Vol. 1° -  II.2.14.

Gli Enantiornithes
e l'Eoalulavis hoyasi

Aurornis
il nuovo diretto progenitore degli Uccelli
sconfigge l'Archaeopteryx con 10 milioni di anni
essendo vissuto 160 milioni di anni fa

L'Archaeopteryx fu veramente l’antenato di tutti gli uccelli? Cosa possiamo dedurre sulla loro evoluzione studiando i fossili del periodo geologico successivo in cui visse Archaeopteryx, il Cretaceo? Gli unici scheletri relativamente completi risalgono alla fine di questo periodo - circa 85 milioni di anni fa - e si riferiscono a uccelli che in parte erano muniti di denti, parzialmente adattati alla vita acquatica, con un'alimentazione a base di pesci. Non appare verosimile che queste forme specializzate siano discese direttamente da Archaeopteryx che pertanto molti studiosi hanno considerato come una sorta di vicolo cieco dal punto di vista evolutivo.

Piuttosto recentemente, tuttavia, sono stati scoperti fossili di uccelli del Cretaceo inferiore - risalenti all'incirca a 125 milioni d’anni fa - che sembrano rappresentare uno stadio evolutivo intermedio fra Archaeopteryx e uccelli attuali. Si tratta degli Enantiornithes, termine proposto inizialmente da Walker nel 1981 per il genere Enantiornis e per alcuni esemplari allora inclassificati rinvenuti in Argentina. Ritrovamenti recenti hanno invece stabilito che questo gruppo di uccelli del cretaceo era ampiamente diffuso - attualmente ne sono noti 15 differenti tipi provenienti da Spagna, Cina, Mongolia e Madagascar - e che, in modo sorprendente, era composto da soggetti che oscillavano fra le dimensioni di un passero e quelle di un tacchino. Alcune forme erano prive di denti. Tutte quante si estinsero insieme ai dinosauri.

Enantiornithes deriva dal greco enantìos, che significa opposto: erano uccelli che si contrapponevano per alcune caratteristiche agli uccelli attuali, i Neornithes. Gli Enantiornithes condividevano con Archaeopteryx i denti e un bacino di tipo primitivo, ma possedevano un lungo pigostilo e una coda accorciata, e il canale triosseo aveva una forma del tutto particolare. Sono stati così battezzati soprattutto per altre caratteristiche mai riscontrate in altri uccelli: la normale configurazione dell'articolazione fra scapola e coracoide era completamente invertita e durante lo sviluppo la fusione degli elementi del tarsometatarso si svolgeva in senso opposto a quanto accade negli uccelli moderni (prossimo-distale rispetto alla linea mediana del corpo anziché distale-prossimale).

Lo scheletro di un piccolo uccello grande quanto un cardellino, un nuovo appartenente agli Enantiornithes, fu rinvenuto nel 1984 nel calcare di Las Hoyas in Spagna e presenta una combinazione di caratteri ancestrali e moderni. Venne denominato Concornis [1] da Sanz & Buscalioni (1992).

Nel 1996 i due precedenti scienziati, insieme a Chiappe e ad altri collaboratori, descrissero un nuovo appartenente agli Enantiornithes, anch'esso rinvenuto a Las Hoyas e anch'esso delle dimensioni di un passero: venne battezzato Eoalulavis hoyasi. Héøs in greco è l'aurora e vuole significare la più precoce comparsa sinora nota di quella struttura detta in latino alula cioè piccola ala, che altro non è che la falsa ala o ala bastarda che può essere presente anche nel pollo [2] . Secondo Ben Creisler (comunicazione personale, 1997) Concornis e Eoalulavis appartengono a due generi distinti in base ad alcune caratteristiche, tra le quali spicca la differente morfologia sternale.

Il bacino e gli arti posteriori di Eoalulavis rispetto a quelli degli uccelli attuali sembrano avere una morfologia più simile a quella dei rettili, ma il cinto scapolare e la furcula appaiono più moderni di quelli di Archaeopteryx. Una delle caratteristiche più interessanti di questo fossile, tuttavia, è il pigostilo, che è formato da 15 vertebre fuse: è quindi più lungo del pigostilo degli uccelli attuali - che ha da quattro a 10 vertebre fuse - ma è notevolmente più breve della coda di Archaeopteryx composta da 23 vertebre.

Il fossile di Las Hoyas, come lo stesso Archaeopteryx, dimostra che l’evoluzione dei primi uccelli fu fortemente influenzata dalle caratteristiche fisiche legate all'attività del volo. Attualmente non è possibile dire se Archaeopteryx sia stato o no l’antenato diretto dell'uccellino di Las Hoyas e di tutti gli altri uccelli, ma questa correlazione non è particolarmente importante. Il fatto significativo è che i 6 scheletri noti di Archaeopteryx e la sua penna isolata forniscono informazioni di estrema importanza sull'evoluzione degli uccelli. Come disse nel 1957 Adolf Portmann, zoologo dell'Università di Basilea: “Si tratta di documenti senza i quali il concetto di evoluzione non sarebbe così solido.”

