di Fabrizio Focardi

Std Anatra di Sassonia

Marco Simeoni, che alleva questa razza di anatre, riconosce, giustamente, che per allevare e fare una giusta selezione non è sufficiente basarsi esclusivamente sullo standard. Lo standard ovviamente è schematico, e molto è lasciato all’interpretazione del giudice e, perché no, dell’allevatore. Non sempre queste interpretazioni coincidono: in questo caso, un dialogo è necessario per ovviare ad inutili incomprensioni.
Ecco perché, come da sempre sostengo, organizzare incontri, anche senza una tematica precisa, ma solo per una “chiaccherata” fra amici – è augurabile – può essere utile per fugare dubbi, oppure per avere la soddisfazione di sapere che siamo sulla strada giusta. Anche i giudici, in queste occasioni, possono trarre profitto dall’esperienza degli allevatori: conoscere le difficoltà della selezione, razza per razza, dà la possibilità di conoscere quelle caratteristiche con le quali è necessaria una certa tolleranza; conoscenza che aiuterà il giudice a dare preziosi consigli.

L’anatra di Sassonia prende il nome dal suo luogo di origine. La Sassonia (Sachsen) è uno stato federale tedesco creato a seguito della riunificazione della Germania nel 1990.
Occupa all’incirca l’area dell’ex regno che portava lo stesso nome (1806 – 1918). Questa area confina a est con la Polonia e a sud con la Repubblica Ceca. Internamente invece confina con la Baviera, Turingia, Sassonia Anhalt e Brandeburgo.

Anatra di SassoniaSi può definire un’anatra di recente creazione: è stata riconosciuta solo nel 1957, anche se si dice fosse già presente agli inizi degli anni ’30, scomparsa, purtroppo, durante l’ultima guerra.
Dopo il suo riconoscimento, e la conseguente presentazione alle mostre, fu subito apprezzata e presto raggiunse la Svizzera e la Francia, ma poco dopo anche l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Il particolare interesse era soprattutto dovuto al suo rendimento, sia per la carne che per le uova: circa cento all’anno (non poche per un’anatra).
Queste caratteristiche gli sono derivate dalle razze che hanno contribuito alla sua creazione: la Rouen, la Pomerania e la Pechino Tedesca.

E’ un’anatra di tipo campagnolo, pertanto il suo tronco deve essere robusto, con un petto largo e ben pieno; il dorso, molto lungo, deve avere la stessa larghezza del petto.
E’ un’anatra carnosa, abbastanza pesante, ma non si deve esagerare: soggetti troppo pesanti perderebbero quella vitalità necessaria per una buona riproduzione.
Consiglio quindi di non superare i pesi dello standard tedesco: kg. 3,5 il maschio e 3 per la femmina.

Anatra di SassoniaLa posizione è quasi orizzontale, solo leggermente rialzata davanti.
La linea inferiore deve essere assolutamente pulita: priva di chiglia o pieghe ventrali.
Alle femmine, non più ragazzine, si potrà solo perdonare un leggero rigonfiamento del ventre, ma non la presenza di fanoni, neanche se poco sviluppati.
Il collo non deve essere né troppo lungo né troppo corto; lo stesso equilibrio si richiede per la grossezza. La testa deve essere proporzionata, con fronte piatta e guance poco sviluppate.
Il becco è richiesto di media lunghezza e leggermente concavo nella parte superiore.

Quindi: teste esili, troppo allungate, guance troppo sviluppate e becco convesso o con gobbe sono caratteristiche sgradite in quanto alterano la forma classica della testa dell’anatra di Sassonia.
Le ali non devono raggiungere la fine del dorso – sarebbero esagerate -, ma terminare poco prima della fine; ali troppo lunghe, ma anche se troppo corte, sono da penalizzare.
Non devono stare aperte, neanche leggermente, e stare ben aderenti al corpo, così da formare un tutt’uno col tronco.
La coda chiusa e portata in posizione orizzontale allunga visivamente il dorso. Anche le gambe, coperte dal piumaggio, fanno un tutt’uno con il tronco, senza pertanto rigonfi laterali.
I tarsi sono di media lunghezza; lo standard richiede un’ossatura del tarso fine, ma questo cozza con la richiesta di un anello, per i due sessi, del 18: pertanto accettare una grossezza del tarso proporzionata al corpo.
Il piumaggio deve essere ben aderente e senza sbuffi. Una “frisure” dietro alla nuca, come nell’Anatra di Pechino, è invece difetto grave nell’Anatra di Sassonia.


