Gallinella del Signore
Coccinella
Adalia
bipunctata
foto Elio Corti - 1972
Le coccinelle (Coccinellidae Latreille, 1807) sono una famiglia di insetti dell'ordine dei Coleotteri (sottordine Polyphaga, infraordine Cucujiformia, superfamiglia Cucujoidea), presente in tutto il mondo, con circa 6.000 specie descritte.
Coccinella deriva dal latino coccinus o coccineus, scarlatto, dal greco kókkinos, derivato di kókkos, colore rosso. Il sostantivo kókkos significava in prima istanza granello, chicco, specialmente della melagrana. In seconda istanza identificava la quercia della cocciniglia (quercia spinosa - Quercus coccifera) o la sua galla scarlatta. Dal sostantivo kókkos è derivato l'aggettivo kókkinos che significa scarlatto (dal persiano-arabo saqirlat, abito tinto di rosso con cocciniglia).
La coccinella oggi è detta anche Gallinella del Signore oppure Gallinella della Madonna, forse, e sottolineo forse, perché molto spesso rappresenta una benedizione del Cielo, collaborando come una gallina contro la presenza di parassiti che si ritorcono negativamente sull'economia umana. E nel 1830 era nota anche come Bestia di Dio, Vacca di Dio, Bestia della Vergine, Pecorelle della Madonna, Canterelle e chi più ne ha più ne metta.
Le coccinelle sono insetti di piccola taglia, in genere di grandezza compresa tra 1 e 10 mm (eccezionalmente oltre il centimetro), solitamente di forma emisferica, in genere con livree vistose a colori contrastanti. Le specie con livree vistose sono tra gli insetti più familiari: per l'utilità, l'inoffensività e l'aspetto dalla forma curiosa e dai colori vivi, inducono un atteggiamento di simpatia anche in chi prova repulsione verso gli insetti in generale. Alcuni le considerano dei portafortuna. Molte specie sono invece ignorate per le piccole dimensioni e per la livrea insignificante.
Thea vigintiduopunctata
A dispetto dell'apparente inoffensività e dell'aspetto simpatico, quasi tutti i Coccinellidi sono in realtà attivi predatori dotati di una notevole voracità al punto che sono frequenti i casi di cannibalismo e comportamenti predatori alquanto sofisticati. Per questi motivi sono tra i più interessanti predatori impiegati nella lotta biologica.
Il corpo ha una forma fortemente convessa, in genere emisferica o ovoidale, con livrea vivamente colorata. Non sono rare le specie che hanno un corpo di piccolissime dimensioni, dai colori uniformi e poco vistosi, spesso rivestito da una peluria. Il capo è piccolo, seminascosto dal protorace, con antenne corte e clavate formate in genere da 11 articoli (o spesso da un numero inferiore, in genere 6). L'apparato boccale mostra il palpo mascellare con il segmento terminale molto più sviluppato e di forma triangolare, ma in alcune specie può essere subcilindrico o solo leggermente espanso.
Il pronoto è largo ed evidente, mentre tutte le altre parti del torace e l'addome sono completamente ricoperte dalle elitre in posizione di riposo. Le zampe sono cursorie, con tarsi composti da 4 articoli, talvolta apparentemente da 3 per la forte riduzione del penultimo tarsomero. Le elitre sono generalmente lisce. La colorazione e la maculatura sono elementi morfologici utili per la determinazione e tradizionalmente usati nella nomenclatura dei Coccinellidi, tuttavia non sempre il riferimento morfologico trova riscontro nel nome. L'addome è breve, composto da 5 o 6 uriti apparenti, con 5 paia di spiracoli tracheali.
Harmonia axyridis
I Coccinellidi svolgono una o più generazioni l'anno e svernano in genere allo stadio di adulto. Gli accoppiamenti hanno inizio dalla primavera, dopo un periodo di alimentazione. Le ovideposizioni variano secondo l'etologia. Alcune specie depongono le uova in gruppi di numero variabile da poche unità a qualche decina, altre depongono le uova isolate e sparse sugli stessi organi frequentati dalle prede o fra le uova di queste. Con le uova fertili sono spesso deposte anche uova non fertili. Sembra che queste forniscano una fonte di cibo di riserva per le larve che nasceranno. La proporzione tra uova fertili e uova non fertili dipende dalla scarsità di cibo al momento della deposizione.
