Anche l’uso culturale del pollo può stare ad indicare una sua doppia e opposta origine geografica. Nelle foreste tropicali del Sudamerica, come in Asia, il pollo non aveva finalità alimentari, bensì religiose e culturali. Invece per gli Spagnoli l’uso culinario era preponderante.
Nell’America precolombiana non esistono tracce di combattimenti fra galli, quindi il loro arrivo può essersi verificato prima che questo sport si sviluppasse in Asia. Di certo, i combattimenti fra galli vennero di moda tra le popolazioni americane dopo la colonizzazione spagnola e portoghese.
Johannessen ha condotto uno studio dettagliato sui polli fibromelanotici della cultura contemporanea dei Kekchi o K’ekchí, Indiani conservatori Guatemaltechi sospinti, insieme ai Mopan, nella foresta pluviale del Petén, e ha tracciato un raffronto con l’uso culturale cinese della stessa mutazione.
Egli ha descritto tali polli come dotati di ossa e carne nere. Quelli dei Maya K’ekchí possono avere le piume di qualunque colore, quantunque sia preferito il nero, spesso hanno la cresta a pisello o a noce, possono essere ciuffati e con tarsi impiumati. Ne ha descritti alcuni con ciuffetto alle orecchie o con piume che si estendono lateralmente per 1-2 cm a livello del meato acustico.
Non è chiaro se questa descrizione si riferisca alla mutazione ciuffetto alle orecchie oppure barba e favoriti. Tali polli non hanno piumaggio silky. Esiste una stretta somiglianza d’impiego nelle malattie psichiche e fisiche, nonché in stregoneria, da parte degli attuali K’ekchí e dei Cinesi antichi e moderni. In nessuna delle due culture si mangiano questi polli, mentre uova e carne dei polli non fibromelanotici vengono facilmente consumati. Da tutto questo si può dedurre che i polli melanotici dei K’ekchí e il loro impiego siano derivati dalla Cina.