Certi fossili sono inclusi in uno strato roccioso, altri nello strato immediatamente soprastante, ma entrambi gli strati sono chiaramente privi di qualsiasi indizio sull’evento che possa aver provocato un brusco cambiamento nella popolazione. A queste cognizioni era approdata la scienza, che lasciava purtroppo irrisolto il quesito sulla causa di una brusca variazione fra 2 strati geologici contigui, finché non avvenne una scoperta sorprendente.
Vediamo prima quali sono le ipotesi via via avanzate che, a turno o concatenandosi, potrebbero rivelarsi valide:
§ distruzione dello scudo di ozono: questo scudo ha la funzione di proteggere la Terra dalle radiazioni ultraviolette di origine solare, estremamente dannose
§ anidride carbonica ed effetto serra: effetto non diverso da quanto accadde su Venere, che ha un clima caratterizzato da un caldo infernale (465°C in media a quota zero); per la Terra ebbe come conseguenza l’uccisione del plancton
§ scolmatura delle acque dell’Oceano Artico: queste acque, meno salate e quindi più leggere, nonché più fredde, si sarebbero riversate in quelle più calde dell’Atlantico, formando uno strato di acqua fredda sopra quella di mare, più salata e pesante, con caduta delle temperature mondiali anche di 10°C; se ciò è effettivamente accaduto, ne seguirono un freddo e una siccità terribili
§ inversioni magnetiche: di tempo in tempo, senza apparente regolarità e senza una ragione nota, il campo magnetico terrestre modifica la sua polarità, per cui il nord diventa sud e viceversa. Ciò si verificò l’ultima volta 700.000 anni fa, quando il polo magnetico era in Antartide. Poiché i minerali magnetici, quando si formano, si allineano con il campo magnetico in qualsiasi direzione esso punti, gli scienziati hanno imparato a leggere la storia servendosi delle inversioni magnetiche. Queste si sono succedute molte volte in passato, forse più volte nel solo tardo Cretaceo. Nessuno lo sa per certo, ma il fatto potrebbe aver avuto un ruolo nelle estinzioni, in quanto il campo magnetico, come lo scudo d’ozono, si oppone a forze letali provenienti dall’esterno e rappresentate dalle particelle cosmiche che si scatenano quando, durante l’inversione, il campo magnetico passa da debole a nullo.
Se le modificazioni ambientali si verificano con una certa lentezza, gli organismi hanno il tempo di creare i necessari adattamenti. L’estinzione invece si verifica per un mutamento improvviso al quale non si riesce a trovare una soluzione. Fu proprio un cambiamento improvviso a cogliere di sorpresa la Colomba Migratrice, Ectopistes migratorius, che si estinse nel nostro secolo a causa del disboscamento che, oltre a privarla delle fonti alimentari, si associò a predazione da parte dell’uomo, il quale l’ha portata a estinguersi prima che potesse adattarsi.