La TG rappresenta oggi una
prospettiva estremamente attraente, cui si dedicano incontri scientifici e
articoli su prestigiose riviste internazionali. Bisogna tenere presente
tuttavia che l’efficacia di tale approccio sui pazienti colpiti dalle più
comuni malattie genetiche o neoplastiche resta incerta, ed è quindi doveroso
considerare le attuali conoscenze solo iniziali,
senza illudersi su prospettive non realistiche.
La
TG delle cellule germinative, che verrebbe a modificare il gene non solo di chi
ne è portatore ma anche dei suoi discendenti, ha implicazioni così serie da
un punto di vista etico-sociale da meritare un atteggiamento molto prudente. L’inserimento
di nuovi geni in cellule germinative, infatti, comporta il rischio di una
manipolazione della specie Homo sapiens
(scopo sicuramente al di fuori dell’intervento medico) con effetti
permanenti e irreversibili, in teoria positivi, ma con alto rischio d’essere
nocivi.
La
TG delle cellule somatiche, al contrario, non comporta considerazioni etiche
diverse da quelle di qualsiasi sperimentazione clinica nell’uomo. Possono
essere distinti due metodi di terapia genica somatica: l’autotrapianto di
cellule geneticamente modificate ex-vivo, o la somministrazione diretta di DNA
terapeutico ai pazienti attraverso l’utilizzo di vettori virali o, in linea
di principio, di DNA contenuto in liposomi.