Fig. II. 13 - Bacino dell’esemplare di Berlino di Archaeopteryx
come è stato disegnato da Ostrom,
che ha tratteggiato la posizione del pube come doveva essere in vita.


Anatomia comparata dell’Archaeopteryx lithographica

Ossa

ossa lunghe non pneumatizzate a differenza degli uccelli; vertebre cervicali e toraciche anteriori pneumatizzate come in numerosi teropodi, e come negli uccelli attuali il cui scheletro postcraniale ampiamente pneumatizzato è un carattere distintivo del loro apparato scheletrico

Cranio

molto simile a quello degli uccelli e dei teropodi anziché a quello degli pseudosuchi

Vertebre

il centro vertebrale - il corpo principale della vertebra - ha superficie articolare quasi piatta, come nei rettili; negli uccelli è foggiato a sella

Cervello

simile a quello dei rettili

Cervelletto

piccolo come nei rettili, mentre negli uccelli è grande

Denti

sia i superiori che gli inferiori sono ben sviluppati, impiantati in alveoli e tutti della stessa forma e dimensione, come nei tecodonti

Sterno

non conservato nell’esemplare di Londra, ma si presume poco sviluppato e senza carena, anzi, al posto dello sterno forse possedeva - come i rettili suoi antenati - sottili strutture ossee libere, che prendono il nome di costole addominali

Cingolo scapolare

simile a quello dei cattivi volatori, con scapola e coracoide saldati fra loro, clavicole saldate a formare una robusta forchetta o forcella

Forchetta

presente, come lo è in alcuni celurosauri e negli uccelli; le due clavicole saldate fra loro le conferiscono una forma a lettera Y, come nei gallinacei (mentre nei palmipedi è conformata a lettera U)

Mano

composta da 3 dita con lunghezza disuguale e munite di artigli funzionali, non saldate fra loro [3] ; la mano è un carattere dei celurosauri, e gli artigli sono vestigiali in alcuni uccelli

Bacino

dotato di 5-6 vertebre sacrali unite ma non saldate, quindi poco adatte a permettere un buon atterraggio; somiglia a quello dei corridori; il pube è rivolto in avanti, non così tanto come nei saurischi, e neppure spinto tutto all’indietro come negli ornitischi; la posizione del bacino è più simile a quella dei teropodi saurischi

Coda

le 20 vertebre che la compongono [4] sono libere, eccetto che in vicinanza del sacro; analoga a quella di certi dinosauri; dotata di piume; carattere ancestrale dei diapsidi; gli uccelli hanno solo il pigostilo

Piede

molto simile a quello dei teropodi e degli uccelli moderni; armato di 4 dita con artigli acuti e ricurvi, alluce opponibile come nei celurosauri; il III dito è il più lungo, il I dito è in opposizione rispetto agli altri; funzionalmente il piede è tridattilo e digitigrado; situazioni che contrastano con quelle dei tecodonti, che erano pentadattili e plantigradi

Piume

presenti perlomeno su coda e arti anteriori, con vessillo laterale che misura la metà di quello mediale come nei volatori; carattere derivato presente solo negli uccelli; il vessillo dei nostri non volatori serve essenzialmente all’isolamento ed è composto da barbe simmetriche rispetto al rachide

Volo

attitudine al volo inferiore a quella dei sauri volanti suoi contemporanei

 

 sommario 

 avanti 

 



[1] Concornis prende il nome da Conca, nome latino del capoluogo e dell'omonima provincia spagnola di Cuenca - dove si trova Las Hoyas - situata tra quelle di Valencia e di Toledo.

[2] Il pollice può portare alcune piccole remiganti, da 2 a 6, che formano appunto l’alula. In quegli uccelli che volano serve a manovrare meglio alle basse velocità, specialmente durante l'atterraggio.

[3] Gran parte degli studiosi ha adottato l’interpretazione di Gregenbaur numerando le dita della mano degli uccelli come I-II-III in quanto corrispondenti a quelle della mano di Archaeopteryx, nel quale a loro volta corrispondono al I-II-III dito della mano dei dinosauri teropodi. Per esempio: Archaeopteryx e Deinonychus hanno una mano molto simile. Invece secondo Owen, e più recentemente anche secondo Burke & Feduccia (1997), negli uccelli si tratta del II-III-IV dito: i teropodi hanno perso il IV e il V dito della mano, mentre negli uccelli si è verificata l'involuzione del I e del V. Che per la mano degli uccelli si tratti di II-III-IV dito è dimostrato dagli studi di embriologia comparata di Burke & Feduccia. Stando così le cose, le similarità esistenti fra la struttura della mano di Archaeopteryx e di quella dei teropodi potrebbero essere dovute a semplice convergenza evolutiva piuttosto che a una discendenza diretta di Archaeopteryx dai teropodi. Ecco che allora si tramuterebbe in ortodossa quell'ipotesi secondo cui i tecodonti furono i diretti antenati sia degli uccelli che dei teropodi: uccelli e teropodi radiarono dai tecodonti in modo indipendente.

[4] La fonte del dato numerico è Ostrom; mi adeguo alla sua autorità adottandone il numero.