Il guscio dell’uovo di gallina contiene circa 5 grammi di carbonato di calcio cristallizzato sotto forma di calcite.
Le colorazioni , sia uniformi che macchiettate, sarebbero dovute a pigmenti che tingono in modo variabile i diversi strati. Istologicamente i pigmenti nascerebbero dalla disintegrazione dei globuli rossi nella mucosa dell’ovidutto dando luogo, insieme alle proteine, a una massa collante che si deposita sulla superficie dell’involucro.
Secondo Turchini (1924) le cellule dell’epitelio vibratile dell’utero di gallina secernono dei granuli bruni di protoporfirina IX, catabolita dell’emoglobina. Le vedute attuali più accreditate sono quelle che ritengono la protoporfirina - e la biliverdina che vedremo appresso - non come prodotto catabolico, bensì frutto di sintesi, forse finalizzata a liberare l’organismo dal rame che è tossico [1] . È la protoporfirina che colora le uova in marrone. Essa non impregna tutto il guscio, ma solo la parte esterna. La quantità di pigmento presente è molto variabile e non è proporzionale all’intensità del marrone, che ha la caratteristica di venir scolorito dall’esposizione alla luce pur essendo discretamente fotostabile.
Sempre dall’emoglobina deriva anche la biliverdina che colora in verde e in blu le uova dell’Araucana. Nelle uova blu e verdi è presente, oltre a biliverdina, anche biliverdina chelata dallo zinco [2] .
È il gene autosomico dominante O - olive - che causa la colorazione blu o verde del guscio:
uova blu = gene O + sfondo bianco di origine poligenica
uova verdi = gene O + sfondo marrone di origine poligenica
Nelle uova marroni la protoporfirina è depositata solo dopo che l’uovo è praticamente pronto per essere deposto, mentre il pigmento blu fa parte dell’intero guscio ed è visibile sulla sua faccia interna dopo aver rimosso la membrana testacea. Da rilevare che anche le uova verdi e verde oliva appaiono blu all’interno. Infatti il marrone è presente solo in superficie. Per cui si tratta di una mutazione che coinvolge la genesi del guscio a livello dell’ovidutto e non di un’aggiunta di colore durante l’ultima fase del passaggio attraverso l’ovidutto quando l’uovo è già completato.
Gli uccelli che depongono uova blu posseggono un sistema enzimatico che agisce secondo lo schema proposto da Nakajima (1963, 1967): una eme-a-metenil ossigenasi catalizza l’apertura dell’anello porfirinico dell’eme, con formazione della biliverdina a partire dall’emoglobina. Questo enzima è determinato dalla presenza di un gene deputato alla sua sintesi. Altra caratteristica importante della colorazione dovuta alla biliverdina è che essa è uniforme e non si presenta quasi mai sotto forma di chiazze o di macchie. Quando su un uovo verde o azzurro è presente un macchiettatura, essa ha per lo più un colore diverso, in genere bruno.
Si può aggiungere che la combinazione di rosso e blu non genera un colore marrone. Da ricordare che le uova blu e verdi sono più opache, il che ne rende più difficile la speratura [3] durante le prime fasi d’incubazione.
Si pensa che l’uovo del pollo primitivo fosse a guscio bianco. Per puntualizzare come l’interazione genica possa dar luogo a fenotipi differenti, posso aggiungere che nelle campagne del sud del Brasile è un fatto comunissimo raccogliere uova bianche, marroni, nonché blu e verdi di tonalità diversa, deposte dalle galline caipíras, che sono gli ibridi campagnoli (Eduardo Cani, 1994, comunicazione personale).
In campo scientifico e naturalistico è sempre molto pericoloso ricorrere agli assiomi. Questa configurazione mentale di tipo assolutistico può essere fonte di gravi delusioni. È quanto accadde a Finsterbusch il quale, oltre ad essere sbrigativamente d’accordo per l’origine piratesca dell’Araucana, si è pure lasciato andare a frasi di dileggio nei confronti di quello Scienziato Spagnolo - di cui non fa il nome, non certo per rispetto, ma solo per denigrarlo - il quale in occasione... “...in one of the World Poultry Congresses” [come se annualmente si tenessero decine di congressi mondiali di avicoltura!] ebbe l’ardire di affermare l’origine indigena sudamericana dell’Araucana.
Ma il bello ha da venì:
As we have observed thousands of such hens and thousands of such eggs,
we may state right here, that there was no other excuse for such a
blunder, but that the good professor was caught unaware with strictly
falsified information. |
Siccome
abbiamo osservato migliaia di tali galline e migliaia di tali uova,
possiamo con diritto affermare che non c'era altra scusa per un tale
errore grave tranne che il buon professore fu tenuto all'oscuro
ricorrendo ad informazioni puramente distorte. |
A me pare sia Finsterbusch a fornirci informazioni false, in quanto afferma che
...the hens were depicted as laying dark blue eggs, while in reality
the shell is greenish or bluish due only to the loss of red colouring
matter in the oviduct. |
...le
galline sono state descritte come produttrici di uova blu scuro,
mentre in realtà il guscio è verdastro o bluastro solamente per la
perdita del pigmento rosso a livello dell’ovidutto. |
Io credo che Finsterbusch non abbia mai spaccato un uovo blu, osservando così che tale colore si spinge fin sotto la membrana testacea, o se l’ha fatto non se n’è accorto, e soprattutto credo che egli non tenga in debita considerazione il fatto che un conto è fare lo scienziato, un conto è fare lo storiografo (anche se preparatissimo, come in effetti fu). La scienza gli ha dato torto in merito al colore del guscio. Un giorno, forse, anche la storia gli darà torto sull’origine dell’Araucana.
Se Finsterbusch tratta quasi con dileggio la relazione congressuale di Castelló, Cathy Brunson è di poche parole e va per le spicce, in quanto si limita a dire di lui: “...Mr Finsterbusch, an avicultural writer.”
A me pare che fosse anch’egli Dottore in qualcosa, non all’italiana, però non ne sono sicuro in quanto non si riesce a scovare sue notizie biografiche. Dal modo di esprimersi di Cathy traspare chiaramente che secondo lei si trattava di uno scrittore qualunque.
Dare a ciascuno il suo ci avvicina a Dio per cui, nonostante tutto, è nostro dovere riconoscere alcuni indiscussi meriti del Cileno.
[1] …e le galline che depongono uova dal guscio bianco, sono intossicate?
[2] Per chelazione s'intende la formazione di un composto chimico nel quale uno ione metallico è legato a una molecola o a uno ione, generalmente organici, con almeno due legami, rispettivamente ambedue di tipo complesso o l'uno complesso e l'altro ionico.
[3] Speratura: potrebbe essere più facile spiegare l’etimologia di questa parola adducendo che l’allevatore spera che il pulcino stia sviluppandosi regolarmente. La spiegazione è invece un po’ contorta. La speratura consiste nel guardare controluce le uova, dal verbo sperare col significato di guardare controluce un corpo diafano; dal tardo latino spaera, variazione di sphaera, nel corrente significato di sfera, palla, cioè di una figura geometrica solida racchiusa da una superficie curva.