Calimero
il pulcino tutto nero

Calimero è un personaggio dell'animazione pubblicitaria italiana, un pulcino piccolo e nero. Ideato da Carlo Peroni per conto dell'Organizzazione Pagot dei fratelli Nino e Toni Pagot, è comparso originariamente nelle animazioni pubblicitarie della società di detersivi Mira Lanza in Carosello nella serie La costanza dà sempre buoni frutti (a partire dal 1961) e poi in quella Calimero pulcino nero (a partire dal 14 luglio 1963). La notorietà di Calimero è molto elevata per tutti gli anni sessanta e almeno fino alla metà degli anni settanta, tanto da far entrare nel lessico collettivo sia il nome del personaggio, sia alcune frasi celebri come 'Tutti mi vogliono male perché sono piccolo e nero...'.

Dopo la morte di Nino Pagot, gli eredi riacquistarono i diritti di Calimero dalla Mira Lanza e ne produssero, per il mercato internazionale, una serie di cartoni animati a colori che venne esportata anche in Giappone, dove la Toei Doga ne produsse 47 puntate tra il 1974 e il 1975. Ancora oggi Calimero è un personaggio molto noto in Giappone come in Italia.

Le ambientazioni delle storie sono coerenti con una sua origine nella provincia padovana, non lontano da Mirano, località di nascita degli autori. Tra l'altro Nino Pagot si era sposato a Milano nella chiesa di San Calimero vescovo di Milano, da cui prende il nome il pulcino. Nella serie ufficiale è presentato come il sedicesimo pulcino di una covata della gallina padovana Cesira (che però lo disconosce perché è nero) e del burbero (ma solo in apparenza) Gallettoni; completamente nero. Non abbandona mai del tutto l'uovo da cui si è schiuso. Calimero affronta una serie di avventure in cui non sempre il bene e la verità trionfano, nonostante la buona fede e l'onestà di fondo del pulcino. Tuttavia lo riscatta la bontà dell'olandesina della Mira Lanza, che dimostra come Calimero non sia nero, ma solo sporco! Nemmeno i genitori, come si è detto, offrono un rifugio sicuro al piccolo pulcino, che trova la felicità solo grazie all'olandesina e al prodotto reclamizzato dal suo slogan (un'altra frase celebre del cartoon è: 'Ava, come lava!').

Il mondo di Calimero è apparentemente confortevole, anche se popolato di numerosi personaggi non sempre raccomandabili per la loro influenza, come il furbo Papero Piero o il saccente professor Galletti, che si contrappongono ai personaggi positivi come la fidanzata Priscilla e l'amico Valeriano. Le storie delle serie successive al periodo di Carosello, pur essendo riprese in molti casi da queste, presentano in genere sceneggiature di maggior respiro grazie all'indipendenza dal messaggio pubblicitario. La lunghezza delle storie parte da 1,5 minuti degli spot iniziali fino ai 13 e 26 minuti degli episodi più recenti, dei quali se ne contano 290. È da notare come in queste serie Calimero abiti in famiglia con Cesira e Gallettoni, che lo amano e accudiscono come loro figlio unico.

Il personaggio, star indiscussa della pubblicità italiana, è stato anche oggetto di critiche per delle caratteristiche che andavano oltre l'immagine del brutto pulcino, agganciandosi a luoghi comuni regionalistici nonché razziali, attraverso l'accento veneto e il colore nero del pulcino (un cliché che si stilizza in altri personaggi di allora: una colf negra che propone un olio dietetico e un forestiero negro alle prese con un vigile zelante, entrambi con lo stessa dizione del pulcino). Alla fine degli anni settanta Pagot voleva esportare negli Stati Uniti i suoi cartoni, senza considerare che per la cultura americana un personaggio che veniva rifiutato perché nero, sarebbe andato incontro a parecchi problemi di political correctness.

Curiosità: una delle sigle delle serie di Calimero può vantare la collaborazione, per testi e arrangiamenti, di autori come Luciano Beretta e Carmelo La Bionda: si devono a quest'ultimo i giri di archi stile discomusic anni settanta presenti nella sigla. Il personaggio di Calimero e i comprimari della serie hanno avuto e hanno ancor oggi un ruolo in numerose altre attività promozionali e di merchandising oltre a quella originale, apparendo di volta in volta su articoli di abbigliamento e generi alimentari, accessori e prodotti scolastici, gadget, ecc.