Lo sviluppo postembrionale passa attraverso quattro stadi larvali e uno di pupa. Larve e adulti hanno in genere la stessa etologia e frequentano lo stesso ambiente. In genere, dopo lo sfarfallamento, l'adulto resta per un breve periodo nello stesso luogo dove si è sviluppato, ma poi si disperde alla ricerca di prede. Sono stati riscontrati fenomeni etologici complessi, riguardanti la migrazione, la riproduzione e il gregarismo, messi in relazione con la disponibilità alimentare.
Il numero di generazioni e la durata di un ciclo di sviluppo sono correlati spesso alla biologia delle abituali prede. Le specie monovoltine attraversano in genere un periodo di quiescenza piuttosto lungo che si protrae dall'estate all'inverno. Le specie che svolgono più generazioni, invece, possono avere talvolta un ciclo sincronizzato con quello delle prede oppure più breve. In generale le specie che attaccano gli Afidi hanno un ciclo riproduttivo più lungo, mentre quelle che si nutrono a spese di Cocciniglie (per esempio la cocciniglia, Diaspis pentagona) hanno cicli più brevi. La dinamica di popolazione è strettamente legata alla disponibilità di prede, ma in generale i Coccinellidi hanno una fecondità elevata.
L'elegante livrea ha lo scopo di tenere alla larga i predatori. Le coccinelle hanno colori brillanti per scoraggiare i potenziali predatori. Questo sistema difensivo funziona perché la maggior parte dei predatori associa i colori vistosi (specialmente arancione e giallo) al veleno e ai suoi spiacevoli effetti. Tale fenomeno prende il nome di aposematismo. L'aposematismo è sfruttato anche da altri insetti, che imitano la livrea delle coccinelle per scoraggiare gli eventuali nemici (mimetismo batesiano). In effetti molte coccinelle risultano tossiche per i piccoli predatori, come le lucertole o i piccoli uccelli; le coccinelle adulte, infatti, sono capaci di emettere sostanze tossiche e dal forte odore repellente dalle articolazioni delle zampe (reflex-bleeding). Prendendo una coccinella bruscamente tra le mani si può verificare il rilascio di questo liquido, che in ogni modo è innocuo: un uomo dovrebbe ingerirne grandi quantità prima di avvertire qualche effetto.
I coccinellidi sono prevalentemente predatori zoofagi a spese di insetti e Acari. All'interno della famiglia si riscontra anche la presenza di specie micetofaghe e specie fitofaghe. Queste ultime sono presenti solo nella sottofamiglia degli Epilachninae. La Subcoccinella vigintiquatuorpunctata è un fitofago dannoso verso alcune leguminose foraggere. Non mancano casi di variazioni del regime alimentare, fenomeno indicato con il termine di allotrofia. In generale però si può fare una distinzione abbastanza netta tra specie entomofaghe, e quindi utili, e altre fitofaghe, alcune delle quali sono responsabili di danni economici.
Coccinella septempunctata
L'aspetto più interessante, dal punto di vista sia biologico sia applicativo, è il ruolo dei Coccinellidi come predatori nell'ambito degli agrosistemi. L'attività predatoria si svolge in modo particolare sui Rincoti Omotteri Sternorrinchi, ma rientrano fra le prede dei Coccinellidi anche altri Artropodi (Tisanotteri, Coleotteri Crisomelidi, Lepidotteri, Ortotteri, Acari). In generale la famiglia ha sviluppato nell'etologia particolari adattamenti alla predazione tali da rendere i coccinellidi più efficaci di altri predatori e dotarli di un potenziale biologico più alto.
La dinamica della popolazione dei coccinellidi è adattata a quella del fitofago o dei fitofagi che rappresentano le abituali prede. Questa stretta e complessa correlazione si basa sia sulla fecondità sia sulla migrazione. La fecondità dei coccinellidi è piuttosto elevata, ma è strettamente dipendente dal grado d'infestazione. Gli adulti migrano quando la popolazione del fitofago scende sotto certi valori critici, spostandosi su altre colture o su altri agrosistemi. La migrazione è un fenomeno di particolare importanza nel mantenimento di bassi tassi di mortalità: è noto che i coccinellidi sono molto attivi, nella primavera precoce, sulle piante erbacee che ospitano le prime infestazioni di afidi, ma poi si spostano sulle colture arboree; in estate possono attraversare un periodo di stasi per l'elevata mortalità che si abbatte sugli afidi, ma in tarda estate si spostano sulla vegetazione spontanea dove possono trovare ospiti di sostituzione. Un altro aspetto interessante è che gli accoppiamenti hanno luogo prima delle migrazioni. Questo aspetto favorisce la tendenza alla dispersione nell'ambiente svincolandola dalle esigenze riproduttive. La Thea vigintiduopunctata è una specie utile perché si nutre dei miceli di alcuni funghi fitopatogeni. La ricerca delle prede è molto attiva ed è caratterizzata da una straordinaria mobilità, dal momento che la preda viene trovata solo con il semplice contatto. Questo comportamento favorisce l'insediamento dei coccinellidi proprio nei siti dove le infestazioni sono più intense.
