Esperimenti di Gordeuk hanno dimostrato che pulcini di un giorno sono suscettibili agli attacchi della coccidiosi, e che una volta infettati presentano una certa resistenza, condizionata però dalla violenza della reinfezione e dall’età dei soggetti colpiti.
La gravità della malattia
dipende dal numero di coccidi ingeriti, quello che in microbiologia vien detto
carica batterica, e dalla
recettività dell’ospite.
I pulcini che vengono allevati in batteria per le prime 3-4 settimane di vita, una volta trasferiti a terra vanno spesso soggetti a violenti attacchi di coccidiosi in quanto non hanno avuto l’opportunità di sviluppare la resistenza alla malattia attraverso una graduale ingestione di coccidi.
Nell’allevamento con lettiera
permanente le infezioni da coccidi
sarebbero ridotte per la distruzione dell’oocisti ad opera dei processi
fermentativi e dell’azione antibiotica della lettiera stessa.
I pulcini infestati da ascaridi sono meno resistenti alla
coccidiosi, e tali vermi si sviluppano con difficoltà in ambiente ricco di
mucina, proteina prodotta dallo stomaco dei polli adulti.
In linee di polli esposte a Eimeria tenella o a Eimeria ascervulina si sono dimostrati utili gli alleli B5 e B15.