Edward Jenner nacque in
Inghilterra il 17 maggio 1749, a Berkeley, modestissimo villaggio del
Gloucestershire ai confini col Galles. Con la protezione del grande e
influentissimo maestro John Hunter, del quale era discepolo prediletto, Jenner
avrebbe potuto percorrere una fortunatissima carriera professionale a Londra.
Preferì tornare nelle vesti di modesto medico condotto tra la povera gente
del villaggio natio, forse affascinato da quegli ideali di fratellanza umana,
fulcro del movimento filosofico e sociale dell’Illuminismo. Furono proprio i
contadini a indicargli la strada per la sperimentazione, in quanto affermavano
che in genere i mungitori contraevano facilmente il vaiolo vaccino ma non il
terribile vaiolo nero, quello umano.
Jenner aveva avuto notizia di siffatta diceria
nel 1770 quando era aiutante del cerusico di Sodbury, e ne comprese
immediatamente l’importanza. Da questo momento al primo esperimento
trascorsero ben 25 anni di studi, di osservazioni, di dubbi, di delusioni e di
nuove ardite speranze. Il 14 maggio 1796 Jenner vaccinò un
bambino di 8 anni, James Phipps, usando il pus ricavato dalle pustole di
vaiolo vaccino della contadina Sarah Nelmes. Il 1° luglio 1796 inoculò a
James il pus del vaiolo umano e la malattia non si manifestò, né attecchì
il terribile virus.
Dopo la morte della moglie (1815) Jenner
si rinchiuse in un isolamento sempre maggiore e tornò alle ricerche di storia
naturale, in particolare a quelle sulla migrazione degli uccelli. Si spense nel villaggio
natale per apoplessia cerebrale: era il 26 gennaio 1823.
Fig.
XVIII. 4 – Jenner vaccinating his own child
Da Life of Jenner - The British Medical Journal,
May 23, 1896.
Ancor oggi c’è gente che snobba non solo il grande
medico inglese, ma tutti coloro che avevano preparato la strada percorsa e
conclusa da Jenner, come Lady Wortley Montagu (1689-1762) che
aveva appreso a Costantinopoli la pratica di inoculare il pus del vaiolo
sottopelle, pratica nota da secoli in Medio ed Estremo Oriente. Lady Wortley
introdusse il metodo in Inghilterra. Successivamente i membri della famiglia
Sutton ne modificarono la procedura rendendola più sicura.
Coloro che hanno il malvezzo di
snobbare un vaccino, in definitiva hanno solo paura d’un ago, mentre
affermano e credono che loro la tale
e la talaltra malattia non se la beccheranno
mai. Il DNA ricombinante ci ha messo al riparo dai rischi, anche se rari,
dovuti ai vaccini vivi o ai vaccini inattivati. Io non ho certo tremato quando
alcuni anni fa mi vaccinai contro l’epatite B con virus attenuati
[1]
,
ma coloro che oggi debbono affrontare questa vaccinazione possono star certi
che non si ammaleranno di epatite, in quanto ci ha pensato un altro organismo
a produrre una porzione di virus dell’epatite B priva di qualsiasi effetto
patogeno, dotata invece di effetto immunogeno.
Il vaccino
antipertosse acellulare è l’ultima conquista della manipolazione
genetica, che si è servita della mutazione di due codoni del gene codificante
per la subunità enzimaticamente attiva della tossina pertossica. Il ceppo
mutante di Bordetella pertussis
produce una proteina, denominata PT 9K/129G, immunologicamente indistinguibile
ma un milione di volte meno tossica della tossina pertossica (PT) nativa.
[1] In passato il vaccino contro l'epatite B era ottenuto mediante purificazione di antigeni di superficie (detti HBs) successivamente inattivati e contenuti nel plasma di portatori cronici. Attualmente il vaccino è ottenuto dalla coltura delle cellule di lievito, Saccharomyces cerevisiae, nel cui materiale genetico è stato inserito il gene che codifica per l'antigene di superficie del virus dell'epatite B; pertanto il vaccino contiene il gene per il sottotipo adw dell’HBsAg in forma purificata. Per gli amanti della medicina omeopatica voglio sottolineare che anche la medicina ufficiale è molto spesso omeopatica, in quanto una dose di vaccino per adulti (e per bambini al di sopra dei 10 anni) contiene 20 µg di proteina antigenica: 20 millesimi di milligrammo. Dalla primavera 1995 è disponibile anche in Italia il vaccino contro l’epatite A e ci si deve accontentare per ora di quanto pressapoco accadeva per l’antico vaccino contro l’epatite B: si tratta del ceppo HM 175 inattivato.