Talvolta due geni non alleli danno luogo, con la loro azione combinata, a un fenotipo diverso da quello prodotto da ciascun gene preso da singolarmente. L’interazione può essere di tipo complementare oppure può consistere nella soppressione dell’azione di un altro gene. Questo secondo caso è detto epìstasi.
Fig. XVI. 1 – Cresta a noce ideale nei galli: a sinistra il Malese, a destra il Chantecler.
La cresta a noce, caratteristica del Malese e dell’Orlov, è piccola, con un aspetto che ricorda una mezza noce sgusciata. Fu introdotta nella canadese Chantecler [1] e nell’Orlov russa in quanto, per le ridotte dimensioni e per essere ben adesa al capo, nei climi freddi congela meno facilmente. Quando Bateson e Punnett studiarono l’ereditarietà dei diversi tipi di cresta, si accorsero che talora una quota della discendenza di polli con cresta a noce era caratterizzata da cresta a pisello oppure a rosa .
Ne dedussero che il tipo a
noce derivava dall’azione combinata dei geni P
ed R. Perciò, Wyandotte puri sono
gli RR_p+p+,
e i Cornish puri sono quelli con genotipo r+r+_PP.
Un incrocio tra Wyandotte e Cornish dà luogo a un diibrido Rr+_Pp+ con cresta a noce. Accoppiando
questi diibridi tra loro, la risultante F2
mostra approssimativamente un rapporto 9 noce:3 pisello:3 rosa:1 semplice.
Le differenze che caratterizzano questo incrocio e gli
incroci fra diibridi semplici sono le seguenti:
§
F1
mostra un nuovo genotipo diverso da quello dei genitori
§
F2,
pur mantenendo i rapporti classici, presenta un tipo nuovo [cresta semplice]
che si evidenzia dopo 2 generazioni di ascendenti, nessuno dei quali aveva
mostrato questo carattere.
Quando due geni di loci
differenti interagiscono producendo qualcosa di diverso dall’annullamento
dell’effetto dovuto a ciascun gene preso separatamente, si parla di geni
complementari.
Fig. XVI. 2 – La canadese Chantecler secondo l’American Standard of Perfection (1993)
I fenomeni di interazione non
sono sempre così semplici come nel caso della cresta a noce. J. Huxley ne ha
segnalato uno di natura complessa constatato attraverso l’ibridazione fra
due specie di fagiani ornamentali, il Lady Amherst e il Lofoforo, entrambi caratterizzati
da magnifiche e variopinte livree. L’ibrido F1 di queste specie così decorative ha un piumaggio
completamente nero con tenui riflessi bronzei al petto.
Fig. XVI. 3 – Fagiano di Lady Amherst
Frequentemente, quando si
accoppiano soggetti addomesticati, oppure ceppi mutanti allevati per studi
genetici, si verifica una regressione alla forma selvatica o ancestrale.
Lo stesso Darwin notò che lasciando accoppiare a caso diverse razze di pollo
domestico, la discendenza tende verso caratteristiche simili al piumaggio
dorato selvatico. In base a quest’osservazione, e spinto da altri indizi,
giunse all’ipotesi secondo cui il Gallo
Rosso della giungla sarebbe l’antenato di tutte le razze domestiche. È
interessante notare che il pollo è l’animale col maggior numero di
mutazioni, e lo stesso Ghigi affermò che tutte le colorazioni e i disegni del
piumaggio diversi dal dorato sono dovuti a un processo di mutazione.
In molti casi di regressione al tipo ancestrale
probabilmente si verifica la ricongiunzione in uno stesso genotipo di geni
separati grazie all’addomesticamento e alla selezione, per cui attraverso l’ibrido
si ripristinano le iniziali combinazioni di geni complementari, e fanno la
loro ricomparsa i fenotipi originari. Si dice che l’incrocio mostra una
regressione al tipo selvatico o ancestrale, rappresentato per esempio dall’istinto di cova. Le galline predisposte
alla cova si accovacciano sulle loro uova e non vogliono continuare a deporne
oltre un certo limite in quanto desiderano diventare madri. Nella giungla
questo comportamento è essenziale per la conservazione della specie.
Fig.
XVI. 4 – Scomparsa dell’istinto di cova
e aumento
dell’aggressività in galline del XXI secolo.