Colorazione

E’ allevata in una sola colorazione: Blu Gialla. E’una colorazione che trovo molto bella, soprattutto per i suoi toni non troppo intensi.
Può sembrare facile, ma non lo è se si vorrà raggiungere quanto richiesto sia nelle sfumature che nei piccoli particolari del disegno.
Va subito precisato che in tutte le anatre la forma prevale sulla colorazione. Questo non vuole assolutamente dire che la colorazione non abbia importanza: esistono anche qui, come vedremo in seguito, dei difetti gravi.

Maschio:

Anatra di SassoniaTesta e parte alta del collo – almeno i due terzi – blu piccione, separata dal resto del collo da un anello bianco completamente chiuso.
Il blu deve avere una tonalità uniforme e pulita: grigio perla o presenza di bruno nella parte bassa sono difetti abbastanza gravi.

Petto e parte inferiore del collo, attaccatura dell’ala e spalla: rosso ruggine abbastanza carico, simile alla buccia di una castagna; il nostro standard richiede, in queste parti, un’orlatura argento.
E’ bene precisare che non si tratta di un’orlatura come siamo abituati a vedere nei polli, ma è un’orlatura formata da una fine pepatura bianca, quindi non così netta e precisa. E’ importante però che sia presente: la sua mancanza è da considerarsi difetto, difetto grave se manca nel petto.

Il ventre, il dorso, le remiganti primarie e la punta della coda sono richiesti dallo standard color farina di segale: non ho mai visto la farina di segale, ma il colore di queste parti deve essere un bianco con una leggera sfumatura giallastra, o bianco crema, fino a bruno pastello: non deve comunque essere bianco puro.
La parte bassa del dorso ed il piumaggio del codione, compreso il ricciolo, e il sottocoda sono dello stesso colore della testa; nel sottocoda il blu si schiarisce solo in prossimità della cloaca; un sottocoda tutto chiaro è da considerarsi difetto grave.
Ali grigio/blu sbiadito; lo specchio deve essere blu piccione ed avere bilateralmente una striscia più scura, e, nella sola parte esterna, una striscia bianca.
Nelle anatre lo specchio dell’ala è importante; purtroppo, molto spesso, o è troppo chiaro o le strisce sono difettose. E’ consigliabile pertanto usare per la riproduzione solo soggetti con lo specchio dell’ala ben costruito.

Femmina:

Anatra di Sassonialo standard richiede il colore di fondo “giallo pisello intenso”. Conosco solo il verde pisello, e presumo che il giallo pisello si riferisca al seme secco. Per avere le idee chiare sono andato a comprare una bustina di piselli da seme: trovo i piselli secchi più rosati che gialli, e ovviamente il piumaggio delle femmine di Sassonia è più caldo e soprattutto brillante.
Pertanto lo definirei più precisamente “giallo cuoio” o “beige con velatura giallastra”: la prima mi convince di più. O l’una o l’altra non ha molta importanza; ha invece molta importanza la sua uniformità.
Spesso il petto ha una tonalità simile al maschio: queste femmine sono da scartare. La testa è ornata da ambedue i lati da due strisce chiare, quasi bianche. Ambedue le strisce cominciano alla radice del becco, la prima si estende al di sopra dell’occhio e continua quasi fino alla fine della nuca, la seconda invece, più bassa, termina all’inizio della parte inferiore dell’occhio.

Possono apparire come “finezze” puramente estetiche, ma sono invece importanti caratteristiche che vanno ricercate, nella giusta forma e misura, nella selezione.
Sempre dal becco, nella parte inferiore del collo, parte una larga striscia bianco crema che dovrebbe arrivare nel punto dove, se fosse un maschio, avrebbe l’anello; non si tratta di una bavetta, quindi: non deve assolutamente oltrepassare questa linea immaginaria.
Le remiganti hanno una tonalità più chiara del colore di fondo: è ammesso un leggero riflesso blu, ma meglio, ovviamente, se non c’è. Anche le femmine hanno uno specchio alare blu piccione che termina con una striscia bianca, senza però le strisce scure presenti nel maschio.
La divisone dei colori deve apparire abbastanza netta. Coda e codione dello stesso colore del colore di fondo, ammessa una leggera sfumatura blu; punta della coda bianca è difetto.

Nei due sessi:
piumino chiaro. Tarsi di colore giallo scuro, essere però tolleranti se leggermente più chiari o con tracce brunastre purché molto lievi.
Il becco è giallo con una patina verde pallido, l’unghiata è chiara: altre versioni sono da penalizzare fortemente.
Occhi bruno scuro.


