La tirosinasi è un complesso cuproproteico che appartiene alle fenolasi, enzimi largamente diffusi sia nel regno animale che in quello vegetale, capace di catalizzare l’ossidazione di mono e di-idrofenoli a ortochinoni.
Il meccanismo d’azione non è
ben chiarito, specie nei mammiferi, ma l’interpretazione offerta da Masson
nel 1956 è persuasiva e interessante: benché non si conosca esattamente lo
stato di valenza del rame
(simbolo Cu, dal latino cuprum)
della tirosinasi in vivo, si conosce
invece la grande importanza del metallo nelle reazioni enzimatiche e si sa che
le fenolasi isolate nella forma cuprica (Cu++)
sono inattive e che per esplicare la loro azione devono assumere a forma
ridotta (Cu+). È pertanto verosimile che la tirosinasi si ritrovi
normalmente nella forma cuprica, inattiva sulla tirosina, e che la DOPA
trasformi l’enzima nella forma Cu+ ridotta e attiva, che catalizzerebbe allora la seconda
fase della reazione da DOPA a melanine. Quindi la DOPA, oltre a servire come
substrato, può servire anche da attivatore per la riduzione dello stato del
rame della tirosinasi.
Il
blocco del rame fa cessare l’attività enzimatica e un gran
numero di sostanze inibenti la melanogenesi in vitro (feniltiourea,
tiouracile, cisteina, glutatione) contengono essenzialmente gruppi solforati
che combinandosi col rame ne impedirebbero l’attività, per cui hanno azione
inibente sulla melanogenesi. Un inibitore ampiamente diffuso è l’acido
ascorbico, la vitamina C tanto propagandata in TV: deve i suoi effetti
inibitori all’azione riduttrice che blocca l’ossidazione della DOPA a
dopachinone (forse per inibizione della tirosinasi, al solito attraverso i
gruppi -SH); l’azione inibente è dimostrata dall’importanza dell’avitaminosi
C in alcune melanodermie nonché dalle pigmentazioni dello scorbuto. L’arsenico,
che si lega ai gruppi sulfidrilici -SH, determina delle iperpigmentazioni in
corso di terapie arsenicali: si suppone che l’As, unendosi ai gruppi -SH, liberi il rame della tirosinasi e la
renda così attiva.
La tirosinasi può catalizzare
due distinte reazioni:
·
attività
creolasica, detta anche fenolasica:
orto-idrossilazione di un monofenolo, o attività idrossilasica
·
attività
catecolasica o difenolasica:
conversione di un o-difenolo
nel corrispondente o-chinone,
o attività ossidasica.
Le due attività sono intimamente accoppiate. Nonostante
esistano altri enzimi che possano catalizzare queste trasformazioni
separatamente, sembra che non esista un altro enzima, al di fuori della
tirosinasi, in grado di catalizzare ambedue le reazioni.
L’attuale classificazione della tirosinasi parla di
mono-ossigenasi o ossidasi a funzione mista, in grado di trasferire un solo
atomo di ossigeno dall’ossigeno molecolare al substrato. Il donatore di due
elettroni, richiesto nella reazione di idrossilazione della tirosinasi, è
rappresentato dall’o-difenolo,
generato internamente dal substrato monofenolico.