Idea di Irina Moiseyeva, Mosca.
Mentre la maternità è alla base dell’industria del
latte ed è incoraggiata per tutti quegli animali che debbono fornire carne,
in un moderno allevamento di ovaiole e di fetatrici essa è impopolare come lo
sarebbe in un collegio di fanciulle. Attraverso la selezione l’istinto di
cova è stato eliminato quasi completamente nella Livorno bianca, o è stato
ridotto al minimo in altre razze e varietà. Certi stimoli ambientali, come la
presenza di un sufficiente numero di uova nel nido, sono importanti per
suscitare l’istinto di cova, ma si ritiene che possa essere scatenato anche
da fattori interni: in questa fase del ciclo biologico aumenta la prolattina e
diminuiscono le gonadotropine.
In letteratura avicola non viene citato l’istinto materno indipendente dalla cova.
Durante l’autunno 1994 il mio allevamento è stato caratterizzato da due
avvenimenti inabituali per un ceppo di Livorno dorata, ceppo ovaiolo di taglia
minuta, composto da qualche gallina con speroni e da altre senza, di interesse
sportivo nullo, tanto da essere relegato in un recinto romito e fuori mano.
All’inizio di settembre Eduardo Cani, infaticabile direttore d’orchestra, mi riferisce che mentre era intento alla
quotidiana raccolta delle uova, una Livorno gli si era presentata con una
schiera di pulcini intorno. La famigliola fu recuperata nottetempo, essendo
impossibile con la luce del giorno per la selvatichezza della madre, non
dotata di speroni come altre colleghe di recinto, e che difendeva
accanitamente i suoi piccoli. Fin qui nulla di strano, si tratta di qualcosa
di inabituale per una Livorno, ma possibile, in quanto nulla vieta che talora,
per stimoli difficili da analizzare, si verifichi una tendenza alla
regressione verso caratteristiche ancestrali, delle quali ho un ottimo esempio
nell’estrema selvatichezza di Mamma Bankiva, che non si dà tregua tutto l’anno,
impegnata com’è nel deporre una decina di uova per poi covarle.
Invece, quello che più mi colpì, fu quanto Eduardo mi
riferì una dozzina di giorni dopo: da circa venti giorni era ricoverata in
infermeria una Livorno, sorella o compagna della precedente, affetta da
sinusite paranasale sinistra con scarsa tendenza alla guarigione nonostante il
trattamento antibiotico. Un giorno ebbe, tra i compagni di gabbia, anche una
pulcinotta di Cocincina Nana nera, anch’essa affetta da sinusite, che
cominciò subito a ripararsi dai primi freddi notturni cercando un po’ di
tepore sotto le ali di qualche compagno più grande di lei, finendo talora
sotto le ali della Livorno, che a un certo punto divennero le uniche
disponibili in quanto tutti gli altri compagni erano stati dimessi. Un bel
giorno la Livorno si trasformò in Mamma. Mutò la voce in quella di chioccia
e assunse le difese della figlia adottiva arruffando in modo caratteristico le
piume. Dopo una quindicina di giorni il bernoccolo da sinusite della
Cocincina regredì, grazie anche ai delicati massaggi. Dopo un mese e mezzo di
convivenza, Mamma Livorno, anch’essa priva di speroni, è ancora in preda
alla sua sinusite e ha tuttora l’intenzione di proseguire nel suo compito di
bàlia, assunto spontaneamente e casualmente.
Quando si incrociano due razze, la tendenza a covare
compare spesso in F1; ciò
suggerisce che l’espressività del carattere possa dipendere da geni
complementari. Dati più recenti hanno dimostrato che anche altri geni, oltre
a quelli ad azione complementare, sono interessati nella comparsa dell’istinto
di cova, ai quali si associa un’influenza da parte dell’ambiente.
[1] Chantecler - colui che canta forte e chiaro - era un gallo, uno dei personaggi del Roman de Renart (sec. XII-XIII), divenuto protagonista dell'omonima favola drammatica in versi composta nel 1910 da Edmond Rostand (Marsiglia 1868 - Parigi 1918), nella quale il gallo, emblema del popolo francese, diventa simbolo del poeta e della poesia, trionfatore della notte e del male.