a cura di Airpa

Il nostro grande Elio Corti ha tradotto dal latino e dal greco (cosa molto di moda negli Stati Uniti ma non da noi) il libro XIV del II volume dell’Ornitologia di Ulisse Aldrovandi pubblicato nel 1600.
Piacevolissimo.
Protagoniste le domestiche amanti della polvere ovvero le galline.

Instancabilmente lavorando, Elio Corti ora presenta alla nostra instancabile voglia di leggere il suo “Aldrogallus”, ovvero il Gallo di Ulisse Aldrovandi, finalmente tradotto con accuratezza e precisione, almeno così spera.
Medico, specializzazione in cardiologia, nato nel 1942 l’uno, filosofo e medico bolognese nato nel 1522 l’altro.
Risultato: una collaborazione surreale, deliziosa, colta, simpatica.
C’è tutto l’antico sapere sui polli e ci trasporta in mondi lontani quando “si trovavano le uova grandi e calde nel fieno ritorto insieme a coloro che le hanno deposte”.

Un pollo che è di Ulisse ma molto anche di Elio...Quando Aristotele ci insegnava a far nascere le femmine scegliendo uova arrotondate.
Quando Bolos di Mendes del III secolo aC, senza immaginarlo, arzigogolava sull’incubatrice: “prendete sterco di pollo, passato al setaccio e posto in vasi panciuti, ivi mettete le uova in posizione verticale, e cospargetele con lo stesso letame”.
Oh Bolos di Mendes mio, questo ci hai insegnato! Potessi vederci oggi mentre prendiamo le uova coi guanti, e le disinfettiamo pure prima di metterle nella sterilizzatissima macchina.

E il poeta Oppiamo di Apamea, e Temistocle, e tutti coloro che chiamavano i galli “pulcini di Marte”.
E il cremonese Plàtina che spiegava di fare le uova lesse proprio come oggi le mangiano i giapponesi al breakfast: “Verserai in acqua bollente delle uova fresche dopo aver tolto il guscio, quando si saranno rapprese le toglierai subito, vi verserai sopra lo zucchero, l’acqua di rose, l’agresta…”.
E Odorico del Friuli che descriveva galline cinesi bianche come la neve, ricoperte non di penne ma di lana come le pecore, proprio come Marco Polo che nella città di Kien-ning Fu aveva visto galline nere che invece delle penne avevano il pelo come i gatti.

Ecco, dunque, perchè il bizzarro libro è di graditissima lettura. A questo punto bisogna fare un salto all’indietro.
Nello scorso numero noi intervistammo Elio Corti e lui su Aldrovandi fece critiche fortissime: mancanza di serietà, eccessiva e ingiustificabile leggerezza.
Non solo, Corti sta pubblicando sul web “24 Imperdonabili errori di Ulisse Aldrovandi contenuti nelle sole 170 pagine di Ornithologiae tomus alter..”.
Formidabile attacco al celebratissimo scienziato.

Ma allora, la grande collaborazione Aldrovandi/Corti c’è o non c’è?
C’è, c’è, altrimenti né Fernando Civardi lo avrebbe trascritto né Elio Corti lo avrebbe tradotto, lavoro durato anni.
E noi allevatori avremmo perso il gran piacere e il divertimento di leggere, quattro secoli dopo, una microscopica ma spassosa Divina Commedia sui polli.

Airpa