Allevamento – Selezione – Giudizio

Le anatre sono sempre prese un po’ alla leggera: si allevano in genere in gruppi con un certo numero di maschi e di femmine senza badare troppo se nel gruppo ci sono soggetti non proprio giusti.
Forse perché si crede che le anatre siano sempre tutte uguali, e che, come le razze selvatiche, non necessitino di una selezione (non ho mai allevato selvatici, comunque presumo che anche con loro sia necessaria).
Questo non è assolutamente vero: le nostre anatre derivano da incroci, come del resto le nostre razze di polli, e pertanto a seconda del loro patrimonio genetico possono riuscire meglio o peggio.
Con questo errato tipo di allevamento si dovrà soltanto sperare in un colpo di fortuna, e, per esperienza personale, in avicoltura sono molto rari.

Vedremo in seguito come sia augurabile una rigorosa selezione per poter garantire quelle caratteristiche che fanno la differenza fra un campione e un soggetto da arrosto.
L’allevamento, come noi – o perlomeno come alcuni di noi – lo intendiamo, non può essere improvvisato: per avere buoni risultati occorrono anni di esperienza, acquisita con tentativi che non sempre ci lasciano entusiasti.
Un buon gruppo riproduttore è il frutto del lavoro di anni; bisogna quindi usare molta prudenza quando si deciderà di inserire nuovi soggetti.

Ma anche i giudici non sempre sono preparati: può avvenire pertanto che alcune caratteristiche, sia di colorazione che di morfologia, non vengano valutate nella giusta maniera.
Per questa ragione sarebbe necessario che gli anatidi venissero giudicati da un giudice specializzato, come del resto succede in tutti i Paesi europei.
E’ vero che la forma prevale sul disegno e colore, ma il predicato viene deciso nel complesso e, è bene precisare, proprio nelle anatre il disegno è spesso formato da sfumature diverse che necessitano di una buona conoscenza per poterle ottenere e valutare.

Una precisazione: forse alcuni di voi non sanno che le anatre, durante il periodo della muta, hanno un piumaggio chiamato “piumaggio d’eclissi”.
I colori, in genere brillanti nel maschio, assumono una tonalità molto meno intensa che si avvicina al colore e al disegno delle femmine; così, anche loro, essendo in questo periodo inabili al volo e pertanto più vulnerabili, riescono più facilmente a mimetizzarsi nella vegetazione palustre.

Anatra di Sassonia

Alcuni vecchi allevatori consigliano, anche con questa razza di anatre, di usare due gruppi riproduttori distinti: uno per ottenere un giusto disegno e colore per i maschi ed uno per ottenere altrettanto nelle femmine.
Va detto che ambedue i gruppi devono avere una morfologia e posizione il più vicino possibile allo standard.
Per ottenere femmine “campionesse” sarà bene usare come riproduttore un maschio che, durante il piumaggio d’eclissi, mostri chiaramente due strisce brune – simili a quelle della femmina – nella testa: purtroppo questo appare solo al secondo anno, e sarà quindi necessario mantenere, senza la certezza che siano quelli giusti, un certo numero di maschi; ma – c’è sempre un “ma”, purtroppo – questi maschi, a muta ultimata, quando rientreranno in possesso della livrea normale, non saranno animali da esposizione perché il colore della testa e della parte superiore del collo invece di un bel blu piccione sarà grigiastro.
Per dei maschi “campioni”, invece, si dovranno usare femmine relativamente scure che però non avranno la tonalità per potersi aggiudicare un buon predicato.

In sede di giudizio, come ho sempre consigliato, è bene osservare gli animali a debita distanza: la troppa vicinanza gli farebbe perdere la naturale postura, poiché, allarmati, rialzerebbero la parte anteriore, e, siccome la posizione rientra nelle caratteristiche peculiari, verrebbe ingiustamente penalizzata.
Ogni colorazione comporta difficoltà diverse che sarebbe bene conoscere. Nella “Blu Gialla”, ad esempio, non è facile ottenere una giusta colorazione dello specchio dell’ala dei due sessi, pertanto essere tolleranti di fronte a piccoli difetti.

Non ho esperienza personale, ma da quello che ho letto la riproduzione non presenta difficoltà: buona fertilità e crescita veloce.
Un allevatore consiglia di incubare uova di peso standard (80 g.) per assicurare all’embrione uno spazio sufficiente per diventare un pulcino robusto.
L’allevamento risulta abbastanza facile: spazi verdi e, anche se non sono necessario grandi superfici di acqua, è bene che abbiano sempre a disposizione acqua pulita soprattutto per mantenere pulito il piumaggio.
Marco Simeoni, comunque, ci potrà dare a questo proposito informazioni più precise.

Bibliografia
  • Der Kleintier Zuechter/Gefluegel Zeitung – (Herr Paul-Erwin Oswald)
  • FIAV – Standard Italiano Delle Razze Avicole
  • E.E. – Standard des volailles de race pour l’Europe