Di cammino ne è stato fatto. Basti pensare a cosa scriveva nel 1915 un abbonato al Giornale degli Allevatori in merito ad un argomento ivi dibattuto, La produzione dei sessi a volontà:
«Mi pare che il maschio debba avere 2 glandole, una per la procreazione della femmina ed una pel maschio. Funziona sempre la prima fino allo stancarsi, funziona l’altra appena la prima è esaurita o stanca. Questo fatto ha grande influenza sull’equilibrio delle nascite dei sessi. Quando la prima glandola è pregna il maschio è fortemente eccitato; più passa e più si eccita; appena potrà accoppiarsi, la nascita sarà femmina; ma se l’elemento femmina abbondasse, presto si stancherebbe la 1ª glandola ed incomincerebbe a funzionare l’altra. Sto facendo da anni esperimenti pieni di successo. Ho posseduto delle giumente dalle quali ho avuto i nati del sesso che desideravo. Sarebbe veramente strano d’averle imbroccato tutte per caso. P.S. Si possono avere regolarmente successi sicuri anche umani.»
Il giornale così rispondeva:
«I mezzi coi quali la natura perviene alla normale produzione dei sessi, sono così vari e molteplici che non mi sorprende punto come Ella abbia creduto d’intravedere la soluzione del problema basandosi su taluni casi (ne ignoro il numero) se non fortuiti, al certo falsamente interpretati. È difatti ormai universalmente noto la genesi sessuale spettare all’ovaia e non al testicolo, com’Ella affrettatamente suppone, ed appartiene all’ovaia per due ragioni fondamentali, sia perché quest’ultimo principio, confermato su vasta scala dalla gran maggioranza degli sperimentatori, fu in seguito completamente assodato da minuziose e recenti ricerche istologiche (Guaita, Van der Strecht, Russo, Woods, Robinson), tendenti a dimostrare un intimo rapporto fra il sesso dei nascituri e lo stato speciale di nutrizione dell’ovo, e sia pure per la circostanza che essendo quest’ultimo elemento assai più voluminoso del microscopico spermatozoo, è logico che il fenomeno sessuale, fenomeno embrioplastico per eccellenza, deve dipendere piuttosto dagli scambi nutritivi dell’ovo! Senonché, non per questo può dirsi che il suo principio esula completamente dall’indirizzo teorico-sperimentalistico assunto oggi dal problema in discussione, poiché può darsi, è vero, anzi molto spesso avviene, che anche lo spermatozoo eserciti la sua influenza, ma quale essa sia è molto difficile poter precisare visto che lo spermio ora concomita ed ora prevale, a secondo i fattori speciali che in un dato momento entrano in gioco per determinare il sesso. Il problema generale dei sessi è abbastanza complesso e quindi di soluzione non dico assai ardua, ma semplicemente impossibile, qualora non si abbiano le vedute sintetiche necessarie per poterlo prima risolvere teoricamente in tutta la sua mole, tentando indi di risolverlo nei suoi particolari, una volta che dal suo studio si fosse riusciti a trarne il grande principio generale.»
Geddes e Thomson, facendo il punto su ciò che nel 1889 era noto sulla determinazione del sesso, riferirono che nel XVII secolo Drelincourt aveva elencato non meno di 262 teorie sull’argomento e che Blumenbach “aveva fatto ironicamente presente che la teoria stessa di Drelincourt poteva essere considerata come la 263ª”, e che a loro parere il numero di teorie era certamente raddoppiato rispetto ai tempi di Drelincourt.
Aristotele (384-322 aC) riteneva che i maschi venissero generati quando soffiavano i venti del nord, le femmine quando spirava Zefiro.
Una brillante idea fu la teoria di Starkweather formulata nel 1883, secondo cui il genitore superiore stabiliva la discendenza producendo il sesso opposto al proprio.
Una teoria facente capo ad Anassàgora (499-428 aC), in voga fino al 1921 e ancor oggi adottata da alcuni cinofili, sostiene che i maschi originano dall’ovaio destro, le femmine invece da quello sinistro, situato dal lato più debole [pensiero spudoratamente maschilista!].
Ma quando Doncaster e Marshall rimossero ai ratti un ovaio, fu possibile constatare che qualunque fosse l’ovaio asportato non si notavano variazioni del rapporto-sessi nella discendenza.