Siccome una mutazione letale
completamente dominante verrebbe subito eliminata dal contesto di una
popolazione, la maggior parte dei caratteri letali dev’essere recessiva e,
dato che gli autosomi sono molto più numerosi dei gonosomi, la maggioranza di
questi geni dev’essere autosomica.
Dato che i caratteri recessivi si palesano in seguito ad
accoppiamento tra portatori, e dato che ciò accade più frequentemente tra
animali imparentati, è
naturale che caratteri letali scaturiscano prevalentemente da accoppiamenti
consanguinei. Questo si verifica quando vi è scarsa disponibilità di
buoni riproduttori, per cui gli stessi individui vengono usati troppo a lungo
nello stesso allevamento oppure vengono scambiati tra allevamenti di lande
desolate.
Riconsideriamo un gene letale
dominante, Cp. Prima dell’avvento
delle incubatrici, quando era concesso di soddisfare l’istinto materno, le
femmine tipo Creeper erano
considerate madri ideali a causa della vicinanza al suolo del loro piumaggio
caldo e accogliente, rifugio ideale per pulcini infreddoliti o spaventati.
Landauer e Dunn trovarono le seguenti proporzioni tra pulcini che giungevano
alla schiusa ed embrioni che morivano durante l’incubazione:
Genitori |
Pulcini |
|
|
Creeper |
Normali |
Cp/cp+
x cp+/cp+ |
1676 |
1661 |
Cp/cp+
x Cp/cp+ |
775 |
388 |
Dalla tabella possiamo dedurre
che le Creeper, se incrociate con
galli dello stesso tipo, hanno una discendenza destinata per
¼
a morte
precoce durante l’incubazione.
Un gene letale legato al sesso attivo prima della schiusa
è di più difficile identificazione in quanto, essendo trasmesso
esclusivamente dal sesso omogametico, provocherebbe la morte degli individui
appartenenti al sesso opposto; per cui il rapporto-sessi previsto dovrebbe
essere un 2:1. Però, dato che con numeri bassi deviazioni casuali rispetto a
un rapporto normale sono abbastanza frequenti, bisogna essere estremamente
cauti nell’attribuire tali discrepanze all’azione di geni letali residenti
sui gonosomi.
Fig.
XXI. 6 – Nagasaki.
Non sarebbe tale se non
possedesse la mutazione Cp.
È difficile stabilire una netta distinzione tra caratteri letali e difetti potenzialmente letali in condizioni sfavorevoli ma non in ambiente protetto. Per esempio, circa la metà dei pulcini portatori della mutazione n legata al sesso, che provoca l’assenza del piumaggio, muore durante gli ultimi 2-3 giorni d’incubazione. Se i pulcini giunti alla schiusa vengono mantenuti all’abituale temperatura di 32-35°C misurata al dorso, circa la metà di essi muore prima della 6ª settimana.
Se si eleva la temperatura di 3-4°C, si può far superare l’età critica alla maggioranza di questi implumi. Infatti, tra 4° e 5° mese, si sviluppa nella maggior parte dei pollastri un piumaggio rado che può permettere di sopportare temperature un poco più basse. Essi producono meno uova e consumano più mangime per produrre calore. I polli nudi, oltre ad essere maggiormente suscettibili al freddo, a causa delle scarse e corte penne alari non riescono a volare.
Ovviamente
in natura questa mutazione sarebbe completamente letale e quindi dovrebbe
essere classificata tra i caratteri letali; tuttavia può considerarsi
soltanto subvitale in quanto certi soggetti possono essere allevati per più
di 3 anni, come fece Hutt.
L’identificazione
dei geni letali non è difficile se si considerano come difetti
ereditari quelle anomalie morfologiche che si manifestano in modo ricorrente
alla nascita o che compromettono alcune funzioni a distanza di tempo. Si deve
tuttavia precisare che non tutti i difetti connatali sono di origine genetica:
molti dipendono dall’arresto di sviluppo in alcune fasi critiche, sia per
malattie della madre, sia per cause ignote, oppure sono dovuti a farmaci, come
il tristemente famoso talidomide. La presenza di geni letali attivi prima
della nascita può talora essere svelata da un rapporto-sessi anomalo e da una
mortalità prenatale troppo alta.
L’eliminazione
dei geni letali non avviene da sola. Talora i geni nocivi possono
accumularsi all’interno di una razza a un punto tale da richiedere l’intervento
degli allevatori per ridurne la frequenza. Il problema principale è
rappresentato dall’identificazione dei portatori del gene indesiderato.