Fig. VIII. 67 - Maschio di Tetrao parvirostris: questo Tetraonide, più piccolo del Tetrao urogallus - il Gallo cedrone - vive in Siberia e Mongolia; come i suoi congeneri dispiega la coda, per cui in Scozia ancora nella metà del XVIII secolo questi uccelli venivano talora denominati turkeys, cioè tacchini.
Scrittori che usarono termini sia proprii che
improprii |
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scrittore |
anno |
dati riferiti |
Cambrensis |
1187 |
I pavoni
selvatici - pavones silvestris
- abbondavano in Irlanda. In questo caso si tratta verosimilmente
di esemplari di Tetrao urogallus,
il Gallo cedrone. Lo stesso equivoco viene riferito da Aldrovandi (II,6,31):
“Nam in Pyrenaeis montibus Tetraonem, etsi Pavoni admodum dissimilem,
de quo nos postea, Pavonem teste Iulio Caesare Scaligero nuncupant.”
Da notare che, ancora nella metà del XVIII secolo, in Scozia il Gallo
cedrone veniva talora chiamato turkey. |
Pietro Martire |
1516 |
Nella III
Decade, quando riferisce della visita di Colombo a Capo Honduras,
dice che vi erano uccelli simili a pavoni per colore, dimensioni,
gusto e sapore. Il testo di Schorger non riporta il termine usato da
Pietro Martire, bensì la sua traduzione inglese: peafowls,
che sono i pavoni. Da
notare che sia nella prima che nella seconda Decade viene usato il
termine pavo per indicare
uccelli identificabili con tacchini o simili, non certo con polli: pavos
(Darién), pavos del país (Golfo
di Paria). |
Enciso |
1519 |
L’identificazione
dei pavos di Enciso è
difficile, anche se potrebbe trattarsi di appartenenti al genere Crax: egli parla di pavos
per Santa Marta in Columbia; a Panama, nelle foreste del Darién, vi
erano pavos di tipi
differenti. I pavos
addomesticati incontrati lungo la costa a partire da Cabo Gracias a
Dios - Nicaragua - e più su, in direzione nord, possono benissimo
essere stati dei tacchini. |
Pietro Martire |
1521 |
Nella IV
Decade, per indicare che al banchetto offerto dal cacique di
Campeche erano serviti dei tacchini, usa la parola pavo
e dice che gli abitanti del posto tienen
pavos y aves cebadas
[1]
, hanno pavoni e uccelli
ingrassati, e che agli uomini di Cortés furono offerte ocho
gallinas, de color escuro, ni menores ni de peor sabor que los pavos. |
Pietro Martire |
1523 |
Nella V
Decade usa due termini nettamente diversi per indicare tacchino e
pollo: “I Messicani allevano questo uccello (pavo)
come i polli (gallinas) sono
allevati in Spagna.” |
Oviedo |
1526 |
Parlando
di uccelli la cui descrizione corrisponde in pieno al tacchino, egli
usa la parola pavo. I
cristiani seguivano la dizione di Oviedo e denominavano il tacchino pavo de la papada. |
Elyot |
1552 |
Scriveva: “Meleagrides, birdes, which we doo
call hennes of Genny, or Turkie henne.” È
chiara la confusione tra due volatili che regnerà per molto tempo
ancora: tra la Gallina di Guinea - Guinea Fowl = Numida
meleagris e la Gallina della Turchia, cioè il tacchino, Meleagris
gallopavo; una confusione dovuta solamente a ignoranza. |
Gómara |
1554 |
Afferma
che a Santa Cruz agli Spagnoli fu fatto omaggio di anatre e di gallipavos.
È chiaro il riferimento al tacchino, che è un gallinaceo simile a un
pavone. |
Molina |
1555 |
Nel suo
dizionario vengono riservati al tacchino i seguenti termini: pauo,
paua o pauon, e quetzaltototl. |
Las Casas |
1561 |
La
spedizione di Cordoba approdò a Capo Catoche, all’apice dello
Yucatán, dove i nativi presentarono due grosse gallinas
arrosto tipiche della zona, uccelli che avevano le dimensioni di
pavoni. Las Casas cambia terminologia quando gli uccelli offerti erano
di un’altra località, cioè di Campeche, in quanto si trattava di gallinas de papada, cioè con giogaia, grandi, e forse migliori
dei pavoni. Anche Pietro Martire nella IV
Decade parla di pavo di
Campeche, come abbiamo visto poco fa. |
Sahagún |
1570 |
Gli
abitanti della Nuova Spagna avevano galline selvatiche, gallina montesa, cioè di montagna, del tutto uguali alle galline
e ai galli domestici per taglia, per piumaggio e per le rimanenti
caratteristiche. Sahagún giunse in Nuova Spagna nel 1529, iniziò a
scrivere la sua opera intorno al 1540 e completò il manoscritto solo
nel 1570. Sta alludendo alle galline comunemente intese oppure ai
tacchini? Io credo stia parlando di un pollo, anche se Kilgore accenna
all’ipotesi che si trattasse del tacchino, in quanto Motolinía
parla di due gallos e di una
gallina de las monteses tra gli animali presenti con Adamo ed Eva
in una rappresentazione sacra del 1539. Questi uccelli monteses
di Motolinía erano senza dubbio tacchini. |
Izacke |
1681 |
Ci fa
sapere che durante il regno di Eduardo III (1312-1377) William Yoo,
della contea del Devon, recava nel suo stemma three
Turkey-cocks. In base all’ipotesi che nel XIV secolo in Europa
non c’era neanche l’ombra di un tacchino, con ogni verosimiglianza
si trattava di pavoni. |
Gemelli Careri |
1698 |
Mentre
si trovava in Messico scrisse del tacchino usando i seguenti nomi:
guaxalote, galli d’India, galli d’India silvestri, gallo de la
tierra. Vedremo tra poco che l’ultimo termine viene a rompere le
uova nel paniere (anche se non proprio tutte) poiché, scorrendo la
terminologia usata dalla maggior parte dei bravi storiografi, si tende
a distinguere nettamente il pavo
dalla gallina. |