I melanociti epidermici sono in
grado di sintetizzare non solo le melanine, ma anche un certo numero di
prodotti metabolici incolori reperibili nel sangue, nell’urina e nella
pelle.
Un gruppo di metaboliti include i precursori dell’eumelanina DHI e DHICA, presenti anche nei melanosomi e negli acantosomi dei melanociti neoplastici. Come gli altri catechols, sia DHI che DHICA vengono abitualmente metabolizzati attraverso un processo di o-metilazione per essere poi coniugati con acido glucuronico o solforico.
Tra
tutti gli indoli svelabili nell’urina, il 5H6MICA (acido
5-idrossi-6-metossindolo-2-carbossilico) è uno dei meglio correlati con il
grado di pigmentazione cutanea. È anche un eccellente marcatore metabolico
nel follow-up dei pazienti affetti da melanoma.
Un altro gruppo di melanogeni urinari comprende le cisdopa, che rappresentano il passaggio
intermedio nella biosintesi delle feomelanine contenenti zolfo e dei
tricocromi. Il più importante di questi metaboliti, la 5-cisdopa, fu scoperto per la prima volta
nei melanomi e nell’urina di pazienti con metastasi di melanoma pigmentato.
Un altro isomero della 5-cisdopa, la
2-cisdopa, è stato anch’esso trovato nell’urina in
corso di melanoma, come pure il diaddotto 2,5-dicisdopa.
In un primo tempo si pensò che il livello urinario di
5-cisdopa fosse in rapporto con la capacità dei melanociti di produrre
feomelanine anziché eumelanine. Di fatto si sa attualmente che la 5-cisdopa si forma in tutti i tipi di melanociti, inclusi quelli in cui la frequenza della sintesi
melanica è trascurabile, come accade nell’occhio dell’adulto. Da notare
che la 5-cisdopa è presente, anche se in quantità minore, nel plasma e nelle urine di diversi tipi di albinismo umano e murino.
Questo implica che si tratta di un prodotto non specifico o di un prodotto di
ossidazione della dopa non tirosinasi dipendente presente nei melanociti.
Piccolissime quantità di 5-cisdopa sono abitualmente presenti in soggetti normali, e la loro concentrazione può aumentare in modo drammatico dopo esposizione alla luce solare e ad altre condizioni che comportano un’attivazione del sistema melanocitario. Così, l’esposizione al sole o ai raggi UV, unitamente agli psoraleni (PUVA), comporta uno spiccato aumento dei normali livelli serici di 5-S-cisdopa e di 6H5MICA urinario. L’incremento contemporaneo della concentrazione dei due metaboliti ha inizio 2-3 giorni dopo l’irradiazione, stando così ad indicare che la stimolazione dell’attività tirosinasica si era già verificata al momento dell’esposizione.
D’Ischia e Prota (1987) hanno trovato che, in seguito ad irradiazione con
UV filtrati da pyrex, i 5,6-diidrossindoli vanno incontro facilmente a
ossidazione e a polimerizzazione per dar luogo a pigmenti simil-melanici
attraverso tappe fondamentalmente diverse da quelle discusse in precedenza.
Questo perché, appena formato, il radicale libero 5,6-diidrossindolo può
interagire con l’ossigeno molecolare dei prodotti intermedi reattivi per il
perossido d’idrogeno, che possono partecipare nella successiva
polimerizzazione che dà origine a oligomeri ossigenati.
Se questi modelli di studio hanno qualcosa a che vedere
con l’abbronzatura, si può ravvisare la possibilità che la pigmentazione
cutanea indotta dalla luce si associ alla formazione di pigmenti melanici
strutturalmente diversi da quelli prodotti col sussidio enzimatico in seno ai
melanociti.