Adalia bipunctata
La voracità è elevata, cresce sensibilmente nel corso dello sviluppo larvale e raggiunge il suo massimo nell'adulto. Adulti e larve di IV età sono pertanto i predatori più attivi; ad esempio, un adulto di Coccinella septempunctata, la coccinella più familiare, può arrivare a predare anche 100 afidi al giorno. Vanno infine citati comportamenti che tendono a migliorare il potenziale biologico dei coccinellidi permettendogli di superare anche condizioni ambientali avverse. In particolare la potenziale polifagia permette il passaggio a ospiti di sostituzione quando le popolazioni della preda abituale diminuiscono. Le prede alternative sono rappresentate da altri fitofagi, ma sovente si possono riscontrare anche casi di predazione di coccinellidi a spese di individui della stessa famiglia e, non di rado, della stessa specie (cannibalismo). Un meccanismo di adattamento è anche l'allotrofia, con il passaggio a un regime dietetico alternativo, per cui in condizioni ambientali sfavorevoli diversi coccinellidi diventano fitofagi, micetofagi, glicifagi, carpofagi, spermatofagi, nutrendosi rispettivamente di tessuti vegetali, miceli fungini, liquidi zuccherini, frutti, polline.
La Rodolia cardinalis nel 1888 ha salvato l'agrumicoltura californiana dall'inevitabile scomparsa. L'efficacia dei Coccinellidi conferisce a questa famiglia un ruolo di primo piano nell'insieme degli entomofagi predatori, condiviso con i Rincoti Antocoridi, i Ditteri Sirfidi, i Neurotteri Crisopidi e alcune famiglie di Coleotteri. Molti insetti predatori, infatti, svolgono un ruolo di secondo piano nel contesto degli agenti di controllo naturali dei fitofagi e spesso surclassato dai parassitoidi o da altri agenti naturali. I Coccinellidi, invece, possono assumere un ruolo predominante e determinante nel controllo biologico di alcune specie.
Subcoccinella vigintiquatuorpunctata
Per questo motivo sono tra i principali predatori applicati nei vari metodi di lotta biologica. Alcune specie possono essere moltiplicate in allevamenti massali, quando la polifagia permette l'impiego di un adeguato ospite di sostituzione di facile allevamento o un substrato artificiale. Esistono tuttavia limiti operativi nell'allevamento dei Coccinellidi afidifagi. La mobilità dei coccinellidi rende inoltre difficile il mantenimento delle popolazioni introdotte con i lanci, a meno che non si operi in coltura protetta adottando apposite barriere antinsetto. I contesti applicativi di maggior rilievo sono il metodo propagativo e il metodo protettivo, che possono fornire anche risultati di grande portata, tuttavia in casi specifici si ricorre anche al metodo inoculativo. Quest'ultimo, ad esempio, è largamente adottato nell'impiego del Cryptolaemus montrouzieri contro alcune cocciniglie. Il Cryptolaemus montrouzieri è stato il primo insetto ad essere allevato su scala industriale. Storicamente due Coccinellidi sono stati protagonisti delle prime due applicazioni di lotta biologica effettuata con i metodi propagativo e inoculativo.
La prima esperienza significativa di applicazione del metodo propagativo si ebbe nel 1888 con l'introduzione del Coccinellide Rodolia cardinalis negli agrumeti californiani: in soli due anni si riuscì a debellare la piaga dell'Icerya purchasi, che da 20 anni era responsabile della progressiva distruzione degli agrumeti in questa regione. L'efficacia di questo predatore è tale che la cocciniglia è oggi un fitofago di minore importanza controllato esclusivamente con la lotta biologica in tutto il mondo.
La prima esperienza di applicazione su larga scala del metodo inoculativo si ebbe a partire dal 1916 negli Stati Uniti d'America con il Cryptolaemus montrouzieri: questo coccinellide non riesce ad acclimatarsi stabilmente nelle regioni più fredde, pertanto furono realizzati diversi allevamenti massali allo scopo di introdurlo sistematicamente, ogni primavera, negli agrumeti delle regioni più interne della California, contro la cocciniglia Pseudococcus calceolariae. L'allevamento del crittolemo, che ormai vanta un'esperienza quasi secolare, continua a essere attuato efficacemente ai fini della lotta biologica contro il cotonello degli agrumi (Planococcus citri).