San Calimero

San Calimero
Affresco dei Fiammenghini nella cripta di San Calimero a Milano.
I Fiammenghini è il nome comune con cui sono conosciuti
i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro Della Rovere,
pittori attivi a Milano negli anni a cavallo tra il XVI e XVII secolo,
e in particolare all'inizio di quest'ultimo.

Calimero (in latino Calimerius; III secolo - Milano, 31 luglio 280) fu, secondo la maggioranza degli storici del cristianesimo, vescovo di Milano dal 270 al 280, mentre la tradizione lo indica come vescovo dal 138 al 191. Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa. La sua festa ricorre il 31 luglio.

Le fonti non sono concordanti sulle sue origini: alcune leggende lo ritengono un romano di famiglia nobile che, dopo una carriera militare col grado di ufficiale, fu prima convertito e battezzato dai santi Faustino e Giovita e, dopo una vita al servizio della sua fede, ordinato vescovo di Milano; altre versioni lo indicano come greco, cresciuto a Roma ed educato alla fede cristiana da Papa Telesforo: fuggito a Milano dopo che quest'ultimo fu ucciso dai suoi persecutori, venne accolto dal Vescovo Castriziano tra i membri del clero meneghino e destinato alla basilica 'fausta'. Alla morte di quest'ultimo furono gli stessi milanesi ad acclamarlo vescovo e, al suo rifiuto di sottostare alla loro volontà, a incatenarlo fino al momento della consacrazione episcopale.

Entrambe queste versioni lasciano adito a innumerevoli perplessità essendo la prima eccessivamente scarna e generica e ritenendolo la seconda contemporaneo di Telesforo e Adriano, vissuti un secolo prima della sua consacrazione vescovile. Parte minoritaria della storiografia, forse influenzata da tale leggenda, ritiene più probabile che fosse stato vescovo di Milano dal 139 al 192, basando la propria convinzione su una lastra marmorea posta nel Duomo contenente la cronologia dei vescovi milanesi: in realtà tale elemento non sembra probante essendo il Duomo stato costruito diversi secoli dopo la vita del Santo. La retrodatazione della sua vita è tuttavia spiegabile a livello storico: nell'XI secolo infatti i milanesi, in disaccordo con Roma circa l'eresia dei patarini, retrodatarono la storia della loro diocesi per dimostrare una pari anzianità con quella di Roma. In tal modo le vite di molti santi vescovi (come Anatalone, Caio e lo stesso Calimero) furono collocate antecedentemente alla loro reale esistenza e ampliate notevolmente per coprire il gap di oltre un secolo che si era in tal modo venuto a creare.

Le due versioni biografiche sono comunque concordi nella descrizione del suo martirio, che sarebbe seguito alla condanna a morte a lui comminata dall'imperatore Adriano per essere andato in forte collisione, nel perseguitare i nemici del cristianesimo, con personaggi influenti legati alla corte imperiale. Acerrimo persecutore della religione pagana, fautore del battesimo coatto dei non cristiani, pare sia stato trafitto con una lancia da alcuni di essi mentre si trovava in un cimitero di Milano e, come contrappasso per la sua attività di battezzante, sia stato gettato in un pozzo sito in quella che i pagani ritenevano l'area sacra al dio Béleno (divinità celtica legata al culto del Sole e identificata con Apollo). Tuttavia anche il suo martirio non è affatto certo, essendo stato riportato per la prima volta solo nell'VIII secolo e non facendone Sant'Ambrogio alcuna menzione nei suoi scritti.

Ciò che risulta tuttavia sicuro è che Calimero fu molto amato dai cittadini di Milano, tanto che, subito dopo la sua morte, fu costruita una basilica per onorarlo che, ristrutturata nel corso dei secoli, è tuttora presente e ospita nella sua cripta le ossa del santo. Nell'VIII secolo il vescovo Tomaso, durante una ricognizione a queste ultime, trovò il suo scheletro immerso nell'acqua: nella cripta fu quindi scavato un pozzo per farla defluire e in breve tempo si diffuse la credenza che le sue acque fossero miracolose. In passato, in occasione della festività di San Calimero, che si svolgeva il 31 luglio, queste venivano distribuite ai malati e, durante i periodi di siccità, una bottiglia di acqua del pozzo veniva consacrata durante la messa e in seguito rovesciata sul sagrato, per propiziare l'avvento del maltempo.