebbero l'insorgenza della cataratta. Fare uso d'occhiali da vista o da sole dotati di lenti che filtrano i raggi UV è perciò una buona azione preventiva.

Chi soffre di herpes o non è in perfette condizioni fisiche - conclude Mariutti -dovrebbe evitare di esporsi al sole: i raggi UV diminuiscono la capacità di reazione e di sorveglianza da parte del sistema immunitario.

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